Nome comune: chiamata ancora con il vecchio nome di Aralia elegantissima.
Genere: Dizygotheca (originariamente era classificata nel genere Aralia).
Famiglia: Araliacee.
Etimologia: dal greco dis (due volte), zygos (unione) e theke (scrigno) a causa della presenza, nelle antere, di un numero doppio di logge.
Provenienza: isole tropicali dell’Oceania e dell’Asia.
Descrizione genere: comprende 17 specie di piante arbustive, sempreverdi dalle belle foglie leggere ed eleganti, formate da sottili e lunghe foglioline dal margine dentato, portate da un lungo picciolo, che assumono colore rosso-bruno bronzeo, da giovani e verde scuro, da adulte. Da noi non riescono a fiorire.
Dizygotheca elegantissima (foto www.agraria.org)
Dizygotheca elegantissima: originaria delle Nuove Ebridi, questa specie, molto diffusa dai nostri fioristi, è chiamata ancora con il vecchio nome di Aralia elegantissima. In natura ha portamento arborescente, raggiungendo l’altezza di 7 m., ma da noi vengono posti in commercio esemplari giovani (di circa un anno) che presentano un fusto semilegnoso, sul quale si inseriscono direttamente le foglie, dal lungo picciolo e di forma palmata, formate da 7-10 foglioline, sottili, lineari, a margine dentato, che raggiungono la lunghezza di 8 cm e la larghezza di 1 cm. Il loro colore varia andando dal rosso-bruno, dello stadio giovanile, al verde scuro, dello stadio adulto. Normalmente, a causa del processo di lignificazione del fusto, la pianta tende a perdere le foglie basali. Questo processo risulta accentuato nei nostri appartamenti dalla presenza di un clima, generalmente caldo e asciutto.
Dizygotheca kerchioveana: simile alla precedente, questa specie se ne differenzia per il colore più chiaro delle foglie.
Dizygotheca veitchii: originaria della Nuova Caledonia, questa specie presenta foglioline lunghe (ma più larghe di quelle di D. elegantissima), di colore verde brillante, con margini dentati, leggermente ondulati. Le giovani foglie hanno la lamina di colore verde-bruno con la nervatura centrale rosa.
Temperatura: la temperatura minima invernale non deve essere inferiore a 12-15°C.
Luce: molto forte, diffusa, al riparo dai raggi diretti del sole.
Annaffiature e umidità ambientale: frequenti in estate, molto ridotte in inverno, senza arrivare a far asciugare il pane di terra. Fare molta attenzione agli eventuali ristagni di acqua nel sottovaso. L’umidità dovrà essere molto elevata, incrementata da spruzzature e nebulizzazioni del fogliame. Utile può essere tenere la pianta su una terrina con ghiaia mantenuta sempre umida (facendo attenzione che l’acqua non raggiunga mai la base del vaso).
Substrato: miscela di terra di foglie, torba e terriccio in parti uguali, con aggiunta di sabbia per aumentare il drenaggio.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: concimare da maggio ad agosto con cadenza bisettimanale. Devono essere rinvasate in primavera, ogni due anni.
Moltiplicazione: si può moltiplicare in estate, per talea apicale semilegnosa, della lunghezza di circa 10 cm (avendo cura di lasciare all’apice vegetativo 4-5 foglie). Questa deve essere pianta, per metà lunghezza, in un substrato simile a quello di coltura, alla temperatura di 20-24°C, sotto copertura di vetro o plastica (avendo cura di arieggiare di tanto in tanto per evitare il formarsi di un ambiente stagnante e asfittico). Quando le piantine produrranno nuovi germogli, si dovranno piantare in contenitori di 7 cm. e, quando saranno diventate abbastanza grandi, si potranno piantare nel vaso definitivo, cercando di raggruppare più esemplari per ottenere esemplari più folti. Sulle piante con fusto legnoso, può essere praticata la margotta nel punto corrispondente al nodo che si trova vicino all’ultima foglia. Si può anche riprodurre per seme, da febbraio ad aprile, alla temperatura di 23-26°C. Le nuove piantine dovranno essere rinvasate allo spuntare delle prime due foglie vere. Talea e margotta presentano tempi lunghi di radicazione; mentre la germinazione dei semi risulta piuttosto rapida.
Potatura: pur non richiedendo una potatura vera e propria, è utile, all’inizio della primavera, tagliare, a circa 10 cm. dal suolo, le piante molto sviluppate e con fusti robusti.
- Foglie molto pendenti: può essere sintomo di eccesso di acqua, freddo o siccità.
- Cocciniglie brune: si manifestano con la formazione di escrescenze (determinate dal piccolo “guscio”) marroni e conferendo alla pianta un aspetto nerastro e appiccicoso (a causa della produzione da parte della pianta di sostanze zuccherine che la rendono soggetta all’attacco di funghi e fumaggini). Si combattono asportandole e trattando la pianta con un prodotto anticoccidico o strofinando le parti colpite con un batuffolo imbevuto di acqua e alcool.