Nome comune: Afelandra.
Genere: Aphelandra.
Famiglia: Acantaceae.
Etimologia: il nome del genere deriva dal greco apheles, semplice, e andròs, uomo, visto che le antere presentano una sola loggia.
Provenienza: America del Sud.
Descrizione genere: comprende circa 200 piante sempreverdi adatte alla coltivazione in serra o appartamento. Sono piante coltivate per il bel fogliame striato e per le infiorescenze a spiga di colore dal giallo al rosso-arancio al rosso scarlatto.
Aphelandra squarrosa (foto http://biotech.tipo.gov.tw/intro.html)
Aphelandra aurantiaca: originaria del Messico, può raggiungere i 30 cm. Presenta foglie di forma ovato-ellittica e ondulate, con nervature di colore bianco-grigiastro. I fiori riuniti in spiga sono di colore scarlatto, con gola arancio, protetti da brattee fiorali verdi o giallo-arancio.
Aphelandra chamissoniana: questa specie presenta foglie ravvicinate, dall’apice acuminato e dalle nervature argentee. I fiori di colore giallo chiaro sono riuniti in spighe protette da brattee fiorali gialle, con la punta verde.
Aphelandra fascinator: originaria della Colombia, può raggiungere i 50-80 cm di altezza e presenta foglie con venature argentee sulla pagina superiore e rosso vivo su quella inferiore. I fiori, riuniti in spighe, sono di colore rosso scarlatto, protetti da brattee tomentose.
Aphelandra squarrosa: originaria del Brasile, è la specie più diffusa. Può raggiungere i 30 cm di altezza. Si riconosce per il bel fogliame di forma ovale e di colore verde scuro sulla pagina superiore, con le caratteristiche venature color avorio o gialle, e verde chiaro su quella inferiore. I fiori, che compaiono in inverno, sono gialli o arancioni, tubolari e bilabiati, riuniti in spighe terminali e fuoriescono da brattee fiorali di colore giallo brillante, strettamente embricate. Le spighe possono raggiungere la lunghezza di 10 cm. Richiede un’elevata umidità ambientale che risulterà utile per evitare il disseccamento e la perdita delle foglie basali e i nocivi attacchi di cocciniglie. Ne esistono due varietà principali: “Leopoldii” e “Luisae”. La prima può raggiungere l’altezza di un metro; la seconda ha foglie più strette e con variegature più vistose e fiori e brattee più brillanti. Dall’incrocio delle due varietà è stata ottenuta la cultivar “Fritz Prinsler” dalla quale sono state ottenute successivamente le cultivar “Dania” e ”Brockfeld” entrambe più aggraziate e compatte.
Aphelandra tetragona: originaria dell’America del Sud, è un suffrutice a portamento piuttosto espanso. Presenta foglie opposte, ellittico-acuminate, di colore verde, che possono raggiungere la lunghezza di 25 cm. Le infiorescenze sono costituite ciascuna da un gruppo di spighe: quella centrale è di dimensioni maggiori, mentre le altre, più corte e di diversa lunghezza, ramificano dalla base. I fiori presentano una corolla formata da un lungo tubo scarlatto, assottigliato alla base e bilabiato all’apertura della fauce. Richiede una luce ottima, con esclusione dei raggi diretti del sole, per ottenere una bella fioritura. Alla comparsa delle infiorescenze sarà necessario incominciare a somministrare concime liquido. Questa pianta come le altre specie tende a spogliarsi alla base. Sarà quindi opportuno praticare potature di mantenimento e cimature formative, anche perché, essendo le infiorescenze apicali, cimandole si stimola la pianta a ramificare e ad emetterne un maggior numero.
Temperatura: temperatura minima invernale sopportata 16-18 °C.
Luce: buona e diffusa, senza sole diretto. In modo particolare in estate l’afelandra necessita di una posizione ben ombreggiata e riparata dalle correnti d’aria. Di solito le piante vengono acquistate già fiorite. Una buona luminosità permetterà di mantenere il più a lungo possibile le infiorescenze e di ottenerne la ricomparsa l’anno successivo.
Annaffiature e umidità ambientale: annaffiare frequentemente durante il periodo vegetativo. In seguito mantenere sempre umida la terra e incrementare l’umidità ambientale anche con nebulizzazioni sulle foglie. Durante il periodo di riposo vegetativo ridurre la frequenza delle innaffiature. L’elevata umidità ambientale (incrementata con nebulizzazioni e spruzzature delle foglie e tenendo la pianta su terrine con ghiaino sempre umido) permetterà di evitare la caduta delle foglie basali per disseccamento e l’attacco delle cocciniglie che verranno “lavate” via allo stato larvale, prima di essere protette dalla loro corazza. In modo particolare, se la temperatura sale oltre i 24°C, le spruzzature dovranno essere più frequenti.
Substrato: terriccio ricco di humus.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: concimare una volta alla settimana nel periodo precedente la fioritura (primavera-estate). In seguito le concimazioni verranno fatte ogni quindici giorni. Dopo la fioritura devono essere tolti i fiori appassiti e il fusto deve essere tagliato drasticamente all’altezza di 2-3 foglie. Alla fine dell’inverno, prima della ripresa vegetativa, deve essere rinvasata (ogni anno). Le piante tendono a spogliarsi alla base. Le afelandre fioriscono meglio in vasi piuttosto piccoli.
Moltiplicazione: si moltiplicano per talee ottenute dai germogli laterali ricavati dalla recisione dei rami dopo la fioritura. La lunghezza ottimale dei germogli dovrebbe essere 8-10 cm. Le talee devono essere piantate, in primavera, in letto caldo in un miscuglio di torba e sabbia alla temperatura di 21-24°C. Il terreno deve essere mantenuto sempre umido, come del resto l’ambiente (se necessario coprendo il cassone, ma permettendo il ricambio d’aria per evitare che le foglie possano marcire). A radicamento avvenuto, le piantine devono essere trapiantate in vasi di 8-9 cm di diametro. Inizialmente le piantine presentano un solo fusto, ma successivamente tenderanno a sviluppare rami laterali e a perdere le foglie inferiori.
Potatura: Dopo la fioritura si taglia il fusto all’altezza di 2-3 foglie. In febbraio, se i fusti si sono allungati troppo, potare energicamente la pianta, lasciando solo pochi rami.
Possono essere danneggiate da:
- Cocciniglie: si riconoscono perché rendono la pianta nerastra e appiccicosa (a causa della produzione da parte della pianta di sostanze zuccherine che la rendono soggetta all’attacco di funghi e fumaggini). Si combattono con un prodotto anticoccidico specifico o strofinando le parti colpite con un batuffolo imbevuto di acqua e alcool.
- Correnti d’aria o errori di annaffiatura: si manifestano con chiazze marroni sulle foglie e caduta prematura delle stesse.
- Le foglie tendono a cadere: è un segno che si può manifestare in varie condizioni non ottimali: clima troppo secco, luce scarsa, annaffiature insufficienti, temperatura troppo bassa.
- Afidi: attaccano foglie e fiori. Succhiano la linfa e rendono la pianta appiccicosa. Si eliminano lavando la pianta e trattandola con insetticidi specifici.