Nome comune: Cimbidio
Genere: Cymbidium.
Famiglia: Orchidaceae.
Etimologia: deriva dal greco, kimbé, coppa, a causa della forma del labello.
Provenienza: Asia, in modo particolare India, anche se esistono specie provenienti dall’Africa e dall’Australia.
Descrizione genere: comprende circa 50 specie di orchidee epifite, semi-epifite o terrestri provviste di pseudobulbi, lunghi di solito 15 cm e ricoperti dalle guaine basali delle foglie, lunghe, strette, ricurve e disposte a ventaglio, che da essi si dipartono. Sono coltivate per la bellezza dei fiori (portati da fusti fioriferi eretti che prendono origine sempre dagli pseudobulbi), di colori diversi a seconda della specie e della varietà, larghi da 2 a 15 cm. Essi presentano il sepalo dorsale eretto, più o meno anteflesso, sepali e petali lineari o lanceolati e quasi sempre della stessa lunghezza (benché i sepali talvolta siano più lunghi), il labello trilobato, con i lobi laterali rialzati, e maculato sulla parte superiore. Risultano particolarmente durevoli (anche un mese) sia sulla pianta che come fiori recisi. Sono piante adatte alla coltivazione in appartamento o serra fredda o temperata. Se ne conoscono molti ibridi che attualmente sono più coltivati delle specie tipiche.
Cymbidium (foto www.agraria.org)
Cymbidium aloifolium o simulans: originaria di Ceylon e dell’India, è una specie da serra tiepida che presenta pseudobulbi lunghi 7-8 cm, foglie strette e nastriformi e fiori di colore giallo scuro larghi 3-4 cm, portati da fusti penduli lunghi circa 50 cm. Fiorisce in luglio-agosto e preferisce posizioni sospese e ombreggiate.
Cymbidium dayanum: originaria dell’India e della Malesia, questa specie da serra fredda, in ottobre produce fiori larghi 7-8 cm, leggermente profumati, con tepali bianchi, striati di porpora e labello bianco, porpora e giallo, portati da fusti fioriferi penduli che raggiungono la lunghezza di 30 cm.
Cymbidium devonianum: originaria delle regioni dell’Assam e del Sikkim (India) presenta fiori, larghi 2-4 cm., formati da tepali di colore variabile dal verde-giallo scuro all’olivastro macchiati di carminio e labello rosso porpora.
Cymbidium eburneum: questa specie delicata è adatta alla serra fredda e viene utilizzata, in modo particolare, per la produzione di ibridi. Da aprile a maggio produce fiori (solo 2-3 per ogni fusto) di colore bianco avorio con labello striato di porpora, portati da fusti fioriferi eretti lunghi 20-30 cm.
Cymbidium elegans: originaria dell’India, questa specie presenta foglie ricurve e fusti fioriferi arcuati, lunghi 15-45 cm, che portano fiori larghi 3-4 cm, di colore giallo-ocra chiaro con due protuberanze arancione vivo sul labello. Fiorisce in ottobre-novembre.
Cymbidium giganteum: originaria dell’India, questa specie è adatta alla coltivazione in serra fredda. Da settembre a febbraio produce fiori larghi circa 10 cm, con labello giallo macchiato di porpora o rosso bruno e tepali giallo-verde, con striature porpora, portati, in numero di dodici, da fusti fioriferi arcuati che raggiungono la lunghezza di 60-90 cm.
Cymbidium insigne: originaria dell’Indocina, questa specie da serra tiepida, presenta fusti fioriferi, che raggiungono anche 1 metro di altezza e che portano da quattro a dodici fiori di colore rosa pallido.
Cymbidium lowianum: originaria della Birmania, questa specie, adatta alla coltivazione in serra fredda, produce fiori, larghi 10-13 cm., con tepali giallo-verde, venati di rosso-marrone e labello giallo, con il lobo centrale rosso-porpora. Questi compaiono da marzo a maggio, portati, in ciuffi anche di quaranta esemplari, da fusti fioriferi arcuati, lunghi circa 45 cm. La varietà “Concolor” produce fiori con tepali gialli e labello, macchiato di arancione.
Cymbidium pumilum: originaria della Cina meridionale, questa specie terrestre presenta foglie nastriformi, di colore verde brillante che possono raggiungere la lunghezza di 30 cm. I fiori, cerosi e di colore bruno-rossastro e giallo, sono larghi 5 cm. Tra i diversi ibridi che derivano da questa specie ricordiamo: “Albomarginatum”, con foglie orlate di bianco, e fiori costituiti da tepali rosso-bruni e labello bianco macchiato di rosso; ”Flirtation”, di taglia piccola e compatta, che produce fiori con tepali di colore bianco-verdasto, rosa o bruno-porpora e labello bianco macchiato di marrone scuro; ”Mary Pinches Del Ray”, a fiori gialli.
Cymbidium tigrinum: originaria della Birmania, questa specie di piccola taglia è adatta alla coltivazione in serra tiepida. I fiori, larghi 5 cm., sono portati, da fusti fioriferi della lunghezza di 15-25 cm. (in numero di 2-4 per fusto). Presentano tepali di colore verde-oliva e labello bianco, con i lobi laterali striati di rosso e quello centrale a macchie rosse. Fiorisce da in maggio-giugno.
Cymbidium tracyanum: originaria della Birmania, questa specie fiorisce in inverno ed è adatta alla coltivazione in serra fredda. I fusti fioriferi, lunghi fino a 60 cm. portano infiorescenze di 5-15 fiori. Questi, larghi fino a 15 cm. presentano tepali di colore giallo-verde, striati di rosso porpora e labello giallo-chiaro, venato e macchiato di porpora, con margine frastagliato e bianco. Se ne conoscono molti ibridi tra cui: “Babylon Castle Hills”, con fiori rosa scuro; ”Balkis”, a fiori bianchi; ”Baltic”, con fiori verdi; ”Cariga”, a fiori giallo vivo; ”Miretta”, dai fiori verdi; ”C. x pauwelsi ‘Comte de Hemptirne’”, dai fiori rossi; ”Prince Charles”, a fiori rosa chiaro; “Princess Elisabeth”, con fiori bianchi; ”Vieux Rose”, a fiori rosa.
Cymbidium virescens: originaria del Giappone, questa specie “miniatura” presenta tepali verdi e rossi, con labello bianco macchiato di rosso e dotati di un intenso profumo. La varietà “Angustifolium” presenta tepali di colore verde intenso con striature porpora e labello bianco-giallo macchiato di porpora.
Cymbidium (foto www.agraria.org)
Temperatura: i Cymbidium amano il fresco, specialmente di notte quando la temperatura non dovrebbe essere superiore a 15°C. La temperatura minima invernale si aggira intorno ai 10°C durante la fioritura, che in Europa avviene da dicembre ad aprile. In autunno la temperatura minima dovrebbe scendere a 4°C per permettere la formazione dei getti fiorali.
Luce: i Cymbidium richiedono molta luce, possono tollerare anche il sole diretto. Da maggio è bene metterli all’aperto, gradualmente, dove potranno restare fino all’autunno-inverno, a seconda delle zone.
Annaffiature e umidità ambientale: le annaffiature dovranno essere regolari in primavera-estate, ma mai eccessive e più distanziate in inverno. Occorre fare attenzione a non lasciare mai acqua nel sottovaso: molte orchidee muoiono a causa di marciumi radicali. Quando si annaffiano è bene farlo dall’alto: l’acqua scorre e non ristagna, perché nel vaso vi è corteccia che si appesantisce, ma non trattiene l’acqua. Sono da evitare le immersioni perché possono permettere il diffondersi di malattie come il mosaico del Cymbidium, molto comune e pericoloso. L’umidità ambientale dovrebbe essere alta ma non stagnante: i Cymbidium amano luoghi aerati.
Substrato: come substrato di solito viene usata corteccia trattata da orchidea. Avendo radici aeree può andare bene qualsiasi materiale che lasci filtrare l’aria. Viene utilizzata anche una miscela composta da terra da giardino, radici di osmunda e sfagno, con l’aggiunta di farina ossea, carbone vegetale e frammenti di terracotta.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: come tutte le orchidee, devono essere concimati con una certa abbondanza. Si utilizzando concimi bilanciati tra azoto, fosforo e potassio (15 15 15 o 20 20 20). Sarebbe bene concimare ogni quarta annaffiatura: tre senza concime, mentre per la quarta prima si annaffia e poi si concima (per evitare che concimando a terreno asciutto le radici possano assorbire troppo rapidamente il fertilizzante rimanendo irrimediabilmente danneggiate. Generalmente si utilizzano 2 grammi/litro di fertilizzante.
Si effettua per divisione dei cespi. Si esegue da marzo a maggio oppure da febbraio a marzo, facendo attenzione che ogni porzione presenti germogli robusti e numerosi. Per le piante divise in marzo-maggio, dopo il procedimento si sospendono le annaffiature per 3-4 giorni, limitandosi a spruzzare le foglie; per quelle ottenute in febbraio-marzo, si sospendono le annaffiature per 7-10 giorni.
- Cocciniglia cotonosa: succhia nutrimento alla pianta, stimolandola a produrre sostanze zuccherine che la rendono appiccicosa e soggetta ad attacchi di funghi e fumaggini. Si combatte con anticoccidici o strofinando le parti con un batuffolo imbevuto di acqua e alcool.
- Afidi: provoca la comparsa di macchie nere con bordi bianchi sulla pagina inferiore delle foglie. Si combattono con prodotti specifici.
- Ragnetto rosso: acaro che si sviluppa facilmente in ambienti caldi e secchi. Se ne può prevenire la comparsa spruzzando le foglie e mantenendo alta l’umidità ambientale (ad esempio ponendo la pianta su una terrina riempita di ciottoli tenuti sempre bagnati, facendo attenzione che l’acqua non raggiunga mai il fondo del vaso). Si combatte con prodotti acaricidi.
- Virus del mosaico del Cymbidium: si manifesta con punteggiatura necrotica a mosaico sulle foglie e con striature o punteggiature necrotiche di colore bruno nero sui fiori. Spesso la manifestazione sui fiori avviene 2-3, talvolta anche 10-12, giorni dopo la schiusura dei fiori. Il virus è molto infettivo e si può trasmettere da pianta a pianta per contatto diretto, nonché per il tramite di insetti (afidi e cicadelle) o durante le normali pratiche colturali. Essendo il trattamento curativo impossibile, occorre basarsi su norme preventive: eliminare le piante infette, controllare la diffusione di parassiti (quali gli afidi), fare attenzione a pratiche come l’annaffiatura per immersione e utilizzare attrezzi di coltura disinfettati.