Nome comune: Coleus.
Genere: Coleus.
Famiglia: Labiatae.
Etimologia: il nome del genere deriva dal greco koleos, guaina, fodero, in virtù dei filamenti degli stami che appaiono riuniti in piccoli fasci.
Provenienza: il Coleus blumei è originario dell’isola di Giava.
Descrizione genere: comprende circa 150 specie di piante annuali o perenni sempreverdi, che raggiungono l’altezza di circa 30-50 cm e sono coltivate per la spettacolarità del fogliame. Gli esemplari coltivati sono tutti derivati dal C. blumei. Sono piante perenni coltivate come annuali, con foglie opposte, ovato-acuminate e crenate a margini, con la lamina diversamente colorata, a seconda della varietà, fusti a sezione quadrangolare e piccoli fiorellini insignificanti di colore blu-viola riuniti in spighe, a schiusura invernale, che andranno eliminati, non appena comparsi, per evitare che la pianta, andando a seme, perda la sua bellezza (ad eccezione del C. thyrsoideus che presenta una fioritura abbondante e decorativa in inverno). Pur essendo piante perenni, si preferisce seminarle ad ogni primavera o moltiplicarle per talea (visto che le piante adulte tendono diventare sgraziate), specialmente se si intende utilizzarle in esterno, per ornare bordure o aiuole.
Piantine di Coleus blumei (Istituto Tecnico Agrario Firenze) (foto www.agraria.org)
Coleus blumei: originaria dell’isola di Giava, questa specie, perenne, ma coltivata come annuale, presenta portamento espanso e raggiunge l’altezza di 30-40 cm. Ha foglie cuoriformi spesso rosse con margini verdi (ma può assumere anche colorazioni diverse), mentre i fiori, piccoli e insignificanti, devono essere eliminati non appena comparsi (ovvero senza lasciarli sviluppare completamente) per evitare che la pianta ne risenta negativamente a scapito della bellezza del fogliame.
Coleus thyrsoideus: presenta foglie cuoriformi e, da novembre a marzo, produce molti fiori di colore azzurro vivo, riuniti in pannocchie, che rappresentano elemento decorativo. Può raggiungere l’altezza di 1 m. Si coltiva generalmente come pianta biennale e dopo la fioritura si coltiva fino alla primavera o all’estate per prelevare talee. Deve essere annaffiata abbondantemente in inverno per mantenere una bella fioritura.
Coleus verschaffeltii: presenta dimensioni maggiori del C. blumei e foglie cuoriformi, dentate e con la lamina vellutata e di color porpora con margini verdi.
Piantine di Coleus blumei (Istituto Tecnico Agrario Firenze) (foto www.agraria.org)
Piantine di Coleus blumei (Istituto Tecnico Agrario Firenze) (foto www.agraria.org)
Temperatura: la temperatura minima invernale sopportata si aggira intorno ai 16°C. Se coltivate in vaso, l’inverno dovranno essere portate in casa o in serra fredda.
Luce: a causa del fogliame molto colorato, necessita di esposizioni molto luminose, con esclusione dei raggi diretti del sole.
Annaffiature e umidità ambientale: le annaffiature dovranno essere abbondanti in estate, ridotte in inverno (ad eccezione del C. thyrsoideus che fiorisce proprio in inverno e che quindi richiede abbondanti annaffiature anche in questo periodo dell’anno). L’umidità ambientale dovrà essere incrementata con ogni mezzo.
Substrato: il terriccio ideale deve essere una miscela di torba, terra di foglie e terra concimata in parti uguali, con aggiunta di sabbia.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: i Coleus si piantano in primavera. Pur essendo piante perenni, vengono coltivate come annuali.
Moltiplicazione: il metodo di moltiplicazione più usato è la talea, che deve essere prelevata in primavera, per la specie C. blumei dai rami non fioriferi (lunghezza circa 7-8 cm), mentre per C. thyrsoideus dai germogli delle piante potate. Le talee devono essere messe a radicare in un miscuglio di torba e sabbia alla temperatura di 16-18°C.
Potatura: i Coleus devono essere sottoposti a cimatura degli apici vegetativi ogni 2-3 settimane, al fine di stimolare la produzione di altri rami. Le piante coltivate come biennali (C. thyrsoideus e C. blumei) devono essere potate in febbraio di circa due terzi (10 cm dalla base per C. thyrsoideus).
- Aleurotide delle serre: questi piccoli moscerini di colore bianco si diffondo velocemente da una pianta all’altra. Gli esemplari colpiti si ricoprono di sostanze zuccherine (che favoriscono l’attacco da parte delle cocciniglie), ingialliscono e deperiscono. Si combattono con insetticidi.
- Afidi: attaccano foglie e fiori. Succhiano la linfa e rendono la pianta appiccicosa. Si eliminano lavando la pianta e trattandola con insetticidi specifici.
- Cocciniglie: si manifestano più facilmente su esemplari già attaccati dall’aleurotide delle serre. Si combattono con anticoccidici ed eliminando i rami e le foglie colpite. In alternativa al prodotto chimico, si possono strofinare le parti colpite con un pennellino bagnato con acqua e alcool.
- Foglie che ingialliscono o appassiscono e cadono: carenza di acqua.
- Anello scuro e grinzoso sullo stelo: marciume dovuto ad annaffiature eccessive.
- Foglie scarsamente colorate: esposizione non sufficiente luminosa.
- Sbalzi di temperatura e temperature troppo basse: la pianta si riduce a un ammasso fradicio. Bisogna tagliare le parti colpite e spostare la pianta in un luogo più caldo e senza correnti.