Nome comune: Cordiline.
Genere: Cordyline.
Famiglia: Liliaceae.
Etimologia: il nome del genere deriva dal greco kordyle, clava, a causa della forma che assumono le radici di alcune specie.
Provenienza: Asia tropicale, America e Nuova Zelanda.
Descrizione genere: comprende 15 specie di alberi e arbusti sempreverdi, che spesso vengono confuse con quelle del genere Dracaena (anche se si differenziano da queste per le radici, che, nelle Cordyline sono bianche e stolonifere, mentre nelle Dracaena sono di colore giallo o rosso-brunastro e non stolonifere). Nel loro habitat naturale raggiungono anche dimensioni notevoli, perdendo le foglie basali e andando in contro a un processo di lignificazione del fusto. Le foglie sono lineari, più o meno appuntite e coriacee, disposte in rosetta spiralata, spesso vivacemente colorate. I fiori sono riuniti in pannocchie. Molte delle specie appartenenti a questo genere non sono adatte agli appartamenti riscaldati, che presentano un clima troppo caldo e secco in inverno. Vengono invece coltivate con successo all’aperto nelle zone rivierasche, soprattutto in quelle dei grandi laghi prealpini.
Cordyline terminalis (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)
Cordyline australis: originaria della Nuova Zelanda, in natura raggiunge gli 8-10 m di altezza, presentando un fusto eretto, ramificato in alto e portante in cima un ciuffo di foglie lineari, lunghe, disposte a rosetta, ricadenti in basso e di colore verde intenso. Può essere coltivata all’aperto nelle zone litoranee e, dopo 8-10 anni, all’inizio dell’estate, possono produrre infiorescenze sotto forma di pannocchie piumose, larghe 1 m. Tra le varietà più diffuse troviamo:
- “Atropurpurea” con foglie violacee alla base;
- ”Aaureo Striata” con foglie verdi striate longitudinalmente di giallo;
- ”Dalleriana” con foglie striate di giallo;
- ”Doucetiana” con foglie a bordi bianchi;
- ”Lineata” con foglie larghe, inguainanti, colorate di viola alla base;
- ”Purpurea” con foglie sfumate di porpora;
- ”Veitchii” con foglie color porpora chiaro.
Cordyline indivisa: originaria della Nuova Zelanda, questa specie raggiunge i 6 m di altezza in natura, anche se in vaso supera difficilmente il metro. Il fusto è singolo e porta in cima un ciuffo di foglie strette, lanceolate, appuntite, con nervatura centrale rossa o gialla.
Cordyline terminalis: specie originaria dell’Asia tropicale (dove raggiunge i 2 m di altezza), viene anche commercializzata con il nome di Dracaena terminalis (anche se si differenzia dal genere Dracaena per l’apparato radicale: vedi descrizione genere). Da noi non supera i 70-80 cm di altezza. Si adatta agli appartamenti solo in ambienti molto luminosi. Presenta un fusto breve che porta foglie alterne, oblungo-lanceolate, inserite una vicino all’altra e di colore verde bronzo con sfumature crema, rosa, rosse o porpora. Tra le varietà più diffuse troviamo:
- “Amabilis” con foglie larghe di colore verde brillante con punteggiature rosa e bianche;
- “Bartetii” con foglie rosse che cangiano verso il nero;
- “Guilfoylei” con foglie arcuate striate di rosso, rosa e bianco;
- “Liberation” con foglie di colore all’inizio rosso-violetto e poi bronzo;
- “Re Alberto” con foglie rosa acceso venate di giallo;
- “Tricolor” con foglie più larghe e variegate di rosa, rosso e bianco crema;
- “Youngii” che presenta foglie che assumono un color bronzo man mano che crescono.
Temperatura: la temperatura minima invernale non deve scendere al di sotto dei 15-16°C.
Luce: il genere Cordyline richiede un’esposizione molto luminosa (per mantenere le variegature del fogliame), ma al riparo dai raggi diretti del sole. Scarsità di luce provocherà l’impallidimento dei colori.
Annaffiature e umidità ambientale: le annaffiature dovranno essere abbondanti in estate, avendo cura di evitare ristagni di acqua nel sottovaso, che possano compromettere la salubrità dell’apparato radicale; ridotte in inverno. L’umidità ambientale dovrebbe essere buona e innalzata con spruzzature e nebulizzazioni del fogliame, utilizzando acqua a temperatura ambiente.
Substrato: miscela a base di terra di foglie, alla quale andranno aggiunte torba, sabbia e sfagno triturato, allo scopo di migliorare il drenaggio e mantenere le radici umide e fresche.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: concimare frequentemente nel periodo estivo. Con il tempo le Cordyline tendono a spogliarsi alla base.
Moltiplicazione: le piante del genere Cordyline possono essere riprodotte per seme, in primavera, sotto protezione, su fondo riscaldato (almeno 20°C) e in ambiente umido. Sulle piante che si siano spogliate alla base possono essere praticate margotte o talee della parte apicale. Queste ultime si ottengono tagliando la parte apicale della pianta e mettendola a radicare in un miscuglio di torba e sabbia, sotto copertura di vetro o plastica, in un luogo dove la temperatura non scenda mai sotto i 21°C. Un altro metodo di moltiplicazione consiste nell’appoggiare un pezzetto di fusto nudo, con almeno due o tre nodi, su un recipiente, coperto con vetro o plastica e contenente una miscela di torba e sabbia mantenuta umida. Le nuove piantine nasceranno da ciascun nodo e andranno trapiantate in vaso singolo a giugno-luglio. È importante ricordare che ogni volta che si mettono talee o parti di fusto a radicare sotto copertura, non bisogna scordare di rimuoverla, di tanto in tanto e con cautela (non bruscamente per evitare sbalzi termici), per permettere la circolazione dell’aria ed evitare ristagni di umidità. Generalmente la parte di fusto che rimane dopo il prelievo della talea apicale sarà stimolata ad emettere germogli laterali, che possono essere lasciati sulla pianta o utilizzati per la moltiplicazione.
Potatura: non richiedono una vera e propria potatura, ma le piante con fusto spoglio e troppo lungo potranno essere “potate” per ottenere talee apicali e pezzi di fusto da usare per la moltiplicazione. La parte di fusto che rimane dopo il prelievo della talea apicale sarà stimolata ad emettere germogli laterali, che possono essere lasciati sulla pianta o utilizzati per la moltiplicazione.
- Cocciniglie: si localizzano sul fusto e sotto le foglie e, succhiando linfa, stimolano la pianta a produrre sostanze zuccherine, rendendola più soggetta all’attacco di funghi e fumaggini. Si combattono con prodotti anticoccidici o strofinando la parte colpita con un batuffolo imbevuto di acqua e alcool.
Ragnetto rosso: acaro che si sviluppa in climi caldi e secchi. Si previene innalzando l’umidità atmosferica con nebulizzazioni e spruzzature delle foglie. Si combatte con prodotti acaricidi.
Foglie spioventi o che cadono: scarsa umidità ambientale. Effettuare nebulizzazioni del fogliame una o due volte alla settimana.