Nome comune: Potos.
Genere: Scindaptus.
Famiglia: Araceae.
Etimologia: dal greco “skindapsos”, che indicava una specie non ben identificata, dal portamento simile all’edera. Nel gergo orticolo viene anche chiamato Pothos, anche se questo nome in realtà indica un altro genere non coltivato.
Provenienza: Thailandia e isole Salomone (Oceano Pacifico).
Descrizione genere: comprende circa 40 specie di piante, rampicanti e sempreverdi facili da coltivare e apprezzate per la loro eleganza. Alcune specie prima erano classificate nel genere Pothos e spesso vengono identificate ancora con tale nome.
Scindapsus aureus - Pothos aureus - Rhaphidophora aurea (foto www.agraria.org)
Scindapsus aureus o Pothos aureus o Epipremnum aureum o Rhaphidophora aurea: specie rampicante, sempreverde, dotata di radici aeree che si sviluppano a partire dai nodi. Le foglie (che in natura raggiungono anche la lunghezza di 50 cm e più) hanno la lamina che si presenta ovata, acuminata, lunga circa 10 cm., di colore verde screziato di giallo, allo stadio giovanile e cuoriforme, allo stadio adulto. In appartamento spesso si perdono le variegature, complice talvolta un’esposizione poco luminosa. I fiori, che raramente compaiono in appartamento, sono piccolissimi e raccolti in uno spadice avvolto da una spata colorata. Nel suo habitat naturale raggiunge 6-8 m. di altezza, mentre in appartamento non supera i 2 m. È adatto alla coltivazione in panieri sospesi come ricadente o su tutori ricoperti di sfagno, come rampicante. Tra le varietà più diffuse troviamo: “Giant Leaf”, con foglie abbastanza grandi anche allo stadio giovanile; “Golden Queen”, con foglie completamente gialle; “Marble Queen”, con foglie abbondantemente screziate di bianco, a volte completamente bianche con screziature verdi; “Tricolor”, dalle foglie verdi screziate di verde pallido e giallo chiaro o bianco crema; “Wilcoxii”, dalle variegature giallo oro.
Scindapsus pictus “Argyraeus” o Epipremnum pictum “Argyraeum”: specie rampicante, perenne e sempreverde, dall’aspetto abbastanza esile. Alcuni autori ritengono la forma “Argyraeus” uno stadio giovanile. Le foglie, portate da steli lunghi anche 1,8-2,4 m. verdi da giovani e rossastro-bruni a maturità, sono piccole, oblique, acuminate, di colore verde scuro tendente al glauco con margini sottili argentei, così come le macchie irregolari che ne ricoprono la lamina, che per altro assume un aspetto satinato. Questa specie non è molto coltivata per la sua delicatezza.
Scindapsus siamense: originaria della Thailandia, questa specie non molto comune presenta foglie sottili, cordate e acuminate, di colore verde opaco e screziate in argento o verde pallido. Può raggiungere il metro di altezza. Fiorisce molto raramente.
Scindapsus pictus (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)
Temperatura: la temperatura minima invernale deve essere compresa tra 13 e 18 °C (in modo particolare per S. pictus non deve scendere al di sotto di 16 °C).
Luce: buona, ma diffusa al riparo dal sole diretto. Un’esposizione poco luminosa determinerà la perdita delle screziature.
Annaffiature e umidità ambientale: annaffiare frequentemente in estate (anche 3 volte la settimana se fa molto caldo), lasciando che il substrato asciughi tra una somministrazione e l’altra; ridurre le somministrazioni in inverno; l’umidità ambientale deve essere incrementata con spruzzature e lavaggi delle foglie, nonché posizionando i vasi su terrine riempite di ciottoli tenuti costantemente umidi. Essendo piante con apparato radicale poco sviluppato e soggetto a marciumi radicali, si preferisce assicurare un’adeguata umidità alle radici aeree.
Substrato: leggero e poroso, costituito da terriccio universale sterile (specie per S. pictum soggetto a malattie fungine) con aggiunta di poca torba e sabbia. Per S. aureus si può utilizzare anche una composta a base di terra di foglie e torba in parti uguali, con aggiunta di sabbia.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: si rinvasano in marzo-aprile, utilizzando contenitori più grandi se necessario. Si possono coltivare sia in panieri sospesi che come piante rampicanti, utilizzando tutori rivestiti di sfagno. In primavera-estate è bene somministrare concime liquido (metà dose) ogni 4-5 settimane. Cimature regolari degli apici favoriranno uno sviluppo più rigoglioso e compatto.
Moltiplicazione: si possono ottenere nuovi esemplari utilizzando talee apicali, lunghe 10-15 cm., (in marzo-aprile), che dovranno essere messe a radicare, in vasi riempiti di torba e sabbia, interrate leggermente e obliquamente, in modo che solo poco terreno ricopra la base della talea. La temperatura ideale dovrebbe aggirarsi intorno a 21 °C. La radicazione, comunque, risulta lenta e le talee sono facilmente soggette a marciume, mentre se l’umidità non è sufficiente disseccano facilmente. La radicazione delle talee apicali avviene facilmente anche in acqua pura. Più sicuro è forse il metodo per propaggine, realizzabile interrando e fermando con delle forcine un fusto all’altezza di un nodo, in un vaso posto vicino. Anche in questo caso, passerà molto tempo prima che le radici si siano sviluppate e diffuse nel substrato. Quando questo sarà avvenuto si potrà staccare il nuovo esemplare dalla pianta madre. Un altro metodo per ottenere nuovi esemplari consiste nella divisione dei cespi, effettuabile con un coltello ben affilato al momento del rinvaso, avendo cura di ripiantare immediatamente le porzioni ottenute in vasi di 7-8 cm. di diametro utilizzando la composta adatta alle piante adulte.
Potatura: cimature regolari degli apici vegetativi, eseguite in maggio-giugno, favoriranno uno sviluppo più rigoglioso e compatto.
- Macchie gialle o brune sulle foglie (specie per S. pictus): è probabile che la pianta sia stata attaccata da una malattia fungina. Trattatela con prodotti anticrittogamici.
- Foglie con macchie brune, che poi ingialliscono e cadono: temperature troppo basse, correnti d’aria o annaffiature eccessive.
- Foglie che perdono le screziature, fino a tornare del tutto verdi: esposizione poco luminosa.
- Ragnetto rosso: acaro che si sviluppa facilmente in ambienti caldi e secchi. Se ne riconosce la presenza dalla formazione di piccole ragnatele sulla pagina inferiore delle foglie. Se ne può prevenire la comparsa spruzzando le foglie e mantenendo alta l’umidità ambientale (ad esempio ponendo la pianta su una terrina riempita di ciottoli tenuti sempre bagnati, facendo attenzione che l’acqua non raggiunga mai il fondo del vaso). Si combatte con prodotti acaricidi.
- Muffa grigia: è un fungo (Botrytis cinerea) che provoca la comparsa di macchie scure e, successivamente, di ammassi polverulenti grigi sulle foglie. È facilitata nella sua diffusione da piantagioni molto fitte. Bisogna eliminare le parti colpite e l’eventuale terriccio “ammuffito”, nonché trattare la pianta con un prodotto anticrittogamico.