Nome comune: Piper.
Genere: Piper.
Famiglia: Piperaceae.
Etimologia: il nome è quello latino antico, derivato dal greco “peperi”, termine di probabile derivazione indiana.
Provenienza: Giappone e isole Celebes.
Descrizione genere: molto vasto, comprende circa 2000 specie di piante delle quali praticamente solo due sono coltivabili in appartamento. Sono entrambi arbusti sarmentosi, dioici, con foglie alterne, cordate, acuminate e provviste di stipole.
Piper ornatum (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)
Piper chaba
Piper futokadsura: originario del Giappone, questo arbusto sarmentoso, molto vigoroso presenta foglie di colore verde scuro. In Italia è poco coltivato.
Piper ornatum: specie originaria delle isole Celebes, presenta portamento sarmentoso e foglie molto ornamentali, dalla lamina lucida, peltata, di colore verde con macchie irregolari disposte lungo le venature principali, di colore rosa nelle foglie giovani, bianco nelle foglie adulte. La pagina inferiore delle foglie è di colore rosso scuro, come, del resto, anche i piccioli.
Piper sylvaticum
Piper chaba (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)
Piper sylvaticum (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)
Temperatura: la temperatura minima invernale non deve essere inferiore a 7-10 °C per P. futokadsura; a 16 °C per P. ornatum.
Luce: buona e diffusa, al riparo dai raggi diretti del sole.
Annaffiature e umidità ambientale: abbastanza frequenti per tutto l’anno, anche se in inverno possono essere più diradate. L’umidità ambientale dovrebbe essere abbastanza buona specie per P. ornatum che gradisce spruzzature del fogliame e il posizionamento del vaso su terrine riempite di ciottoli, mantenuti sempre bagnati.
Substrato: composto da terra di foglie e torba, con aggiunta di sabbia.
Si possono ottenere nuovi esemplari mettendo a radicare talee di fusto in un terrine riempite di torba e sabbia alla temperatura di 21-24 °C, sotto copertura (avendo cura di arieggiare spesso per evitare ristagni di umidità). Nuove piante possono essere ottenute anche per propaggine, interrando parzialmente i rami flessibili (su vasi adiacenti) e dividendoli dalla pianta madre a radicazione avvenuta.