Nome comune: Edera svedese (per P. oertendahlii).
Genere: Plectranthus.
Famiglia: Labiateae.
Etimologia: dal greco “plectron”, sperone e ”anthos”, fiore, per la presenza di un piccolo tubo, simile a uno sperone, che forma la corolla sulla sua parte posteriore.
Provenienza: regioni a clima tropicale.
Descrizione genere: comprende circa 250 specie di piante perenni, suffruticose, arbustive o erbacee, bulbose che presentano fusti quadrangolari, foglie opposte, generalmente a margini dentati e infiorescenze a pannocchia terminale, che compaiono in estate. Le piante coltivate in appartamento presentano, di solito, portamento prostrato e si adattano bene all’utilizzo in panieri sospesi. Sono facili da coltivare e di rapido accrescimento.
Plectranthus myrianthus (Istituto Tecnico Agrario Firenze)(foto www.agraria.org)
Plectranthus australis: originaria dell’Australia, questa specie cespugliosa a portamento eretto presenta foglie cerose, lunghe 4 cm., di forma ovale, con l’apice acuminato e di colore verde scuro. Cresce fino a 1 m. di altezza.
Plectranthus behrii: originaria del Sudafrica, questa specie a portamento eretto, che raggiunge il metro di altezza, presenta foglie dalla lamina ampia e increspata, di colore verde-bronzo con nervature rosse. Produce fiori dal caratteristico sperone rosa, che compaiono riuniti in lunghe spighe.
Plectranthus coleoides o P. forsteri: originaria dell’Australia e della Nuova Zelanda, questa specie presenta un portamento eretto fino a 30 cm. di altezza, dopo di che i fusti quadrangolari assumo un andamento ricadente. In commercio si trova quasi esclusivamente la varietà “Marginatus” con foglie opposte, lunghe 5-7 cm., dalla lamina cuoriforme, tomentosa, di colore verde chiaro, con i margini crenati bordati di bianco o bianco-crema. A volte la parte centrale della foglia può presentare due toni di verde. I fiori sono insignificanti e si preferisce asportarli non appena compaiono per favorire lo sviluppo delle foglie.
Plectranthus myrianthus
Plectranthus neochilus
Plectranthus nummularis: originaria dell’Australia, questa specie presenta portamento prostrato e foglie rotondeggianti, di consistenza cerosa e colore verde, con nervature porpora, sulla pagina superiore e verde-grigio, su quella inferiore.
Plectranthus oertendahlii: originaria dell’Africa meridionale, questa specie a portamento prostrato presenta fusti porpora che emettono radici aeree, in corrispondenza dei nodi e portano foglie, larghe da 2,5 a 5 cm., dalla lamina rotondeggiante, di colore verde-bronzo, con macchie argentate lungo le nervature principali, sulla pagina superiore; di color rosa-porpora, su quella inferiore. Dall’inizio di giugno fino a ottobre, produce fiori, lunghi 1,5 cm., tubulosi, di colore bianco o lavanda chiaro, che compaiono riuniti in rade pannocchie o racemi apicali eretti, lunghi 10-15 cm. Cresce fino a 15 cm. di altezza e 40-60 cm. di larghezza. È adatta alla coltivazione in panieri sospesi.
Plectranthus saccatus: originaria del Sudafrica, questa specie a portamento semistrisciante presenta piccole foglie di colore verde chiaro e fiori blu-porpora che compaiono in abbondanza in estate.
Plectranthus neochilus (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)
Plectranthus saccatus (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)
Temperatura: la temperatura minima invernale non dovrebbe essere inferiore a 13-16 °C.
Luce: molto buona e diffusa, al riparo dai raggi diretti del sole.
Annaffiature e umidità ambientale: annaffiare frequentemente in estate; diradare le somministrazioni in inverno (senza lasciare che il terreno si asciughi del tutto). Non ha particolari esigenze in fatto di umidità, ma preferisce ambienti ben aerati e non stagnanti. Comunque, spruzzature del fogliame con acqua tiepida ogni 3-4 giorni saranno gradite.
Substrato: composto da parti uguali di terra di foglie mature e terra concimata, con aggiunta di sabbia e torba per aumentarne la permeabilità e la leggerezza.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: si rinvasa in aprile, se necessario. I panieri sospesi devono essere foderati con dello sfagno, mai con la plastica. In primavera-estate somministrare concime liquido a cadenza bisettimanale. Di solito le piante perdono le foglie basali e sarà bene rinnovarle per talea almeno una volta all’anno.
Moltiplicazione: si possono ottenere nuovi esemplari, qualsiasi periodo dell’anno, mettendo a radicare in un substrato a base di torba e sabbia, mantenuto umido, in buona luce indiretta e alla temperatura di 16-20 °C, talee lunghe 8-10 cm., prelevate dai germogli apicali eseguendo il taglio sotto un nodo e avendo cura di eliminare le foglie più basse. A radicazione avvenuta (quando la vegetazione comincerà a riprendersi), le piantine dovranno essere trapiantate, in vasi di 8 cm. di diametro o in panieri sospesi, a gruppi di 3-4 e trattate come piante adulte. Le talee radicano bene anche in acqua pura. Si può anche procedere, in aprile-maggio, alla divisione delle radici, che andranno piantate subito nella stessa composta usata per le piante adulte.
Potatura: se necessario per mantenere la forma della pianta si può procedere a una potatura in primavera e a una cimatura degli apici per stimolare la produzione di nuovi germogli.
- Foglie che appassiscono e avvizziscono: annaffiature insufficienti; probabilmente si è lasciato che il substrato asciugasse del tutto. Se la pianta rimane asciutta a lungo, non ci sono molte possibilità di ripresa.
- Fusti anneriti: probabilmente si accompagnano a un apparato radicale marcescente per le eccessive annaffiature o per un attacco fungino. Nel secondo caso eliminare la pianta infetta, dopo aver prelevato i fusti sani per farne talee.
- Oidio o mal bianco: è provocata da funghi della famiglia delle Eirisifacee. È causa della comparsa di macchie bianche polverulente su foglie e steli, caratterizzati da un tipico odore di muffa. Colpisce in modo particolare le piante tenute in posizioni troppo ombreggiate nel periodo invernale, specie se l’ambiente è caldo e umido. Trattare la pianta con un anticrittogamico.
- Afidi: attaccano foglie e fiori. Succhiano la linfa e rendono la pianta appiccicosa. Si eliminano lavando la pianta e trattandola con insetticidi specifici.
- Cocciniglie cotonose: può attaccare le piante, specie in presenza di clima caldo e secco. Bisogna asportarle, trattare la pianta con un prodotto anticoccidico ed elevare il tasso di umidità ambientale (le spruzzature e i lavaggi fogliari permettono di eliminare le cocciniglie allo stato larvale). In alternativa al prodotto chimico, si possono strofinare le parti colpite con un batuffolo di cotone bagnato con acqua e alcool.