Nome comune: Felce.
Genere: Nephrolepsis.
Famiglia: Polipodiaceae.
Etimologia: deriva dal greco “nephros”, rene e ”lepis”, scaglia, a causa della forma della membrana che serve da riparo alle spore (l’indusio).
Provenienza: zone tropicali.
Descrizione genere: comprende circa 30 specie di felci sempreverdi o semisempreverdi, epifite o terrestri, che, dai rizomi stoloniferi, emettono cespi di fronde, pennate o bipennate, formate da pinnule articolate in varia forma, che nel complesso appaiono slanciate, arcuate, talvolta ricadenti. Sono piante adatte alla coltivazione in serra o appartamento, in vasi o panieri sospesi.
Nephrolepsis (foto www.agraria.org)
Nephrolepsis acuminata: originaria della Malesia e delle isole della Sonda, questa felce presenta fronde erette, che possono raggiungere anche la lunghezza di un metro, formate da grandi pinnule con aspetto diverso a seconda della varietà: composte nella varietà “Multiceps”; increspate nella varietà “Furcans plumosa”.
Nephrolepsis cordifolia o N. tuberosa: originaria della Nuova Zelanda, del Giappone e dell’Oceania, questa felce sempreverde presenta fronde, lunghe anche 60 cm., arcuate all’estremità formate da piccole pinnule di colore verde brillante. Cresce fino a un metro di altezza. in commercio se ne trovano diverse varietà, tra le quali ricordiamo: “Compacta”, di taglia ridotta; ”Crispato-congesta”, dalle pinnule increspate; ”Duffii”, con fronde sottili e piccole pinnule; ”Plumosa”, dalle fronde ricadenti, lunghe fino a 150 cm., formate da pinnule falciformi.
Nephrolepsis exaltata: le fronde di questa specie, che rappresenta una delle felci più coltivate, possono raggiungere i 180 cm. di lunghezza e sono pennate, rigide e ricurve, formate da pinnule sottili, dentellate e leggermente increspate di colore verde brillante. La specie tipo dalle fronde quasi del tutto erette non viene quasi più coltivata. In commercio invece si trovano un vasto assortimento di varietà e cultivar che possono differenziarsi notevolmente in quanto a portamento, lunghezza e aspetto delle fronde, che possono diventare bipennate, tripennate, più o meno settate, arricciate e con aspetto piumoso. Tra quelle più note troviamo: “Bostoniensis”, con fronde più grandi e a crescita più rapida rispetto alla specie tipo; “Childsi”, dalle piccole fronde lunghe solo 30 cm,; ”Elegantissima”, dalle fronde pluripennate composte da pinnule doppie; ”Hillii”, caratterizzata da fronde di colore verde chiaro, increspate e bipennate; “Magnifica”, dalle fronde simili a pizzi, lunghe 30-40 cm.; ”Marshallii”, dalle larghe fronde verde chiaro, crenate; ”Roosveltii”, con fronde pennate e pinnule ondulate; ”Roosveltii plumosa”, dalle pinnule molto frastagliate e ondulate; “Whitmanii”, dalle fronde lunghe 45 cm. più increspate del normale.
Nephrolepsis tesselata: questa felce presenta fronde, lunghe fino a 90 cm., ricadenti, di colore verde scuro, con gambi sottili e nerastri.
Temperatura: la temperatura minima invernale non deve essere inferiore a 10 °C. Nel periodo invernale le felci soffrono molto per la scarsa umidità ambientale correlata al riscaldamento delle nostre abitazioni. Non dimenticare mai questo particolare, se si vogliono ottenere esemplari degni di nota.
Luce: sopportano anche ambienti non molto luminosi. Non tollerano il sole diretto.
Annaffiature e umidità ambientale: annaffiare abbondantemente in primavera-estate; ridurre le somministrazioni in autunno-inverno (specie se la temperatura scende molto), facendo però in modo che il terreno risulti sempre umido. Tenere molto alta l’umidità ambientale ponendo i vasi su terrine contenenti ghiaino o ciottoli mantenuti sempre bagnati e spruzzando frequentemente le fronde.
Substrato: composto da terra di foglie mature e torba, con aggiunta di sabbia.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: da maggio a settembre concimare ogni 2-3 settimane. Ogni anno, in marzo, togliere la pianta dal vaso, eliminare le fronde secche e, se la pianta è cresciuta molto, sostituire il vaso; altrimenti aggiungere solo un po’ di terriccio nuovo a base di torba e riutilizzare lo stesso vaso.
Moltiplicazione: in marzo si possono ottenere nuovi esemplari per divisione dei cespi. Nello stesso periodo si può procedere alla separazione degli stoloni, che alcune specie producono in gran quantità, e al loro trapianto in singoli vasi (meglio se le nuove piantine presentano radici già sviluppate). “Potare” le piante madri a 15-20 cm di altezza favorisce la produzione di stoloni. La semina delle spore è possibile solo per le specie tipo, visto che gli ibridi e le varietà orticole sono per lo più sterili.
Potatura: tagliare le piante a 15-20 cm. può essere utile per ottenere un maggior numero di stoloni da utilizzare per rinnovare gli esemplari in nostro possesso.
- Foglie che imbruniscono e diventano fragili: carenza di acqua e umidità.
- Foglie ingiallite: carenze nutrizionali.
- Cocciniglie brune: si manifestano con la formazione di escrescenze (determinate dal piccolo “guscio”) marroni e conferendo alla pianta un aspetto nerastro e appiccicoso (a causa della produzione da parte della pianta di sostanze zuccherine che la rendono soggetta all’attacco di funghi e fumaggini). Si combattono asportandole e trattando la pianta con un prodotto anticoccidico o strofinando le parti colpite con un batuffolo imbevuto di acqua e alcool.