Nome comune: Pittosporo o Pitosforo (per P. tobira)..
Genere: Pittosporum.
Famiglia: Pittosporaceae.
Etimologia: dal greco “pitta”, pece, resina e ”spora”, seme, perché ha i semi ricoperti di resina.
Provenienza: regioni a clima subtropicale di Asia, Oceania e Africa.
Descrizione genere: comprende circa 150 specie di arbusti e piccoli alberi, semirustici, dal fogliame persistente e molto decorativo, adatte alla formazione di siepi o alla coltivazione in vaso di dimensioni adeguate. Le foglie, di solito, sono alterne o riunite in verticilli o mazzetti. I fiori, spesso profumati, singoli o riuniti in pannocchie, possono essere bianchi, gialli o, addirittura, scuri (quasi neri) e hanno forma campanulata o tubulosa.
Pittosporum tobira - Pittosporo (foto www.agraria.org)
Pittosporum crassifolium: originaria della Nuova Zelanda, questa specie arbustiva presenta foglie persistenti, alterne, dalla lamina obovata, di consistenza coriacea, di colore verde scuro, sulla pagina superiore e bianco o rossiccio, su quella inferiore. In aprile-maggio produce fiori marroni, riuniti in corimbi terminali, larghi 5 cm., che sono seguiti da frutti a capsula ovoidale. Può crescere fino 3,5 m. di altezza e 2 m. di diametro.
Pittosporum dallii: originaria della Nuova Zelanda, questa specie arborea presenta rami, di colore rosso da giovani, che portano foglie persistenti, coriacee, di forma ovato-lanceolata e colore verde scuro. In luglio produce corimbi terminali di fiori bianchi, gradevolmente profumati. Può crescere fino a 2,5-3 m. di altezza e diametro.
Pittosporum daphniphyllum: proviene dalla Cina questo arbusto delicato, che può essere coltivato all’aperto solo in regioni dal clima mite. Presenta foglie persistenti, ovato-oblunghe, di colore verde scuro. I piccoli fiori, di colore giallo-verde, presentano calice tuboloso e corolla formata da petali ricurvi e compaiono riuniti in pannocchie terminali. Cresce fino a 2-3 m. di altezza e larghezza.
Pittosporum heterophyllum: specie arbustiva a portamento prostrato, che presenta foglie persistenti, strette, di forma ovale-lanceolata, lunghe 2-4 cm. In aprile-maggio produce piccoli fiori giallo chiaro. È una delle specie più resistenti al freddo. Resiste bene anche alla siccità. Può crescere fino 1-2 m. di altezza e di diametro.
Pittosporum procerum: questa specie arbustiva, simile alla precedente, se ne differenzia per le grandi foglie lanceolate, i fiori bianchi, riuniti in infiorescenze ad ombrella e il maggiore sviluppo in altezza.
Pittosporum tenuifolium o P. nigricans: originario della Nuova Zelanda, questo albero semirustico, presenta fusti quasi neri e foglie persistenti, ovato-oblunghe, di colore verde chiaro e con i magini ondulati, lunghe 3-6 cm. In agosto produce fiori porpora-marrone, che emanano un profumo di vaniglia e compaiono all’ascella delle foglie. Cresce fino a 5-6 m. di altezza e 2-3 m. di diametro. Tra le varietà più note troviamo: “Augyrophillum”, dalle foglie variegate di bianco; ”Aureo-variegatum”, con foglie macchiate di giallo; “Garnettii”, dalle foglie grigio-verdi, marginate di bianco crema; “Irene Patterson”, con portamento a cupola regolare e foglie macchiate di bianco crema, dall’aspetto traslucido, sui giovani germogli; “Purpureum”, con foglie di colore bronzo all’inizio, porpora intenso in seguito;”Silver Queen”, con foglie dalle variegature grigio-argentee; “Variegatum”, con portamento colonnare e foglie acuminate verde chiaro, marginate di bianco.
Pittosporum tobira: originario di Cina e Giappone, questo arbusto di piccole dimensioni si presta per la coltivazione in vaso (in terrazzo) o per la formazione di siepi. Presenta foglie persistenti, coriacee, dalla lamina lucida, di forma obovata e colore verde scuro. In aprile-luglio produce fiori bianchi o giallo crema, molto profumati, che compaiono riuniti in pannocchie terminali, larghe 5-8 cm. Può crescere fino a 2-5 m. di altezza e 2-4 m. di diametro. Viene utilizzato per formare siepi, data la sua docilità alle potature, ma anche come esemplare isolato e in vaso. Tra le varietà in commercio: “Nanum”, dalla forma bassa più rotondeggiante; “Variegatum”, foglie dalle striature argentee.
Temperatura: P. tenuifolium e P. tobira resistono a temperature minime invernali di 0/-5 °C.
Luce: richiedono posizioni soleggiate e riparate dai venti.
Annaffiature e umidità ambientale: sopportano bene la siccità e l’aria di mare, anche se annaffiature regolari in primavera-estate permettono di ottenere fogliame più folto e fioritura più ricca.
Substrato: terreno fertile ben drenato, a base di terra da giardino, terriccio e torba, con aggiunta di sabbia.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: sono specie adatte alla coltivazione all’aperto, in zone dal clima mite, o in serra fredda, in inverno, per le zone a clima rigido. In primavera-estate si tengono comunque all’aperto.
Moltiplicazione: si possono ottenere nuovi esemplari da talee lunghe 8-10 cm., prelevate in maggio-giugno da rami laterali semimaturi, avendo cura di lasciare una porzione del ramo portante. Queste devono essere messe a radicare in cassone da moltiplicazione, alla temperatura di 16-18 °C. A radicazione avvenuta si procede al trapianto delle singole piantine in vasi di 8 cm. di diametro, riempiti con il substrato utilizzato per le piante adulte. Le piantine dovranno trascorre l’inverno in cassone o serra fredda. In aprile-maggio potranno essere messe a dimora le piante a rapido accrescimento come P. tenuifolium; le talee delle altre specie dovranno trascorre un altro anno in vasi di 10-15 cm. di diametro, interrati in letto freddo. I pittospori si seminano in marzo in cassone freddo, avendo cura di pulire i semi dalla sostanza vischiosa che li ricopre. Le piantine così ottenute devono essere tenute, per il primo anno, in vasi di 8 cm. di diametro. Per i successivi 2-3 anni si terranno in vasi di 10-15 cm. di diametro. Quindi in aprile-maggio si potrà procedere alla messa a dimora. Nuovi esemplari possono essere ottenuti anche per margotta.
Potatura: tutte le specie sopportano bene la potatura, che deve essere eseguita in aprile, accorciando i rami troppo cresciuti e ridando una forma armonica e compatta alla pianta. Per le siepi, una volta raggiunta le dimensioni desiderate, si procede al “pareggiamento” annualmente, tra aprile e giugno.
- Afidi: attaccano foglie e fiori. Succhiano la linfa e rendono la pianta appiccicosa. Si eliminano lavando la pianta e trattandola con insetticidi specifici.
- Cocciniglie cotonose: può attaccare le piante, specie in presenza di clima caldo e secco. Bisogna asportarle, trattare la pianta con un prodotto anticoccidico ed elevare il tasso di umidità ambientale (le spruzzature e i lavaggi fogliari permettono di eliminare le cocciniglie allo stato larvale). In alternativa al prodotto chimico, si possono strofinare le parti colpite con un batuffolo di cotone bagnato con acqua e alcool.
- Cocciniglie brune: si manifestano con la formazione di escrescenze (determinate dal piccolo “guscio”) marroni e conferendo alla pianta un aspetto nerastro e appiccicoso (a causa della produzione da parte della pianta di sostanze zuccherine che la rendono soggetta all’attacco di funghi e fumaggini). Si combattono asportandole e trattando la pianta con un prodotto anticoccidico o strofinando le parti colpite con un batuffolo imbevuto di acqua e alcool.