Capra Grigia delle Valli di Lanzo o Fiurinà
Atlante delle razze caprine

Origine e diffusione

Nel 2008 è stata segnalata, in Piemonte una popolazione caprina con caratteristiche peculiari allevata in un’area circoscritta della provincia di Torino. Dette capre sono denominate “Grigie delle Valli di Lanzo” o ancora “Fiurinà” (termine locale che indica la mescolanza di bianco, grigio e nero del mantello).
Tra il 2009 e 2011, sono state svolte delle indagini, finanziate dalla Regione Piemonte, dalla Facoltà di Agraria di Torino con la collaborazione dell’Università di Bologna e del CNR di Milano. Le indagini hanno riguardato la consistenza e distribuzione della popolazione, le caratteristiche biometriche, la produzione quali-quantitativa del latte e la caratterizzazione genetica.
Consistenza numerica e distribuzione
La consistenza numerica rilevata durante il censimento del 2009 era ridotta e si attestava su 150 capi circa, distribuiti in piccoli nuclei o anche singoli capi in una cinquantina di allevamenti, principalmente delle Valli di Lanzo e alcuni del Canavese e della Val di Susa.

Gli allevamenti sono ubicati tra 400 e 1400 m slm, si tratta per lo più di allevamenti bovini da latte con allevamento caprino complementare. La tipologia più diffusa è l’allevamento estensivo o semi-estensivo con un’alimentazione basata quasi esclusivamente sul pascolamento (fondovalle in primavera/autunno e alpeggio in estate, da giugno a ottobre) e sull’impiego di foraggi conservati (fieno) in inverno.
La taglia medio-piccola della Fiurinà e il peso vivo inferiore rispetto alle altre razze alpine (Alpina Comune, Camosciata, Vallesana..) spiegano i fabbisogni minori e la buona capacità di pascolamento in ambienti difficili.

Caratteristiche morfologiche e produttive

La Capra Grigia delle Valli di Lanzo appartiene al gruppo di capre della cosiddetta tipologia “alpina” (mantello a pelo rasato, corna a sciabola, rivolte all’indietro, una buona muscolatura, zoccoli duri, orecchie erette). Ha taglia media (p.v. di 55-65 kg nel maschio e 50-55 kg nella femmina), testa leggera con frequente presenza di corna nei due sessi (86% dei maschi e 60% delle femmine), più sviluppate nel maschio.
L’altezza al garrese, la circonferenza toracica e il peso vivo medio sono risultati rispettivamente di77 cm, 87 cm e 55 kg per i maschi, 73 cm, 87 cm e 50 kg per le femmine.
La caratteristica esteriore più evidente è la colorazione del mantello, da cui il nome locale Fiurinà (“screziata) deriva: bruno o bruno-rossiccio con striature sul dorso e balzane di peli più o meno lunghi, di color grigio, bianco-grigio, nero o beige-violaceo, miscelati nelle diverse tonalità. Può essere presente una riga mulina scura come pure la parte distale degli arti nera (stivali). I capi attualmente individuati sono ancora poco omogenei e presentano screziatura del mantello molto variabile.

Viene allevata principalmente per la produzione di latte. I parti sono concentrati nei mesi invernali, tra gennaio e marzo. I capretti allattati dalle madri sono venduti al peso vivo di 10-12 kg. La durata della lattazione è di 5-6 mesi e la produzione giornaliera di latte è mediamente di 1,5-2 litri con una variabilità individuale importante, aspetto non trascurabile per una futura selezione. Concluso l’allattamento dei capretti, il latte viene munto e trasformato in formaggi di pura capra o misti.
I principali costituenti chimici del latte (analizzati su 218 campioni di latte) mostrano valori medi in linea con quanto riportato dalla bibliografia per il latte caprino, ad eccezione della percentuale di proteina che risulta leggermente inferiore (2,9% vs 3,0% ). Le caratteristiche qualitative del latte sono state anche confrontate con quelli delle altre due razze caprine autoctone allevate nei medesimi territori, la Vallesana e la Sempione, con livelli di grasso leggermente superiori per la Fiurinà (3,6%).
I risultati della composizione acidica del grasso del latte concordano con quanto riportato in letteratura per la specie caprina. Da sottolineare è il risultato dell’acido α-linolenico, il più rappresentativo degli acidi omega3, noti per i loro effetti benefici sulla salute umana (come la riduzione dei rischi cardiovascolari): il dato di tale acido nella Fiurinà è risultato doppio rispetto ai valori riscontrabili in letteratura (1,02% vs. 0,42% del totale degli acidi grassi). (Paolo Cornale - Università di Torino, Joséphine Errante - RARE)

Riconoscimento ufficiale
La razza, grazie al forte sostegno della Regione Piemonte e al lavoro scientifico svolto, ha ottenuto il riconoscimento da parte della Commissione Europea e, solo recentemente, anche del Commissione Tecnica Centrale dell’ASSONAPA. Fin dal 2010 è stata inserita tra le razze autoctone a rischio per le quali gli allevatori possono richiedere il contributo previsto dal PSR, con la facilitazione dell’abbassamento della soglia minima di adesione a 0,2 UBA. Tuttavia le lungaggini burocratiche hanno impedito finora il regolare funzionamento per l’accesso a tali contributi.
(Paolo Cornale - Università di Torino, Joséphine Errante - RARE)

Capra Fiurina Fiurinà o Capra Grigia delle Valli di Lanzo (foto Università degli Studi di Torino-Regione Piemonte)

Capra e becco di razza Fiurina Fiurinà o Capra Grigia delle Valli di Lanzo (foto SoZooAlp - Università degli studi di Torino)

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