Popolazione caprina più diffusa, in tutto l’arco alpino e in Piemonte in particolare. Presenta una grande variabilità di taglia, di caratteri morfologici (mantello uniforme o pezzato, colore del pelo vario, bianco, nero, marrone, orecchie di forma e portamento vario) e di attitudini produttive. Questa sua caratteristica gli è costata l'esclusione dal riconoscimento ufficiale come vera e propria razza. Diversi tipi di mantello fino a ieri considerati, erroneamente, frutto di incroci costituiscono oggi il deposito della variabilità genetica di cui tanto si parla. La riduzione numerica di questa popolazione con la sostituzione da parte di altre razze locali, o peggio con razze internazionali selezionate, costituirebbe una gravissima perdita. La maggior parte delle capre comuni allevate nell’arco alpino sono, comunque, per lo più assimilabili al ceppo cosiddetto "Alpino", sono rustiche e ben adattate all’ambiente montano.
Taglia: media.
Testa: leggera, con orecchie dritte, appuntite e rivolte in avanti; barba e corna molto sviluppate e rivolte all’indietro nel maschio, più corte nella femmina. Anche acorne.
Vello: uniforme o pezzato, nero, marrone o bianco; pelo generalmente rasato e brillante, più lungo e più ruvido nel maschio.
Altezza al garrese: Maschi a. cm. 80 -
Femmine a. cm. 70
Peso medio: Maschi a. Kg. 60-65 -
Femmine a. Kg. 50-55
La produzione di latte è variabile e destinata ai capretti o miscelata con altri latti per la trasformazione in prodotti tipici.
La produzione di carne è ottenuta da capretti di 10-12 kg di peso vivo.
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Alpina Comune in mostra nel VCO (di Luigi A Brambilla)
Gruppo di capre di razza Alpina Comune in mostra nel VCO (di Luigi A Brambilla)
Alpina di Novara (foto archivio Associazione Nazionale della Pastorizia)