Regione: Umbria
Zona di produzione: Cascia (Valnerina)
Roveja di Civita di Cascia
Nei secoli passati questo legume era prodotto su tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, in particolare sui monti Sibillini, dove i campi si trovavano anche a quote elevate. Ccresce anche in forma spontanea, lungo le scarpate e nei prati, e nei secoli passati era addirittura protagonista dell'alimentazione dei pastori e contadini dell’area. Il declino della roveja iniziò nella seconda metà del Ventesimo secolo, con la maggiore redditività di altre colture e l'introduzione dei mezzi meccanici nell'agricoltura.
roprioAlcuni ricercatori ritengono che si tratti del progenitore del pisello comune (Pisum sativum); altri invece lo classificano come una vera e propria specie (Pisum arvense). Il colore del seme va dal verde scuro al marrone per arrivare al grigio.
Fiori di Roveja di Civita di Cascia (foto www.lartedelsaporenaturale.it)
La semina è prevista a marzo ad un’altitudine che oscilla tra i 600 ed i 1200 metri. Quando circa la metà delle foglie è ingiallita ed i semi sono diventati cerosi si sfalciano a mano gli steli e si lasciano sul prato ad essiccare. In seguito vengono portati sull’aia per la trebbiatura e per essere liberati dalle impurità attraverso setacci a mano.
La roveja, detta anche roveglia, rubiglio, pisello dei campi, corbello, si può mangiare fresca oppure essiccata, in questo caso diventa un ottimo ingrediente per minestre, zuppe. Macinata a pietra, si trasforma in una farina dal lieve retrogusto amarognolo che serve per fare la farecchiata o pesata: una polenta tradizionalmente condita con un battuto di acciughe, aglio e olio extravergine di oliva, buona anche il giorno successivo, affettata e abbrustolita in padella.