Regione: Toscana
Zona di produzione: coltivato in tutta la Garfagnana
Il Mascherino, di cui si parla anche nella Monografia agraria sul circondario di
Castelnuovo Garfagnana del 1883 di Carlo De Stefani, è sempre stato uno dei
prodotti più caratteristici della Garfagnana. Forse proveniente dalla zona di
Casciana e Gramolazzo, è stato sempre coltivato in tutta la vallata, per affermarsi
attualmente nei paesi vicini al capoluogo. Era coltivato, come tutti i fagioli della
Garfagnana,
nelle ghiare
dei torrenti
e dei fiumi e, in particolare,
in quelle del
Serchio,
di proprietà
comune. Chi intendeva lavorare
questi terreni era solito
segnarli con una croce sul suolo e mettere dei termini di pietra per indicarne il
possesso; quindi li ripuliva per renderli lavorabili poi, dopo averli circondati con
muretti di sassi, vi lasciava entrare l’acqua delle piene per rialzare il piano del terreno.
Si trattava di appezzamenti di pochi metri quadrati chiamati “fagiolaie”;
venivano
coltivati per anni fino a quando una piena non li rendeva
inutilizzabili.
Il
fagiolo Mascherino ha corso seri rischi di estinzione perché
è poco produttivo; è stato recuperato
alla produzione
da circa
cinque anni da un gruppo
di
appassionati
legati ad associazioni di consumatori quali lo Slow Food.
Fagiolo Mascherino (foto Alberto Toccafondi www.pinterest.co.uk/albex209/semi)
Pianta rampicante a crescita indeterminata, molto vigorosa e a maturazione scalare.
Le foglie sono di colore
verde
tendenzialmente chiaro;
il baccello, piuttosto
ricurvo,
a maturazione si presenta
di un colore
che va dal bianco crema
al
giallo
chiaro
e raggiunge mediamente una lunghezza di 11-12 cm. Il seme è di
piccole dimensioni (circa 1 x 0,8 cm), ha una forma che oscilla tra ovale e circolare e una tipica colorazione per metà bianca e per metà vinaccia scuro. Il
Mascherino viene consumato sgranato secco.
Fagiolo Mascherino (foto "I fagioli della Lucchesia" Manuale ARSIA)
Il seme viene riprodotto direttamente in azienda dal produttore. Viene effettuata
una leggera aratura (25-30 cm) seguita da una erpicatura per la somministrazione
del fertilizzante,
generalmente organico.
La semina avviene nel mese
di
maggio, con sesti di impianto che variano da 20-30 cm sulla fila e 1-1,5 m fra
le file. Le irrigazioni vengono effettuate in modo costante, ma non eccessivo. La
raccolta viene compiuta a mano dall’inizio di luglio fino a settembre; il prodotto
viene raccolto via via che matura, poi viene fatto seccare
sull’aia al sole e quindi
selezionato.
Il Mascherino è discretamente
produttivo:
si possono raccogliere
circa
20 q.li/ha di prodotto
fresco.
La produzione attuale è limitata e può essere stimata intorno ai 4-5 q.li, prodotti
in prevalenza in alcuni orti familiari.
Ottimo stufato, per la capacità di sposarsi con altri ingredienti, quali ortaggi
(porro, cipolla) o affettati (prosciutto cotto, lardo). Per il sapore completo e l’aspetto
piacevole si presta
anche a essere
consumato lessato o come condimentoper primi piatti in abbinamento con purea di ortaggi come cavolfiore o broccoli
lasciandolo intero, come nei Tacconi di farina integrale su purea di cavolfiore
e fagiolo Mascherino aromatizzato con bacon.
Un olio delicato con tendenza al dolce è particolar
mente indicato per accompagnare
questo fagiolo in modo da esaltarne
la personalità e le notevoli qualità aromatiche.
A
queste preparazioni si potrebbe abbinare un vino bianco brillante e profumato
quale un Verduzzo.
Da "I fagioli della Lucchesia" Manuale ARSIA
Schede di presentazione delle varietà locali di fagioli
Marco Del Pistoia, Mario Macchia, Mauro Quarta, Marco Baldanzi, Lucia Ceccarini