Regione: Campania
Zona di produzione: Aree pedecollinari del Vesuvio; agro nocerino-sarnese
Il pisello Centogiorni è diffuso da almeno un secolo e nell'area di vocazione produttiva raggiunge una discreta diffusione; il consumo è essenzialmente limitato al mercato locale. Apprezzato per le sue proprietà organolettiche trova impiego in alcune preparazioni gastronomiche come contorno ai piatti di carne o in abbinamento con la pasta. Il prodotto viene raccolto e consumato allo stadio "ceroso", ma in qualche caso viene consumato a maturazione fisiologica (stadio secco). La coltura risente della forte competizione delle cultivar commerciali di pisello da mercato fresco.
Pisello Centogiorni del Vesuvio
E' un ortaggio che presenta frutti (baccelli) di colore tendente al verde chiaro mediamente di 8-12 cm di lunghezza e semi tondi (parte edibile) di circa 5 mm di diametro. Ogni baccello contiene mediamente 7-8 semi. Afferisce alla specie Pisum sativum, nell'ambito della famiglia delle Leguminose (o Fabacee o Papilionacee); la pianta è un'erbacea annuale rampicante, con fusto cilindrico sottile e gracile. Le foglie sono pennate con stipole basali e cirro all'estremità, i fiori sono bianchi con una corolla piuttosto vistosa.
Pisello Centogiorni del Vesuvio
La coltivazione, realizzata con l'ausilio di pali e reti per il sostegno (tradizionalmente si utilizzavano quali tutori rami di potatura del nocciolo), è interamente manuale; l'epoca di semina è ottobre-novembre; la raccolta è effettuata ordinariamente da marzo ad aprile. E' coltivato in pien'aria, senza l'ausilio dell'irrigazione e spesso in consociazione con colture arboree; il sesto d'impianto è di 1,20 m tra le file e 10-12 cm sulla fila, con un numero di piante ad ettaro di circa 80.000.
Dopo la raccolta, operata manualmente, il prodotto viene posto in cassette di legno e/o plastica ed è inviato ai mercati, per il tramite di cooperative di produttori.