Regione: Toscana
Zona di produzione: coltivata prevalentemente nell'Alta Garfagnana (Lucca)
La Fagiola garfagnina è conosciuta fin dall’antichità ed è uno dei pochi fagioli
della zona da consumare freschi, abbinato con cotechino e altri piatti a base di
maiale, altro alimento essenziale per l’alimentazione delle popolazioni della vallata.
Questo legume ha una notevole affinità,
da un punto di vista morfologico,
con
il fagiolo Bianco di Spagna o Corona,
benché se ne differenzi
in modo sensibile
dal punto di vista organolettico.
Questa somiglianza ha fatto sorgere,
nel
tempo,
una certa
confusione fra i produttori,
confusione accentuata dalla notevole
allogamia del legume che lo porta
a incrociarsi
con gli altri fagioli. È stato
molto
difficile
riuscire
a reperire
la varietà locale non inquinata e, per il momento,
siamo riusciti a isolarla in una sola azienda; infatti chi intendeva continuare
a
coltivarla,
nelle annate difficili
in cui non riusciva a riprodurre
il seme, andava ad
acquistarlo
nelle ditte specializzate e, verosimilmente,
acquistava in realtà
sementi
di Bianco di Spagna. Ciò ha fatto sì che alcuni nostri intervistati
hanno
finito
per confondere
le caratteristiche distintive della Fagiola garfagnina con
quelle del Bianco di Spagna e attualmente si sta rischiando di perdere questo
importante ecotipo. La delicatezza di epidermide e pasta della Fagiola garfagnina è assolutamente inconfondibile a confronto
con la buccia spessa e la pasta
farinosa
del Bianco di Spagna, così come le note intense di dolce della Fagiola
non
sono paragonabili al sapore
del Bianco di Spagna, tendente all’amaro.
Fagiola Garfagnina
Pianta a crescita indeterminata, rampicante, abbastanza vigorosa, a maturazione
scalare. Si è ben adattata in Garfagnana in quanto predilige microclimi freschi
(comunque nelle prove effettuate si è dimostrata più resistente del suo testimone alle alte temperature!). Presenta foglie verdi, tendenzialmente scure; il baccello è di colore
verde
mentre
la dimensione è di 14-15 cm di lunghezza e di 22,5
cm di larghezza.
Il seme è di grandi dimensioni (2-2,5 x 1,5 cm) e ha forma
ovale,
leggermente
reniforme
e schiacciata; la colorazione è bianca.
Fagiola Garfagnina (foto "I fagioli della Lucchesia" Manuale ARSIA)
Il seme viene riprodotto direttamente in azienda dal produttore.
Per la produzione viene effettuata una leggera aratura (25-30 cm) seguita da una
erpicatura per la somministrazione del fertilizzante, generalmente organico.
La semina avviene nel mese di maggio con sesti di impianto che variano da 2030
cm sulla fila e 1-1,5 m fra le file. Vengono effettuate irrigazioni in modo
costante, ma non eccessivo.
La raccolta viene effettuata a mano dalla fine di luglio fino a settembre; il prodotto
viene raccolto via via che matura. Il raccolto viene fatto seccare
sull’aia al
sole e, quindi, selezionato.
La Fagiola garfagnina è discretamente produttiva e
si possono raccogliere circa 40-50 q.li/ha di prodotto fresco.
La produzione attuale è limitata e si può stimare intorno ai 4-5 q.li. Al riguardo
non si possono che ribadire le difficoltà di riconoscere la varietà locale, data la
somiglianza morfologica col fagiolo Bianco di Spagna.
La Fagiola garfagnina è un fagiolo di dimensioni molto grandi che stupisce favorevolmente
all’assaggio. La pasta morbida e l’epidermide
quasi assente le conferiscono
una notevole delicatezza che, unita ai profumi
e ai sapori di notevole
intensità
e persistenza, alla presenza
di aromi
spiccati e di una sapidità e succulenza
non indifferenti,
la rendono
molto interessante.
È
risultata eccellente e utilizzabile in cucina in diversi modi, sia semplici che
complessi, oltre all’abbinamento classico con carne di maiale.
Il valore dell’armonicità, molto elevato, conferma l’ottimo equilibrio delle caratteristiche
di questo fagiolo.
È ottima come contorno a preparazioni bollite; infatti, avendo sapore dolciastro,
può assecondare il tenue sapore di carni e pesci lessati, bilanciando le salse di
accompagnamento, in genere acidule. Per il gusto molto dolce è interessante
proporla lessata con scaglie di bottarga per contrasto o, per similitudine (lanciando
una provocazione),
lessarla e immergerla
nel cioccolato
fondente,
o proporla
in un piatto dolce/salato come, per esempio, il Baccalà
alla griglia con
Fagiola
garfagnina
al cacao e pinoli.
Consumato
lesso, la maniera migliore
per apprezzare
questo fagiolo è quella di
abbinarlo
a un olio con fruttato
intenso, alte sfumare
di verde, amaro e piccante.
In questo modo si viene a creare
un interessante contrasto dal quale la sua
delicatezza e soavità viene esaltata con un risultato ottimo.
Sui piatti consigliati si potrebbe utilizzare un vino dai toni delicati, quale un
Rosato.
Da "I fagioli della Lucchesia" Manuale ARSIA
Schede di presentazione delle varietà locali di fagioli
Marco Del Pistoia, Mario Macchia, Mauro Quarta, Marco Baldanzi, Lucia Ceccarini