Regione: Friuli Venezia Giulia
Zona di produzione: Comune di Resia (Provincia di Udine)
Coltivato da sempre (chiamato "Strok" dai Resiani), si è mantenuto originale nel tempo grazie all’isolamento geografico della valle ed alla coltivazione negli orti famigliari ad opera in particolare delle donne, le nostre nonne e mamme.
Pur conosciuto in tempi storici anche fuori dalla valle, nell’ultimo decennio è stato ufficialmente riscoperto grazie all’iniziativa della comunità, con la collaborazione dell’amministrazione comunale, del Parco delle Prealpi Giulie e soprattutto dell’Università di Udine (prof. Miceli). Altre informazioni >>>
Aglio di Caraglio (foto www.agliodiresia.it)
Lo strok è inserito nel gruppo degli agli rossi, in quanto presenta gli involucri (tuniche) degli spicchi con pigmentazione e striature tendenti al rosato, al rosso, fino al violaceo. E’ caratterizzato da dimensioni del bulbo medio/piccole, con 6/8 bulbilli disposti radialmente, senza bulbilli centrali.
Presenta precise qualità: elevata digeribilità, lunga conservabilità, aroma intenso, persistente ma delicato: ciò che lo fa apprezzare anche dai consumatori più esigenti e che fa si che il numero degli estimatori aumenti di anno in anno.
Aglio di Caraglio (foto www.agliodiresia.it)
Campo di aglio (foto www.parcoprealpigiulie.it)
L’Aglio di Resia viene coltivato nei piccoli appezzamenti sparsi sul territorio a ridosso delle frazioni del comune, fino a 1000 m.
L’interramento dei bulbi avviene a circa 3 cm di profondità a seguito di una lavorazione poco profonda, ma accurata, esclusivamente eseguita a mano. I bulbilli vengono disposti con l’apice rivolto verso l’alto con distanze di 25-30 cm tra le file, e lo stesso dicasi sulla fila. Il piantamento dei bulbilli viene fatto in novembre a ridosso dei primi geli invernali, o a marzo in concomitanza del disgelo. La concimazione viene effettuata con modiche quantità di letame di vacca.
Al momento dell’emergenza, quando il germoglio ha raggiunto circa 3 cm di altezza, si procede ad una cimatura dello stesso con la finalità di potenziare la pianta ancora sotto terra. Le cime eliminate (uorè) vengono bollite e consumate in insalata.
La sarchiatura (smutikat) è primaverile e viene eseguita rapidamente ma con attenzione per non arrecare danni all’apparato radicale superficiale. L’eliminazione delle infestanti viene fatta a mano.
Essendo la zona estremamente piovosa la coltura non abbisogna di apporti idrici artificiali. La raccolta viene effettuata a mano durante il mese di agosto, le piante vengono portate a casa e collocate su coperte, graticci o marciapiedi (scialisc), più raramente, estirpate e lasciate sul terreno per due o tre giorni al massimo. Successivamente i bulbi vengono ripuliti dalla tuniche esterne sporche e le radici e le foglie vengono tagliate.
Le produzioni si aggirano sui 10-12,5 t/ha di prodotto fresco.
La coltura non presenta avversità se non in pochi casi; in questi si tratta di marciumi. Non vengono effettuati trattamenti.
Una parte dei bulbi ottenuti, quelli che presentano le caratteristiche migliori, viene conservata quale materiale di propagazione per la stagione successiva.