Regione: Toscana
Zona di produzione: Piana di Lucca, principalmente nei comuni di Lucca e Capannori
Il Cannellino di San Ginese e Sant’Alessio pare sia una cultivar importata dalla
Francia ai primi del Novecento; veniva prodotto nelle aree più fertili della Piana
di Lucca in terreni di medio impasto, tendente al sabbioso.
La sua perfetta adattabilità agli ambienti fertili della Piana ha fatto sì che fosse il
fagiolo più utilizzato e apprezzato nella zona: da una parte la discreta produttività,
la brevità
del ciclo e la maturazione contemporanea, dall’altra le inconfondibili
caratteristiche organolettiche – sapore
delicato e assenza di “buccia” –
hanno
consentito ai produttori
di continuarne
la coltivazione anche a fronte
di
un
aumento consistente dei costi di produzione
sui quali incide in modo sempre
più determinante
la manodopera.
Il
Cannellino di San Ginese e Sant’Alessio ha avuto grande importanza
nell’alimentazione
locale in quanto si presta
a tutti gli usi, sia per preparare
minestre,
sia consumato semplicemente lessato e condito con olio. Per la sua morbidezza
e delicatezza al palato, è stato apprezzato anche nelle province limitrofe. Mentre
in passato era destinato prevalentemente
all’autoconsumo, durante la seconda
guerra
mondiale veniva usato come merce
di scambio con i prodotti
dei paesi
vicini
(come l’olio extravergine
di oliva) e, a partire
dagli anni sessanta, ha iniziato
anche a essere
commercializzato
e distribuito fuori provincia.
L’apertura
di
un
mercato
ortofrutticolo
locale a Marlia, nel comune di Capannori, ha rappresentato il momento di massima commercializzazione di questo come di altri
prodotti tradizionali o locali; il mercato di Marlia fungeva inoltre da centro di
raccolta da dove venivano “esportati” i prodotti della zona nei mercati limitrofi
e, in particolare, in quelli di Firenze e Livorno. Dalla chiusura di questo mercato all’inizio degli anni novanta, la produzione ha subìto un calo deciso, mentre
aumentava l’età media dei produttori: i costi di produzione e, in particolare,
quello della manodopera, hanno lasciato la coltura in mano a pensionati o amatori.
L’operazione
colturale più onerosaè la separazione dei baccelli dalla pianta,
operazione manuale che richiede molto tempo cosicché, per ovviare
a tale
problema,
alcune aziende si stanno orientando verso la produzione
di prodotto
secco
che è parzialmente
meccanizzabile.
Fagiolo Cannellino di San Ginese e Sant'Alessio (foto https://fagiolorossodilucca.wordpress.com)
Pianta a crescita determinata (50-60 cm) e maturazione contemporanea. Ha foglie di colore verde tendenzialmente chiaro e fusti poco robusti che permettono alla pianta di adagiarsi sul terreno; il baccello, inizialmente di colore verde, a maturazione si presenta di un colore che va dal bianco crema al giallo chiaro e raggiunge mediamente lunghezza di 12-13 cm e larghezza di 1 cm. Il seme è di 1-1,5 x 0,60,8 cm, ha forma ellittica leggermente reniforme e colorazione bianco opaco.
Fagiolo Cannellino di San Ginese e Sant'Alessio (foto "I fagioli della Lucchesia" Manuale ARSIA)
Il seme viene riprodotto direttamente in azienda dal produttore; generalmente
viene selezionata la porzione di appezzamento da cui si ricaverà il seme. Viene
effettuata una leggera aratura (25-30 cm), seguita da un’erpicatura per la somministrazione
del fertilizzante;
la fertilizzazione
viene generalmente effettuata
con
prodotti
organici
o organo-minerali,
utilizzando concimi a più alto titolo di
fosforo
e potassio integrati con modeste quantità di concimi azotati (circa 50
unità di azoto, 70 di fosforo e 70 di potassio).
La semina avviene nei mesi di maggio-giugno con sesti di impianto che variano
da 5 cm sulla fila e 75 tra le file (prodotto fresco) a 5 per 50 cm (prodotto
secco). Raramente si effettuano interventi di difesa. Vengono effettuate solo irrigazioni
di soccorso.
La
raccolta viene compiuta a mano per il prodotto
fresco,
mentreè meccanizzata
per il prodotto
secco e va dal mese di luglio fino a settembre
inoltrato, a
seconda
di quando è stata effettuata
la semina.
Il
raccolto viene selezionato in azienda; il prodotto
secco viene vagliato con l’ausilio
di un nastro
alimentare
meccanico.
Prodotto fresco: viene raccolta manualmente l’intera pianta, una volta che i baccelli
hanno raggiunto un buon grado di imbianchimento (dal verde al bianco
crema);
per la raccolta completa di un appezzamento sono necessari 2-3 passaggi;
in seguito, nei locali dell’azienda, i baccelli vengono separati dai residui
vegetali
e collocati in cassette di plastica forate.
Prodotto secco: le piante vengono sfalciate e poste a seccare in andane, poi si
effettua la raccolta con una trebbia opportunamente modificata che è in grado
di separare il seme dai baccelli.
Il prodotto viene quindi portato in azienda dove avviene la selezione: in un
primo tempo viene vagliato tramite un vaglio meccanico a vibrazione; poi viene
posto in sacchi di plastica tipo rafia e refrigerato per la conservazione. Il prodotto
refrigerato
viene selezionato una seconda volta con il vaglio meccanico e
una
terza
volta a mano su banco dotato di nastro
alimentare
meccanico.
La produzione dipende molto dall’andamento stagionale e mediamente è di
circa 40-50 q.li/ha per il prodotto fresco, mentre per quello secco è sempre
inferiore ai 10 q.li/ha.
Vengono prodotti da 500 a 600 q.li all’anno di prodotto fresco e da 50 a 60 q.li all’anno di prodotto
secco.
Si consiglia di accompagnarlo con erbe aromatiche (timo, pepolino, erba cipollina
ecc.) o carni
bianche (animali da cortile,
pesce ecc.). Può essere
degustato
in purezza (bollito in acqua), come contorno, associandolo a ortaggi freschi,
spaziando dal pomodoro alla cipolla lucchese. Ottimo come purea da abbinare
a verdure in salse per condire la pasta fresca, per esempio, Purea di cannellini e
broccoli saltati con tagliatella di farro.
Lessato può essere condito con oli dal fruttato molto intenso, con varie sfumature
di verde
e con toni di amaro
e piccante abbastanza decisi.
A
questi piatti si potrebbe accompagnare un vino brillante e vivace come il
Soave.
Da "I fagioli della Lucchesia" Manuale ARSIA
Schede di presentazione delle varietà locali di fagioli
Marco Del Pistoia, Mario Macchia, Mauro Quarta, Marco Baldanzi, Lucia Ceccarini