Regione: Umbria
Zona di produzione: Comuni intorno al lago Trasimeno (provincia di Perugia).
La Fagiolina del Lago Trasimeno è una varietà locale di fagiolo dall’occhio (Vigna unguiculata). La specie è originaria dell’Africa, era diffusa in Italia già in epoca romana (si tratta infatti del “phaseolus” più volte citato da Plinio il Vecchio) e viene coltivata da tempo immemorabile intorno al Lago Trasimeno (Perugia), nei terreni di fondovalle più umidi, ideali per l’ottenimento di un prodotto di eccellente qualità.
La fagiolina è coltivata a scopo alimentare (si consumano sia i semi che i baccelli freschi, detti “cornetti”) ed era molto diffusa nel dopoguerra, prevalentemente negli orti: all’epoca rappresentava il principale apporto proteico all’alimentazione delle popolazioni locali. A partire dagli anni Sessanta, la fagiolina è an- data progressivamente scomparendo finché, negli anni Novanta, ha rischiato di estinguersi, rimanendo confinata in pochissimi orti familiari. Recentemente, grazie all’impegno di alcuni agricoltori, della Facoltà di Agraria di Perugia e della Comunità Montana Trasimeno-Medio Tevere, la coltivazione di questo legume ha conosciuto un nuovo, consistente impulso tanto che nell’agosto 2002 è nato il Consorzio Fagiolina del Trasimeno, con sede a Castiglione del Lago (Perugia), che si propone di tutelare e promuovere il prodotto.
Fagiolina del lago Trasimeno
È un fagiolo con forma ovale e minuscola e può essere di vari colori: dal crema al nero passando per il salmone e per tutte le tonalità del marrone, anche screziato. In bocca è tenero, burroso e particolarmente saporito.
Le popolazioni di fagiolina coltivate nella zona del Lago Trasimeno appartengono alla sottospecie unguiculata, varietà unguiculata, e presentano anch’esse una certa variabilità (Pasquet, 19971). Si riscontrano quattro tipologie di seme:
- piccolo, colore bianco-panna e privo di occhio, è il tipo più coltivato (90%);
- bianco con l’occhio;
- colorato con l’occhio;
- senza l’occhio (peraltro con tipi di colorazione differenti che formano un miscuglio).
Si segnala anche la presenza, sebbene oggi molto limitata, del cultivar-group sesquipedalis, caratterizzato dai lunghissimi baccelli (da cui il nome comune di “fagiolo dal metro”).
Fagiolina del lago Trasimeno (foto http://lacucinaperprincipianti.blogspot.it)
La fagiolina è una coltura a semina primaverile (generalmente a fine aprile) e necessita di interventi irrigui limitati. Da prove condotte dal DBVBA negli anni 2003 e 2004 è emerso che la coltura si avvantaggia di sistemi di irriga- zione a goccia e di sesti di semina a fila binata. L’unico trattamento a cui è sottoposta la fagiolina consiste nella somministrazione di verderame per prevenire malattie fungine e rendere meno appetibili le foglie agli insetti (afidi). Il sistema di coltivazione attualmente utilizzato richiede molta manodopera, sia per la scerbatura che per la raccolta e battitura. Queste ultime operazioni, infatti, a causa della maturazione scalare, sono difficilmente meccanizzabili e si protraggono da fine luglio-primi di agosto a inizio ottobre.
La maturazione è scalare: i fagioli devono essere raccolti ogni giorno per un paio di settimane. Le piantine si sistemano nell’aia, si fanno essiccare e si battono con forche e bastoni. Poi, con i vagli si separano i semi e si insaccano.