Quando si parla di metodi irrigui (o sistemi di irrigazione) si intende la modalità con cui viene distribuita l’acqua nel terreno.
La scelta di un metodo piuttosto che un altro dipende da tantissimi fattori, quali la disponibilità idrica, la morfologia e la giacitura del terreno, il clima, la fonte di approvvigionamento idrico, il tipo di coltura, il grado di meccanizzazione della coltura, etc.
Si distinguono i seguenti metodi irrigui:
Il metodo di irrigazione per sommersione prevede la permanenza sul terreno per periodi più o meno lunghi di uno strato di acqua di spessore variabile. In alcuni casi si prevedono sistemazioni in rettangoli più o meno grandi (rasole o aiuole, vedi fig. 1) delimitati da arginelli oppure sistemazioni in vere e proprie conche (fig. 2) circolari in corrispondenza della chioma degli alberi. In altri casi invece il terreno viene suddiviso in scomparti (fig. 3) o camere più o meno rettangolari e più o meno livellate, dipendenti o indipendenti tra di loro. E’ quest’ultimo il sistema irriguo adottato per le risaie, applicabile su terreni di pianura, poco permeabili e adottando volumi stagionali elevatissimi. In generale si può dire che il sistema di irrigazione per sommersione è un sistema che richiede sistemazioni più o meno onerose, terreni argillosi e corpi d’acqua consistenti; se nelle risaie il tipo di irrigazione è ancora presente, lo stesso non lo si può più dire per gli agrumeti irrigati prima con sistemi di irrigazione a conche.
Fig. 1 – Schema di irrigazione per sommersione ad
aiuole o rasole.
Le rasole hanno forma rettangolare e dimensioni di circa 100 mq e vengono irrigate da un’adacquatrice di testata avente
modesta pendenza longitudinale e trasversale e collegata ad altre adacquatrici. E’ molto diffuso nei prati di erba medica.
Fig. 2 - Schema di irrigazione per sommersione a conche.
Il sistema consente di bagnare solo porzioni circolari di terreno attorno al fusto di piante arboree. Era molto diffuso in zone agrumicole, richiedeva elevata manodopera e comportava forti perdite per evaporazione e percolazione profonda. Ormai sostituito da sistemi più moderni come quello a pioggia o a goccia.
Fig. 3 – Schema di irrigazione per scomparti.
Ogni scomparto può avere dimensioni variabili da 0.5 a 2 Ha perfettamente in piano circondante da arginelli. I vari scomparti possono essere dipendenti o meno a secondo se sono comunicanti tra di loro. Tipico delle risaie il sistema richiede corpi d’acqua notevoli e continui; elevati i volumi stagionali.
Il metodo di irrigazione per scorrimento prevede invece un velo d’acqua costante durante tutto l’adacquamento che poi lungo il suo corso si va ad infiltrare sul terreno. Il più delle volte il metodo esige delle sistemazioni del terreno piuttosto onerose ed accurate che si distinguono in sistemazioni ad ala semplice (fig. 4), ad ala doppia (fig. 5), a spianata (fig. 6), a campoletto (fig. 7), a fossatelli orizzontali, ad infiltrazione laterale (fig. 8). Le varie tipologie di sistemazioni cambiano in base alla disposizione dell’adacquatrice rispetto all’appezzamento e alla pendenza di quest’ultimo. L’irrigazione per scorrimento è adatta per prati ed erbai ove si richiedono elevati volumi di adacquamento (1000 mc/ha) e superfici consistenti.
Fig. 4 – Schema di irrigazione per scorrimento ad ala semplice.
I campi sono di forma rettangolare con il lato più lungo posto a monte dove si trova l’adacquatrice che distribuisce l’acqua per tracimazione.
Fig. 5 – Schema di irrigazione per scorrimento ad ala doppia.
L’acqua passa da un’adacquatrice di testata ad una adacquatrice più piccola per poi asservire i due appezzamenti posti ai lati di quest’ultima. Sistemazione costosa e permanente.
Fig. 6 – Schema di irrigazione per scorrimento a spianata.
L’adacquatrice è posta nella parte alta dell’appezzamento e sospende l’irrigazione quando ha bagnato circa l’80%.
Usato per colture foraggere.
Fig. 7 – Schema di irrigazione per scorrimento a campoletto.
Rispetto al sistema a spianata esiste un’adacquatrice di testata e due laterali ortogonali ad essa.
Meno usato della spianata per eccessiva manutenzione richiesta.
Fig. 8 – Schema di irrigazione per scorrimento ad infiltrazione laterale.
I solchi vengono distanziati in misura variabile in funzione del tipo di terreno e di coltura.
La parte tra due solchi viene chiamata porca ed ospita uno o più filari. L’acqua tenderà ad infiltrarsi lateralmente comportando forti scompensi lungo la fila. Il metodo è applicabile dove si hanno elevate disponibilità idriche.
Il metodo di irrigazione per aspersione (foto n. 1) prevede l’erogazione di acqua simulando una pioggia grazie all’uso di idonee apparecchiature. Tali apparecchiature consistono in irrigatori di media o lunga gittata e di medio-grande portata disposti con avanzamento a triangolo, a quadrato o a rettangolo a seconda del grado di sovrapposizione che si vuole ottenere. Gli irrigatori infatti possono, in base alla pressione di esercizio, provocare una irrigazione nebulizzata con effetto climatizzante più che umettante. Indubbiamente uno dei fattori limitanti per il sistema a pioggia è rappresentato dal vento che condiziona le traiettorie degli irrigatori stessi; in questi casi è sempre opportuno avvicinare gli irrigatori tra di loro e scegliere irrigatori a bassa gittata.
Rispetto agli altri metodi, l’irrigazione ad aspersione o a pioggia non richiede particolari sistemazioni, ha una buona efficienza irrigua in quanto non provoca perdite per scorrimento e percolazione profonda.
Foto 1 – Irrigazione a pioggia su vivai.
Il sistema di irrigazione a pioggia può essere utilizzato anche su vivai ed ombrai. Scegliendo l’opportuno irrigatore si può ottenere irrigazione umettante o climatizzante.
Il metodo di irrigazione a goccia (foto n. 2) viene anche chiamato microirrigazione in quanto l’acqua viene erogata attraverso erogatori denominati gocciolatori in microportate e a basse pressioni. I gocciolatori vengono distinti in gocciolatori on line e gocciolatori in line. I primi sono degli erogatori che vengono inseriti su tubi posti sul terreno o ad una certa altezza lungo la fila delle piante. Questi erogatori posso essere a bottone o a sigaro ed avere una portata da 2 a 16 l/h.
I gocciolatori in line invece sono degli erogatori coestrusi all’interno di tubi in polietilene, autopulenti grazie alla presenza di piccoli filtri in ingresso al gocciolatore stesso. Sia nei gocciolatori on line che in quelli in line esiste la possibilità di avere erogatori autocompensanti che all’aumentare della pressione mantengono la portata costante.
Il metodo di irrigazione a goccia costituisce ad oggi il metodo più utilizzato in frutticoltura, in orticoltura, nelle serre e nei vivai per i quali è fondamentale il risparmio idrico, il risparmio di manodopera e di costi per la sistemazione del terreno, la possibilità di effettuare interventi di fertirrigazione. Di contro il sistema richiede, trattandosi di erogatori aventi dimensioni molto limitate, di sistemi di filtraggio più o meno spinti e variabili dai più comuni filtri a rete e a dischi (ideali per acque da pozzo), ai più sofisticati filtri a sabbia (ideali per acqua da lago o canali a cielo aperto).
Il metodo di irrigazione interrata (subirrigazione, foto n. 3) costituisce invece il sistema irriguo più moderno in assoluto. I sistemi più efficaci richiedono l’uso di ali gocciolanti (gocciolatori in line) interrate in numero e con distanze variabili in funzione del tipo di coltura e delle condizioni morfologiche del terreno. Ovviamente il sistema consente di ottenere un buon risparmio idrico in quanto rispetto a un normale sistema a goccia non comporta perdite per evaporazione del terreno.
La subirrigazione costituisce un sistema efficacissimo per fornire acqua alle colture anche in condizioni di scarsa disponibilità idrica; un limite è rappresentato dalla sua mancata fattibilità su terreni ricchi di scheletro o dove si effettuano lavorazioni troppo profonde. Un altro limite è rappresentato dall’intrusione sia da parte delle radici che da parte delle particelle di terra circostanti il gocciolatore.
Se quest’ultimo aspetto è stato risolto grazie all’uso di valvole di sfiato d’aria che impediscono l’ingresso di aria e con essa anche il materiale fangoso attorno il problema dell’eventuale intrusione radicale rimane. In alcuni casi l’intrusione radicale viene evitata grazie all’uso di erbicidi (per lo più antigerminativi) miscelati col polietilene stesso o aggiunti all’impianto. In altri casi invece la copertura dell’impianto per una eventuale intrusione radicale viene assicurata da una chiusura idraulica dei gocciolatori in line mediante una camera che quindi agisce sfruttando l’effetto depressione di chiusura impianto.
Foto 2 – Ala gocciolante (irrigatore in line).
L’ala gocciolante può essere distesa sul terreno lungo il filare delle piante. Ovviamente tale disposizione ostacola
le lavorazioni a incrocio sul terreno. In funzione del tipo di coltura e della tipologia di terreno può essere scelta la
spaziatura e la portata più congeniale.
Foto 3 – Ala gocciolante interrata.
L’intrusione radicale viene scongiurata grazie alla presenza di diserbanti antigerminativi che vengono miscelati al polietilene oppure immessi nell’impianto.
Figure da "Principi e Tecnica dell'irrigazione" - Vito Lombrado - Ed. L'Epos
Scheda a cura di Dott. Andrea Palazzo >>>