Classe: Magnoliopsida (dicotiledoni)
Ordine: Caryophyllales
Famiglia: Amaranthaceae
Genere: Amaranthus
Il genere Amaranthus comprende circa 60 specie, alcune delle quali vengono suddivise in relazione all’utilizzazione.
Fiori di Amaranthus hypocondriacus (foto http://b-and-t-world-seeds.com)
È una pianta erbacea annuale di altezza variabile secondo la specie da 0,5 a 3,5 m con foglie di diverse forme, da ovale a lanceolata. I fiori sono riuniti in infi orescenze (panicoli) che possono essere erette o pendenti, ramificate, lunghe sino a 90-100 cm di colore rosso tipico (dovuto
al contenuto di betacianine), verde o giallognolo.
I semi sono di piccole dimensioni di forma circolare schiacciata, di colore variabile da molto chiaro a bianco-latte, a giallo-oro, oppure dal bruno al nero.
Misurano circa 1-1,5 mm di diametro e il peso di 1.000 semi è compreso tra 0,5-0,6 e 1 g.
Semi di Amaranthus cruentus - Pianta di amaranto
Nelle aree di origine, Messico e Centro America, l’amaranto è coltivato anche in altitudine fino a circa 2.800 m slm utilizzando soprattutto A. caudatus e A. hypocondriacus. In altre aree a clima temperato l’ A. cruentus è la specie sulla quale si è sviluppata una tecnica colturale adatta a un’agricoltura industriale anche se ancora da perfezionare in alcuni suoi aspetti.
Nei nostri ambienti l’amaranto è una tipica coltura primaverile-estiva che si può inserire in rotazioni con cereali, leguminose e ortaggi.
In considerazione delle ridotte dimensioni
del seme la preparazione del letto di
semina assume una particolare importanza
per la buona riuscita della coltura
che per questo esige terreni abbastanza
sciolti e con pH compreso tra 6 e 7,5.
La tecnica di semina più impiegata è
quella a file distanti 50-60 cm; si può procedere
a fila continua (10-12 kg/ha di seme)
o ricorrere alla semina di precisione
(3-5 kg/ha) con densità molto variabili
secondo l’architettura della varietà impiegata;
da 20 a 60 piante/m2.
Secondo la fertilità del terreno e la precessione
colturale è buona norma distribuire
una concimazione in presemina
con rapporto 1:2:0,5 tra azoto, fosforo e
potassio considerando come base circa
50-80 kg/ha del primo elemento.
Quando le piante hanno raggiunto
un’altezza di circa 20-25 cm si procede
con una sarchiatura che talvolta deve essere
ripetuta insieme a una rincalzatura
soprattutto se le piante sono molto alte
e con panicoli lunghi e ricadenti.
Il ciclo della specie è variabile tra 100
e 160 giorni dalla semina.
La maturazione è scalare e la raccolta è la fase più delicata di tutta la tecnica
agronomica.
Infatti i semi maturi si distaccano facilmente
dal panicolo provocando perdite
di una certa consistenza soprattutto se si
procede con la raccolta meccanica, anche
se piccole differenze sono state osservate
secondo la varietà utilizzata.
Per minimizzare le perdite di seme si
dovrà raggiungere un compromesso tra
maturità e umidità del panicolo oppure,
allo stesso modo di altre specie, tagliare
le piante e, dopo essiccamento, procedere
alla trebbiatura. Un carattere che deve essere ricercato
nelle varietà da sottoporre a raccolta meccanizzata è il «dry down», vale a dire la
parziale caduta delle foglie in concomitanza
con la maturazione del seme.
Infatti, nelle varietà che o a lungo le parti
fresche, il seme cade precocemente e, considerando
le sue minute dimensioni, rimane
attaccato alle foglie andando perso.
La riscoperta di questa pianta come preziosa risorsa alimentare risale agli anni Settanta, quando alcuni studi avviati da Dowton (1973) misero in evidenza le sue notevoli proprietà nutritive delle specie più diffuse: Amaranthus cruentus L., A. hypocondriacus L., A. caudatus L. e A. edulis
speg.
Negli Stati Uniti, Cina e India l’amaranto viene coltivato su grandi superfici ed è considerato ormai al pari di altre colture industriali (Tucker, 1986; Granado e Lòpez, 1990).
Le principali caratteristiche di questa specie, di cui, oltre ai semi, si possono consumare anche le foglie a guisa di spinaci, sono l’elevato contenuto di proteine (15-18%), di lisina e di calcio rispettivamente con medie di 5,2 e 0,37 g/100 g di sostanza secca (Petr et al., 2003), oltre a essere caratterizzato dall’assenza di glutine e quindi idoneo all’alimentazione dei celiaci (Ballabio et al., 2011). In particolare il contenuto di lisina, superiore ad alcuni alimenti di origine vegetale (cereali, fagioli, soia) e animale (carne, latte, uova), conferisce a questa specie elevate potenzialità di mercato soprattutto dove, fi no a questo momento, è stata confi nata quasi esclusivamente nel settore salutistico
(Hackman e Myers, 2003).
L’amaranto viene impiegato per la formulazione di barrette, snack, muesli, semi soffiati, estrusi e altri prodotti come biscotti e pane. Per quest’ultimo impiego però, e in generale per la produzione di paste lievitate, è necessaria la miscelazione con farine di cereali che nel caso di produzioni destinate ai celiaci possono essere di mais, sorgo, riso o miglio.
La farina di amaranto non contiene zuccheri semplici e questo, considerato l’elevato contenuto di amilopectina e di zuccheri complessi, consente il suo impiego nelle diete di obesi e diabetici.
Un’utilizzazione particolare di questa specie è quella del latte di amaranto che, per il suo ottimo bilanciamento degli aminoacidi e per l’elevato contenuto di calcio, è indicato per l’alimentazione di bambini, anziani e intolleranti al lattosio (Teutonico e Dietrich, 1985).
Le foglie di alcune varietà particolarmente pigmentate possono essere utilizzate per l’estrazione di un colorante rosso impiegato nell’industria alimentare.
Dell’amaranto il settore cosmetico e farmacologico benefi ciano soprattutto dell’elevato tenore di squalene dell’olio, un acido grasso contenuto in
media per il 4,6%.
L’olio di amaranto, contenuto nei semi in media per il 6,0%, con il suo tenore di tocoferoli, composti generalmente indicati come vitamina E, insieme allo squalene, trovano impiego nell’industria cosmetica soprattutto nel settore della cura di pelle e capelli.
Altra particolare utilizzazione è quella dell’impiego dell’amido caratterizzato da granuli molto piccoli che possono essere utilizzati come base per aerosol non allergici e anche come sostituto del talco in cosmesi.
....
Paolo Casini - Felice La Rocca
Dipartimento di scienze delle produzioni vegetali, del suolo e dell’ambiente agroforestale Università degli studi di Firenze