Classe: Dicotyledonae
Sottoclasse: Gamopetalae
Ordine: Tubiflorae
Famiglia: Solanaceae
Specie: Nicotiana tabacum L.
Francese: tabac; Inglese: tabacco; Spagnolo: tobaco; Tedesco: Tobak
Il genere Nicotiana appartiene alla famiglia delle Solanacee e comprende la specie N. tabacum (la più diffusa nel Mondo) e l’N. rustica (poco usata perché molto forte; un tempo veniva impiegata come insetticida).
Ci sono diverse varietà di tabacco, che si differenziano per caratteristiche, esigenze climatiche, tecnica di coltivazione e cura delle foglie dopo la raccolta. Secondo il metodo di cura e il tipo merceologico si classifica in:
- tabacco chiaro (curato all’aria, al sole o con fuoco indiretto)
- tabacco scuro (curato all’aria o con fuoco indiretto)
In Italia sono coltivate diverse varietà, quali: Virginia, Burley, Kentucky, Erzegovina, Havanna, Maryland, Paraguay, Perustiza, Badischer, Xanthi Yakà.
Fu Cristoforo Colombo il primo europeo a conoscere il tabacco quando sbarcò sulle isole Bahamas nel 1492. Il rotolo di foglie secche di tabacco che gli indigeni fumavano, era chiamato tabaco. Col tempo si è avuta una profonda evoluzione nel tipo di impiego: dai sigari e trinciati per la pipa si è passati ad un uso preponderante di sigarette. Fino al 1971 in Italia la coltivazione del tabacco era fatta in regime di strettissimo monopolio dello Stato; successivamente la coltivazione e la vendita sono state liberalizzate. L'Unione Europea al fine di favorire la produzione europea ha stabilito delle misure di sostegno dei prezzi del tabacco in foglie: prezzo di obbiettivo (assicura al coltivatore una remunerazione sufficiente) e prezzo d’intervento (90% del prezzo di intervento per il tabacco che non ha trovato acquirenti).
I maggiori produttori del mondo sono: Cina, U.S.A, India, Brasile, Turchia, Zimbabwe, Indonesia, Grecia, Italia.
Fiori di Tabacco - Nicotiana tabacum L. (foto Elena Nelli)
Foglie - Sono gli organi più ricchi di nicotina. La pianta è a sviluppo determinato il cui apice caulinare differenzia foglie fino ad un certo momento, dopo di che si differenzia in infiorescenza. Il numero di foglie va da 25 a 35 e sono poco picciolate o sessili, talora con appendici quasi amplessicauli simili a stipole. Hanno margine intero, nervature penninervie, bordo leggermente ondulato e su tutta la superficie presentano peli ghiandolari che secernono un liquido vischioso.
La forma delle foglie è ovato-lanceolata il rapporto tra lunghezza e larghezza massima varia da 1,5 a 3,5 comunque la dimensione è quanto mai variabile secondo la varietà, le condizioni ambientali, tecniche di allevamento e la posizione sul fusto.
Con la maturazione le foglie cambiano colore verso il verde-giallastro e assumono portamento pendente e poi reflesso.
Fusto - È robusto, eretto non ramificato, tomentoso e vischioso per le sostanze resinose emesse dai peli ghiandolari. Lo sviluppo in altezza varia moltissimo secondo il numero e la lunghezza degli internodi; in genere si aggira su 1,5-2 m.
Radici - II tabacco ha un apparato radicale fittonante molto ramificato, ma poiché esso viene trapiantato, il fittone sì rompe durante il trapianto e la pianta in pieno campo è ancorata al terreno da un esteso sistema di radici fibrose piuttosto superficiali.
Fiori - Grandi e vistosi, hanno calice gamesepalo con 5 denti disuguali, peduncolati e riuniti in infiorescenza apicale a pannicolo. La corolla è bianca nel tubo, mentre nei lobi varia dal roseo al rosso al giallo al bianco. È più lunga del calice e presenta 5 lobi. L'androceo è composto di 5 stami. Il gineceo è composto da un pistillo con ovario supero biloculare ricchissimo di ovuli, sormontato da uno stilo lungo, con stimma bilobato.
La fecondazione è autogama, ma si può avere allogamia occasionale, dovuta al vento o ad insetti.
Frutti - Ogni fiore fecondato produce una capsula ovato-conica, che si apre a maturazione per 3-4 valve lasciando uscire migliaia di semi.
Semi - Sono estremamente piccoli (in 1 grammo ne sono contenuti da 10.000 a 12.000), reniformi, di color marrone, rugoso-reticolati in superficie.
Il tabacco è pianta originariamente sub-tropicale e quindi brevidiurna, ma con l'estendersi della sua coltivazione si è adattata al diverso regime fotoperiodico diventando neutrodiurna.
Temperatura: ha bisogno di 15°C per germinare e 25-30°C per fiorire. Quindi in climi temperati svolge il ciclo nel periodo primaverile-estivo.
Ambienti: adattabilissimo, da quelli equatoriali a quelli continentali, grazie alla sua grande genetica e alla variabilità dei tipi merceologici.
Terreno: elevata adattabilità in terreni con diverso pH, tessitura, ricchezza nutrienti. Rifugge quelli ricchi di sali, soprattutto cloruri.
- I tabacchi scuri curati a fuoco diretto richiedono terreni argillosi, pesanti e fertili, alte temperature e moderate precipitazioni.
- I tabacchi scuri curati all'aria richiedono terreni pesanti, fertili e ricchi di sostanza organica che gli altri rifuggono.
- I tabacchi orientali curati al sole richiedono terreni di bassa fertilità e ciottolosi, spesso poco profondi, e un ambiente xerofitico che generi piccole piante con piccole foglie. È indispensabile poi l'assenza di piogge durante il periodo di raccolta e cura.
- I tabacchi chiari curati a fuoco indiretto richiedono terreni sciolti e di bassa fertilità organica, in modo da evitare che la pianta trovi azoto da assorbire nella fase finale del ciclo. Le piogge o l'irrigazione devono essere abbondanti e regolari.
- I tabacchi chiari curati all’aria richiedono terreni profondi, fertili, di medio impasto, ben aerati.
I requisiti ricercati nelle varietà di tabacco sono la produttività e la buona qualità del prodotto, obiettivi generici che possono essere perseguiti dai miglioratori seguendo diversi approcci. Quest’ultimi possono essere resistenza o tolleranza alle avversità (potenziando quelle già reperite o trovando nuove fonti di resistenza), precocità di maturazione (perché le raccolte non si protraggano troppo nell'autunno, con inconvenienti e danni alla qualità), idoneità alla raccolta meccanica (fusti robusti, internodi ben distanziati, foglie a portamento non eretto), contenuto di nicotina consono alle esigenze del mercato, basso potenziale di catrame.
Campo di Tabacco - Nicotiana tabacum L. (foto Elena Nelli)
Semenzaio:
Il tabacco, data la piccola dimensione del seme, l’estrema delicatezza della plantula e le elevate temperature necessarie per germinare e crescere, non può essere seminato direttamente in campo. La semina quindi viene fatta in semenzai quando la temperatura media giornaliera raggiunge 6-8 °C, (fine febbraio nel Sud d'Italia, marzo nel Centro-Nord) con una fittezza di 600-800 metro quadrato seminando 1 gr. ogni metro quadrato. La semina è a spaglio effettuando un buon rimescolamento del seme o con sospensione in acqua tramite annaffiatoio. Il seme viene interrato con una leggera compressione del terreno o coprendolo con uno strato di terriccio sterilizzato. I semenzai possono essere di diversi tipi: a letto caldo, serre-tunnel, "float system". In quest’ultimo la fittezza del seme è determinata dalla distanza tra gli alveoli.
- Semenzaio a letto caldo
È stato messo a punto fin dall'inizio dalla tabacchicoltura italiana. Può essere tutto fuori terra o parte interrato. Consiste di cassettoni delimitati con materiali di facile disinfezione e che non diano ricetto a parassiti (lastre di cemento, muratura, ecc.) di larghezza intorno a 1,30-1,50 m, in modo da rendere possibili e agevoli le cure colturali e l'estirpamento.
Il semenzaio a letto caldo è costituito da più elementi che sono:lo strato drenane, strato termogeno (costituito di letame), letto di semina e copertura.
- Serre-tunnel
Per la loro semplicità e economicità hanno soppiantato quasi ovunque i semenzai tradizionali.
Consistono in una copertura di film plastico, sorretta da archi metallici, che assicuri un buon "effetto serra". Grazie alla copertura non c'è bisogno né dello strato drenante né del letto caldo e quindi non è necessario che il letto di semina superi il piano di campagna richiedendo la struttura a cassoni. Quindi, i letti di semina sono realizzati in piena terra, anziché in cassoni, stendendo uno strato sterile di sabbia o meglio di pozzolana, dello spessore di 0,10 m circa da rimuovere ogni anno.
Il film plastico più usato è il polietilene, più economico ed ecologico di altre plastiche, anche se l'effetto-serra che produce è parziale, nel senso che "non intrappola" completamente la radiazione infrarossa emessa dal terreno.
- Float system
È la più recente evoluzione di semenzaio di tabacco.
Realizza all'interno della serra-tunnel bacini impermeabili con film plastico steso su terreno perfettamente livellato e con i bordi rialzati in modo da contenere uno strato d'acqua alto 0,2 m. Altri elementi base del sistema sono contenitori alveolati di poliuretano espanso che galleggiano sull'acqua. Gli alveoli dei contenitori vengono riempiti di un substrato sterile a base di torba e al centro di ognuno di essi è deposto un seme di tabacco (operazioni tutte meccanizzate). I contenitori alveolati appena seminati vengono posti a galleggiare nei bacini riempiti di un'appropriata soluzione nutritiva; da essa le plantule attingono acqua e nutrienti. La lunghezza e la larghezza dei bacini sono multipli esatti delle dimensioni dei contenitori, in modo che questi risultino formare un compatto piano galleggiante ricoprente l'intera superficie della vasca. Così si ottengono piantine più robuste, trapianto di piantine con pane di terra, minore competizione tra le piante grazie alla regolarità della loro disposizione e quindi maggior numero di piante valide per metro quadrato, eliminazione di ogni problema fitosanitario legato al substrato, facilità di gestione della serra non essendo richiesta l'irrigazione, riduzione degli abbassamenti di temperatura grazie al volano termico costituito dalla massa liquida.
Campo:
Avvicendamento: coltura da rinnovo segue o precede il frumento, il potere miglioratore è diverso secondo il tipo e la tecnica di coltivazione adottata. Può succedere a se stesso ma possono esserci problemi dovuti a parassiti che impongono il ritorno all’avvicendamento.
Preparazione del terreno: effettuare un’aratura nell’estate o autunno precedente a circa 0.30-0.40 m e rifinirlo per il trapianto con erpicatura.
Trapianto: effettuarlo con temperature maggiori di 15°. Il trapianto con macchine è entrato nella pratica corrente perché consente di ridurre l’impiego di manodopera. Dopo il trapianto conviene effettuare un irrigazione per assicurare l’attecchimento. Se alcune piante non attecchiscono conviene rimpiazzarle precocemente con altre provenienti da semenzaio.
Lotta alle infestanti: il tabacco va difeso dalle infestanti perché è molto sensibile a questo tipo di danno ciò può essere ottenuto con delle sarchiature-rincalzature o con diserbo chimico effettuabile pre-trapianto con o senza interramento o post-trapianto.
Cimatura: con questa operazione viene spuntato lo stelo per accumulare le sostanze di riserva, la nicotina, su un limitato numero di foglie in modo che crescano ampie, pesanti e forti. È praticata solo su un ristretto numero di varietà destinate a produrre tabacchi forti e sostanziosi (Kentucky, Virginia). Normalmente la cimatura è fatta a mano (40-60 ore di lavoro), ma anche con macchine cimatrici montate su «trampoli» per poter passare sopra la coltura (2-3 ore di lavoro). L'effetto della cimatura sulle foglie è tanto più marcato quanto più bassa e precoce è l'operazione. Con l'eliminazione della parte apicale della pianta si provoca nel vegetale uno squilibrio auxinico per cui le gemme esistenti all'ascella delle foglie, normalmente dormienti, germogliano formando i cosiddetti «cacchi» che, se lasciati crescere, annullerebbero l'effetto della cimatura. Per eliminare questi germogli ascellari, dopo la cimatura si rende necessaria la scacchiatura; che può essere evitata impedendo la germogliazione delle gemme ascellari con adatti prodotti chimici «antigermoglio».
Sbranciatura: un tempo era una pratica obbligatoria. Consiste nell’asportare a mano le 2-3 foglie basali, sporche e piccole, consentendo l’arieggiamento della corona e lo sviluppo della pianta. Ultimamente anche le foglie basali sono raccolte e quindi questa pratica non è più effettuata.
Lotta anticrittogamica: trattamenti fungicidi contro la muffa blu.
È una lenta e controllata essiccazione, durante la quale le foglie subiscono profonde e determinanti trasformazioni biochimiche e organolettiche. Con la cura si sviluppano o si potenziano le caratteristiche merceologiche qualitative dalle quali dipende in grande misura il prezzo di realizzo.
Tabacchi curati a fuoco indiretto: tabacchi che entrano nelle miscele delle più comuni sigarette bionde. Loro caratteristica è un colore variabile dal giallo limone all'arancio, di forza da leggera a media, con un alto contenuto di zuccheri, aroma per lo più poco marcato.
Il più famoso al mondo è il Virginia prodotto nel North Carolina (USA), forte, sostanzioso, relativamente aromatico. L'Italia è il maggior paese europeo produttore di tabacco a fuoco diretto con due tipi distinti di prodotto: il primo, tradizionale, esclusivo dell'Italia detto Bright Italia (o Bright) in fase di forte regressione, l'altro relativamente recente detto Virginia, che sta prendendo il sopravvento presso i tabacchicoltori italiani perché più accetto ai mercati mondiali.
- Fasi della cura a fuoco indiretto
1) Ingiallimento. Caricata e chiusa ermeticamente la cella così da assicurare un'alta umidità relativa (80-85%), la temperatura si porta a 30°C e vi si mantiene finché le foglie hanno assunto una tinta giallognola; quindi s'aumenta di circa 1°C all'ora, con altra sosta a 35° per l'inizio dell'ingiallimento vero e proprio; dopo di che si sale fino a 38° circa: a questa temperatura le foglie restano fino a che non compare un colore giallo limone deciso. È questa la fase più difficile della cura perché con una manovra errata il tipico colore giallo del Bright Italia potrebbe venire compromesso.
2) Fissazione del colore giallo. Ottenuto il colore giallo desiderato si ottiene l'arresto dei processi ossidativi che porterebbero alla formazione del colore marrone, l'apertura delle bocche di aerazione, in modo da eliminare l'umidità in eccesso.
3) Essiccazione della lamina. Dai 38°C si arriva ai 50° aumentando la temperatura di 1° all'ora, sempre tenendo aperte al massimo le bocche di aerazione. Si sosta a 50° finché i lembi fogliari non sono completamente secchi.
4) Essiccazione della costola. Da 50° si porta la cella a 65° (aumento di 1°-1,5° all'ora) chiudendo gradatamente aspiratori e prese d'aria. A 65° si attende che le costole siano diventate perfettamente friabili: a questo punto la cura è terminata, ma è necessario dar corso alla fase successiva per garantire la conservazione del prodotto.
5) "Sterilizzazione" del prodotto. La temperatura viene fatta salire ancora: da 65° a 85°, aumentando di 2-3° all'ora. Il tabacco in quest'ultima fase acquista il caratteristico odore ed altresì la necessaria serbevolezza e stabilizzazione del colore, per l'inattivazione degli enzimi.
Una cura ben fatta dura da 5 a 7 giorni secondo lo stato delle foglie.
Tabacchi chiari curati all’aria: curati (anche gli scuri) appendendo le filze di foglie entro strutture ombreggiate e aerate dove, senza interventi di alcun genere, compiono la cura in un tempo piuttosto lungo: da 3 a 4 settimane. Essa richiede strutture poco costose ma voluminose e ridotte manipolazioni ma è rudimentale perché non consente di regolare le condizioni ambientali. Per questo è lunga, e porta alla decomposizione degli zuccheri (che sono assenti o scarsi). Il più importante tabacco è il Burley.
Tabacchi scuri curati all’aria: i tabacchi scuri trovano impiego nei sigari, nei trinciati e nelle sigarette scure. In Italia in passato due tipi avevano importanza: il Beneventano, nelle province di Benevento e Avellino, e il Nostrano del Brenta, nel Veneto.
Oggi questi tabacchi sono praticamente scomparsi perché il loro gusto trova sempre meno apprezzatori. In loro sostituzione si sono diffusi tabacchi abbastanza nuovi per l'Italia tra i quali l'Havanna e il Badischer Geudertheimer sono quelli che hanno incontrato il maggior successo diffondendosi in maniera molto rapida in sostituzione del Nostrano del Brenta e del Beneventano. Le foglie curate hanno un contenuto di nicotina del 2%. Questi tabacchi sono impiegati come trinciato da ripieno per sigari e per sigarette scure.
Tabacchi scuri curati a fuoco diretto:
Sono i tabacchi meno importanti nel panorama tabacchicolo mondiale, ma in Italia hanno un'importanza tutt'altro che trascurabile: l'Italia è al 4° posto per produzione, dopo USA, Polonia e Malesia.
L'unico rappresentante di questa categoria è il tabacco Kentucky.
Pressatura
A cura ultimata il tabacco viene sottoposto al rinvincidimento, ossia viene inumidito leggermente onde poter essere pressato senza che le foglie si frantumino. È della massima importanza che il tabacco venga pressato con il giusto grado di umidità. Se il tabacco è messo in ballette troppo umido perde la brillantezza del suo colore con svalutazione del prodotto. Come si è detto in precedenza in genere l'agricoltore vende il suo tabacco in foglie, ossia curato e confezionato in ballette.
La valutazione della qualità del tabacco viene fatta mediante perizia fatta da tecnici esperti che stimano ad occhio le percentuali delle varie classi (A, B, C e fuori grado) presenti nella partita.
Le foglie del tabacco vengono in genere raccolte in passate successive. Le foglie, prodotto utile del tabacco, vanno raccolte al giusto grado di maturazione tecnica. I segni di tale maturazione, che inizia dalle foglie più basse e procede verso l'alto, sono i seguenti:
- Colorazione verde chiaro del lembo per la diminuzione del contenuto di clorofilla
- Marmorizzazioni giallastre internervali, a cominciare dall'apice e dai bordi della foglia, che si estendono verso il centro.
- Incurvamento verso il basso dell'apice e dei margini fogliari.
- Le foglie s'inturgidiscono per l'accumulo di amido e, piegate, si rompono con frattura netta e rettilinea.
- La foglia si distacca facilmente dallo stelo.
- Per il disfacimento dei peli ghiandolari epidermici si ha la liberazione di materie resinose, che rendono la foglia vischiosa al tatto, con emissione di odore forte.
I tabacchi scuri, nei quali grande importanza ha la forza, il gusto e l'aroma, devono essere raccolti a maturazione piena; quelli leggeri, invece, ai primi segni di maturità (con la raccolta un po' anticipata vedono migliorata la combustibilità e accentuata la leggerezza).
La raccolta viene fatta a macchina o a mano, di questa ne esistono tre metodi:
Raccolta a pianta intera. Si fa tagliando le piante alla base dello stelo e deponendole nell'interfila, con ogni cura per evitare lacerazioni, e lasciandole qualche ora ad appassire.
Raccolta a foglie. La maturazione tecnica delle foglie è scalare dal basso, verso l'alto per cui la raccolta a foglie, fatta in passaggi successivi, è razionale in quanto le varie "corone fogliari" sono raccolte al giusto grado di maturazione. Nei sistemi più accurati la raccolta a mano è fatta cogliendo 3-4 foglie per volta il che consente di tenere distinte le varie corone di foglie: basali, prime mediane, seconde mediane, sottoapicali e apicali. Per ridurre i costi, specialmente con la raccolta meccanizzata, c'è la tendenza a ridurre il numero di raccolte cogliendo parecchie foglie alla volta così si distinguono solo tre corone: basali, mediane ed apicali.
Raccolta mista. Si raccolgono foglia a foglia quelle basse e mediane, mentre quelle apicali, quando mature, si raccolgono tutte insieme tagliando il fusto. È un sistema adatto per le varietà con molte foglie.
Il momento migliore per la raccolta del tabacco è il mattino, appena le foglie si sono asciugate dalla rugiada. Le foglie vanno subito trasportate con molta cura e cautela sul luogo di cura dove vengono confezionate su spaghi in filze di un dato numero di foglie, mediante infilzatura a mano o mediante l'uso di macchine infilzatrici, cucitrici o ammazzettatrici; le filze di foglie vengono legate su apposite pertiche che ne consentono lo stendaggio nei locali di cura.
Foglie di Tabacco (foto Laura Paganucci)
In semenzaio: sono gravi perché provocano la perdita di piantine o scarsa vitalità di queste.
I danni maggiori sono provocati dai marciumi delle piantine (Pythium spp., Rhizoctonia solani, Colletotrichum spp.) e dal marciume radicale (Thielaviopsis basicola). Il miglior sistema di prevenzione è l'impiego di varietà poco sensibili e di substrato non infetto o perché inerte (es. pozzolana) o perché sterilizzato con vapore o con fumiganti. Temibilissima è la muffa blu (Peronospora tabacina). Insetti temibili sono i collemboli. Con il metodo del "float system" tutte le avversità in semenzaio sono tenute sotto controllo.
Avversità in campo:
Parassiti vegetali
- Marciume radicale. È provocato dal fungo Thielaviopsis basicola attacca le piantine appena trapiantate e in semenzaio, con andamento stagionale umido e freddo e di terreno con drenaggio difettoso. L'impiego di varietà resistenti e il rispetto della rotazione colturale sono gli accorgimenti più raccomandabili.
- Muffa blu. L'agente causale è il fungo Peronospora tabacina,
- Virosi. Diversi virus colpiscono il tabacco provocando danni spesso molto gravi. Tra le più diffuse il mosaico, causato dal TMV (Tobacco Mosaic Virus) e la necrosi nervale da PVY (Potato Virus Y). Non esistono mezzi di controllo diretto delle virosi, ma solo mezzi di tipo preventivo: substrato di semenzaio sterile, norme igieniche del personale addetto al trapianto, eliminare erbe spontanee potenzialmente infette.
- Fanerogame parassite. Il tabacco in campo è soggetto ad essere parassitizzato dall'orobanche (Orobanche ramosa, prevalentemente), pianta superiore che ha perso la capacità fotosintetica diventando parassita di altre piante, sulle cui radici infigge i suoi austori con i quali sugge la linfa dell'ospite-vittima. Le piante di tabacco attaccate rallentano o arrestano la crescita con foglie poco sviluppate che alla cura risultano non commerciabili. L’orobanche produce un'enorme quantità di semi che restano vitali nel terreno per moltissimi anni: costituisce quindi un problema serio che ancora non ha trovato mezzi di controllo sicuramente efficaci.
Malattie gravi, ma fortunatamente rare sono la maculatura angolare e il fuoco selvaggio, che si è recentemente visto essere causate dallo stesso batterio Pseudomonas syringae.
L'avvizzimento batterico è causato dallo Pseudomonas solanacearum.
Insetti:
- Agrotidi (o nottue). La specie più comune in Italia è la Scotia ipsilon, lepidottero le cui larve terricole escono di notte rodendo al colletto lo stelo delle piante di tabacco trapiantate da poco.
- Elateridi. Le larve terricole dei coleotteri del genere Agriotes attaccano tabacco penetrando nella porzione sotterranea delle piante trapiantate.
Per entrambi i casi è consigliabile la geodisinfestazione lungo la fila contemporaneamente al trapianto.
Nematodi:
Nel caso di ordinamenti colturali nei quali tabacco succede a se stesso per parecchi anni, si, verifica l'intensificazione degli attacchi di nematodi galligerr; (Meloidogyne spp.). Gli attacchi sono particolarmente gravi nei terreni sabbiosi se il tabacco torna sullo stesso terreno a intervalli brevi.
Grandine: Le foglie, che rappresentano il prodotto utile del tabacco, vengono lacerate o forate con perdita totale del prodotto o con pregiudizio grave per la qualità. Se la grandine è venuta presto, è possibile recuperare una parte di prodotto tagliando al colletto le piante e allevando uno dei germogli che si sviluppano dopo il taglio. Le lacerazioni delle foglie compromettono in modo gravissimo la qualità dei tabacchi da fascia. Assai diffusa è l'assicurazione per i danni provocati dalla grandine.
a cura di Elena Nelli