Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Asterales
Famiglia: Asteraceae
Genere: Artemisia
Specie: Artemisia annua L.
Altri nomi comuni: Assenzio annuale
Cinese: qing-hao; Francese: armoise; Inglese: annual wormwood
Artemisia annua L. è una pianta aromatica annuale di origine est europea ed asiatica. Oggi è diffusa in varie parti del globo caratterizzate da clima temperato. In Italia è presente in modo discontinuo e si comporta da ruderale.
Artemisia è un genere di piante note fin dall'antichità per diverse e numerose proprietà curative. Tra i primissimi cenni storici di utilizzo di Artemisia quale fonte di fitoestratti curativi bisogna menzionare Theophrastus (371-287 a.C.), che indicava A. abrotanum come antielmintica e spasmolitica. Vi sono tracce storiche ben documentate anche nell'antico Egitto di un uso di A. absinthium come vermifugo e curativo di lesioni cutanee. Ma è in Cina che queste specie diventano particolarmente note e rinomate per le loro svariate proprietà salutari. Infatti venne menzionata per la prima volta nel 168 a.C. nel testo sulla farmacopea tradizionale cinese "Rimedi per 52 malattie", testo rinvenuto a Changsa (prov. Hunan) nella tomba di Mawangdui Han. In questo testo l'artemisia (A. annua) veniva indicata come rimedio anti-emorroidario. Successivamente nel 340 d.C., la stessa specie viene menzionata in un secondo testo della sinno-farmacopea tradizionale redatto da GeHong: "Manuale delle prescrizioni per terapie di urgenza". In questo testo si illustravano le proprietà curative degli estratti e degli infusi di A. annua contro la malaria.
Più recentemente, nel 1596, Li Shizhen la cita come pianta antimalarica nel suo volume Compendio della Materia Medica. Anche il suo utilizzo come bio-fumigante contro insetti presenti nelle derrate stoccate è noto in Cina da svariati secoli.
La svolta si ebbe però ad inizio anni '70, sotto il governo di Mao, che diede ordine a tutti i settori delle scienze sinniche di indagare approfonditamente sulle proprietà curative reali di svariate piante note dalla tradizione cinese e tra queste anche le numerose specie del genere Artemisia. Dallo screening (che oggi ammonta ad oltre 130 specie congeneri indagate) risultò che A. annua possedeva effettivamente una potente azione antimalarica e pertanto si pervenne alla prima identificazione ufficiale di azione anti-Plasmodium alternativa agli antibiotici ed al chinino: l'artemisinina (qinghaosu).
Foto n. 1 - Pianta di Artemisia a circa 20 giorni dal trapianto (prova prog. Co.Al.Ta.1 prov. BN)
(foto Eugenio Cozzolino)
Foto n. 2 - Pianta di Artemisia di notevole sviluppo vegetativo (prova prog. Co.Al.Ta.1 prov. BN)
(foto Eugenio Cozzolino)
A. annua si presenta come pianta erbacea annua (Foto n. 1) che nei climi temperati può raggiungere i 2 m di altezza (Foto n. 2). La pianta può assumere un portamento monocaule (con branche alternate), oppure cespuglioso (ramificazioni alla base).
Le foglie sono profondamente settate, variano da 2,5 a 5 cm di lunghezza e contengono cellule filamentose (tricomi). L’infiorescenza (capitula) ha un diametro di circa 2-3 mm, è generalmente di colore giallastro ed è racchiusa da numerose brattee. La capitula presenta al centro numerosi fiori bisessuali (ermafroditi), circondati da fiori femminili (pistillati). Entrambi i tipi fiorali hanno una corolla tubolare simpetala con margine penta lobato nei fiori bisessuali e bi-trilobato in quelli femminili. Il ricettacolo è glabro ed ha forma triangolare. Anche tutti gli organi fiorali contengono numerose cellule filamentose.
Benché l’immunolocalizzazione dell’artemisinina non sia stata ancora ben definita, ci sono forti evidenze che dimostrano che questa è secreta nei tricomi ghiandolari, in quanto nei biotipi di A. annua che non presentano tricomi ghiandolari non c’è produzione della sostanza.
Il contenuto di artemisinina nelle infiorescenze (% S.S.) è da 4 a 11 volte più elevato che nelle foglie.
L’associazione di artemisinina con queste ghiandole (tricomi ghiandolari) è dimostrata dal fatto che non viene trovata artemisinina nelle parti di pianta che non hanno ghiandole, quali polline o radici, e nei biotipi senza ghiandole.
Il frutto è un achenio piccolissimo ed i semi sono di dimensioni ridottissime (circa 12000 per grammo).
Predilige i terreni franchi esposti a sud, ma si adatta anche in terreni argillosi. La pianta è poco esigente nei riguardi dei fattori nutritivi. Alle nostre latitudini la specie ha un ciclo di crescita primaverile-estivo e la fioritura avviene nella tarda estate. La pianta è moderatamente resistente alle basse temperature e dissecca totalmente con le prime gelate.
Il fattore limitante della crescita è costituito dal fotoperiodismo. Infatti la durata del giorno di 12 ore accorcia il ciclo vegetativo ed induce la fioritura e questo spiega perché non è possibile coltivare con successo questa pianta nei paesi equatoriali e subequatoriali mentre vegeta rigogliosa nei nostri ambienti.
La semina viene effettuata in semenzaio, vista la ridottissima dimensione dei semi. Le piantine allo stadio di 2-4 foglie e alte circa 10 cm vengono trapiantate in pieno campo utilizzando le comuni trapiantatrici. Non esiste allo stato attuale una densità ottimale per la coltura industriale perché sono poche le prove agronomiche effettuate su questa pianta. Sulla base dei pochi dati disponibili sembra che una densità di circa 6 piante per mq rappresenti il giusto compromesso per lo sviluppo della pianta e per l’accumulo del principio attivo. L’elemento nutritivo azoto non sembra avere influenza sulle caratteristiche biometriche e produttive dell’artemisia, che invece si avvantaggia di apporti seppur modesti di fosforo e potassio. Anche l’irrigazione influisce positivamente sulla produttività ma non sono disponibili coefficienti colturali per il calcolo dei fabbisogni irrigui. Il controllo delle malerbe (mancando p.a. diserbanti registrati) viene effettuato con 1 o 2 sarchiature.
Il basso contenuto di artemisinina (max 0,5%) nei genotipi delle specie di Artemisia annua coltivate nel recente passato in Europa ed in America è stato il principale fattore limitante per la diffusione della coltura su ampie superfici. Negli ultimi anni il miglioramento genetico ha portato ad un deciso incremento di artemisinina nelle parti aeree, infatti i genotipi oggi coltivati a scopo sperimentale raggiungono un contenuto medio di 1,1 – 1,4% sulla sostanza secca della parte aerea. Questo risultato abbinato ad una abbondante produzione di biomassa (20-25 t/ha di prodotto secco) potrebbe rendere economicamente conveniente la coltura
Il massimo contenuto di artemisinina nella pianta coincide con la fase di inizio fioritura(foto n.3). E’ questo il momento opportuno per la raccolta, che viene effettuata sfalciando le piante. Queste poi sono poste ad essiccare in locale coperto e ventilato. Non esistono ad oggi macchine adatte alla raccolta meccanizzata. Sarebbe importante poter raccogliere solo le foglie o le sommità apicali della pianta lasciando in campo la parte legnosa.
Foto n. 3 - Infiorescenza di A. nella fase di fioritura incipiente (prova prog. Co.Al.Ta.1 prov. BN)
(foto Eugenio Cozzolino)
Le prove preliminari non hanno messo in evidenza patogeni che danneggiano in modo irreversibile la coltivazione, mentre una ricca entomofauna è presente durante tutto il ciclo vegetativo senza per’altro arrecare danni economicamente apprezzabili. In tutti i casi durante le prove non sono stati effettuati trattamenti antiparassitari.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha confermato e ribadito numerose volte l’efficacia dell’artemisinina nel combattere la malaria nella sua forma più aggressiva e virulenta. Il grosso problema è rappresentato dalla insufficiente produzione mondiale del principio attivo. Prove preliminari hanno messo in evidenza che la coltivazione dell’A. annua nei paesi europei è praticabile con successo e l’iniziativa potrebbe rispondere alle esigenze della suddetta organizzazione e recepire i recenti orientamenti di politica agricola comunitaria e nazionale. In particolare la coltivazione di Artemisia annua potrebbe sostituire nelle zone idonee colture in crisi in seguito alla riforma della Pac.
- Pignatti S. (1982): Flora d’Italia. Edagricole, Bologna
- Duke S.O., Vaughn K.C., Croon E.M.J., Elsohly H.N., 1987 – Artemisinin, a
constituent of annual wormwood, is selective phytotoxin. – Weed Sci., 35: 499-505.
- Debrunner N., Dvorak V., de Magalhães P., Delabays N. (1996); Selection of genotypes of Artemisia annua L. For the agricultural production of artemisinin; In: Proceedings of International Symposium: Breeding Research on Medicinal and Aromatic Plants, June 30-July 4, 1996, Quedlingburg, Germany, 222-225
- Delabays N., Jenelten U., Paris M., Pivot D., Galland N. (1994); Aspects agronomiques et génétiques de la production d’artémisinine à partir d’Artemisia annua L.; Rev. Suisse Vitic. Arboric. Hortic., 26 (5): 291-296
- http://www.actahort.org
a cura del dott. Eugenio Cozzolino