Famiglia: Compositae - Asteraceae
Specie: Carthamus tinctorius L.
Il Cartamo è una pianta annua di origine policentrica, dall'Asia continentale (Iran, Pakistan) all'Africa orientale (Sudan, Etiopia). Coltivata fin dall'antichità in Egitto, Cina, bacino del Mediterraneo ed Etiopia.
Oggi, il maggior produttore mondiale è l'India, seguono, con superfici decisamente inferiori, gli Stati Uniti e il Messico. In Europa è coltivata solo in Spagna e Portogallo.
Cartamo - Carthamus tinctorius L. (foto Stefan Imhof www.uni-marburg.de)
Cartamo Carthamus tinctorius L.
Il Cartamo è una pianta annua con fusto eretto (fino a 1 metro circa), abbondantemente ramificato. La radice principale è fittonante, quelle secondarie plagiotropiche. Le foglie sono alterne e sessili; quelle poste più in basso sono oblunghe e inermi, mentre quelle più alte sono spinose.
Le infiorescenze sono dei capolini, costituiti da 20-100 fiori circondati da brattee involucrali, di colore giallo arancio; su una pianta se ne possono contare anche più di cento.
I frutti, detti comunemente "semi", sono degli acheni, lucidi, ovoidali, ricchi di olio (40-45%).
Il cartamo necessita di temperature abbastanza elevate durante tutte le fasi del ciclo biologico. Pianta longidiurna, necessità di luce ad alta intensità.
Per quanto riguarda il terreno, si adatta anche a quelli argillosi purché siano dotati di buona struttura e privi di ristagni idrici. Il pH deve essere neutro o subalcalino. Resiste abbastanza bene ai terreni salini.
Ha bisogno di molta acqua (soprattutto nella fase di maturazione) che riesce a procurare grazie all'apparato radicale molto sviluppato in profondità. Non sopporta l'elevata umidità dell'aria.
Necessita di elevate quantità di azoto e potassio e basse di fosforo (elemento in grado però di accorciare la fase di maturazione).
Tipica pianta da rinnovo a ciclo primaverile-estivo; se il clima è particolarmente favorevole può essere seminata in autunno.
Dopo l'aratura e la successiva preparazione del terreno, la semina viene fatta a file distanti circa da 25 a 45 cm, con un investimento di 20-40 piante a metro quadrato, elevabile fino a 60-65.
Le infestanti vengono controllate con lavorazioni meccaniche e diserbanti.
La raccolta viene effettuata a completa maturazione (umidità dei semi 8-10%) con mietitrebbiatrici.
La resa in semi è molto variabile e può arrivare a 40 quintali ad ettaro.
I semi (contengono il 40-45% di olio) vengono utilizzati per la produzione di olio ricco di acidi insaturi (soprattutto linoleico 75% e oleico 10%), utilizzato soprattutto nell'industria farmaceutica e nella produzione di vernici. I panelli di cartamo vengono impiegati nell'alimentazione degli animali per il loro elevato contenuto di fibra e proteine. Dalla corolla dei fiori si estrae la cartamina, sostanza colorante usata in tintoria e in cosmesi.
Il cartamo (l'intera pianta) viene impiegato nell'alimentazione degli ovini sia come foraggio fresco che affienato, se falciato prima della fioritura.
I danni più gravi sono causati da alcune micosi come la ruggine (Puccinia carthami) e l'alternaria (Alternaria carthami).
La mosca del cartamo (Acanthophilus helianthi) può provocare danni seri alla coltura distruggendo i capolini maturi.
da Coltivazioni erbacee - Nasi, Lazzarotto, Ghisi - Liviana ed.