Classe: Dicotyledonae
Ordine: Leguminosae
Famiglia: Papilionaceae
Tribù: Vicieae
Specie: Lathyrus sativus L.
Francese: Gesse cultivée, Lentille d'Espagne; Inglese: Grass Pea, Chickling vetch; Spagnolo: Galgana; Tedesco: Essbare Platterbse.
La cicerchia è una leguminose da granella originaria del bacino del Mediterraneo, di antichissima coltura, ma limitata a causa della cattiva qualità alimentare dei suoi semi, che producono una sindrome neurotossica (latinismo), con convulsioni e paralisi, se consumata in grande quantità dagli uomini o dagli animali.
Fiori di Cicerchia - Lathyrus sativus L. (foto www.itqb.unl.pt)
La cicerchia è una pianta annuale, ramificata, a portamento semiprostrato, con steli glabri, glauchi, caratteristicamente alati; le foglie sono alterne, costituite da un picciolo alato portante un paio di foglioline ellittiche, oblunghe e un cirro semplice o ramificato, molto lungo; i fiori sono singoli e dopo la fecondazione, che è autogamia, formano un baccello compresso contenente da 2 a 5 semi; i semi sono schiacciati, piuttosto angolosi, di colore bianco o bruno marezzato, di 4-6 mm di diametro e di circa 270 mg di peso.
Frutti e semi di Cicerchia - Lathyrus sativus L. (foto www.gudjons.com)
La cicerchia è pianta microterma che ha esigenze termiche intermedie tra quelle della lenticchia e quelle del cece. Si adatta ai terreni anche molto magri e ciottolosi, purché non soggetti a ristagni d’acqua.
Si semina per lo più in autunno per essere raccolta in giugno-luglio. La semina viene fatta a file a 0,40-0,50 m, con 100-120 Kg/ha di seme.
La sua estrema rusticità consente a questa pianta di dare produzioni superiori a quelle di altre leguminose, ad esempio della lenticchia, in ambienti molto magri e avversi.
La produzione si aggira su 2-2,5 t/ha di granella, in buone condizioni di coltura.
La cicerchia trova anche impiego come pianta da erbaio. A questo scopo si usa un’altra specie affine: il Lathyrus cicera, cicerchiella o moco.
La cicerchia può essere innanzitutto danneggiata dai venti caldi e dall'eccessivo calore, ai quali va spesso attribuito lo striminzimento dei semi. Nocivi alla coltura risultano poi anche i tonchi, l'Afide Siphonophora viciae Kalt. e l'Uromyces fabae (Pers.) De B.
a cura di Francesco Sodi