Classe: Monocotyledones
Ordine: Glumiflorae
Famiglia: Graminaceae (Gramineae o Poaceae)
Tribù: Hordeaceae
Specie: Secale cereale L.
Francese: siegle; Inglese: rye; Spagnolo: centano; Tedesco: Roggen.
Nel Mondo si coltivano 10 milioni di ettari a segale, con una produzione di oltre 20 milioni di tonnellate. La sua coltura è estremamente localizzata ai paesi molto freddi per latitudine o altitudine, grazie alla sua straordinaria resistenza al freddo che ne consente la semina autunnale anche in climi proibitivi per qualsiasi altro cereale. In Italia è coltivata su appena 6000 ettari e tende a diminuire di pari passo con lo spopolamento delle zone marginali di montagna.
La patria d’origine della segale non è ancora bene accertata, ma sembra che sia uno dei territori dell’Asia minore. È pianta tipica dei climi freddi e dei terreni sabbiosi e acidi: perciò si trova diffusamente coltivata nei paesi del nord d’Europa e del Canada, Stati Uniti e Giappone.
In Italia la coltura è per la massima parte distribuita nelle zone montagnose del Piemonte, del Trentino e della Lombardia.
Segale comune - Secale cereale L. (foto www.agraria.org)
La segale presenta dei caratteri botanici simili a quelli del frumento. Da questo si distingue perché la piantina ha una ligula sprovvista delle appendici falciformi abbraccianti il culmo, comuni al frumento e all’orzo, ed inoltre la ligula stessa è corta, dentata a denti brevi e triangolari.
Il culmo è formato di vari internodi, altissimo (1,5-2 metri) e sottile, ma flessibile ed elastico; ha foglie di colore verde glauco, a lamina corta e più stretta del frumento.
La segale accestisce meno del frumento e con maggior ritardo, mentre nelle fasi successive di vegetazione è più rapida e più precoce.
La spiga terminale è in genere lunga e sottile e porta ad ogni dente del rachide una spighetta di norma trifora, ma con il terzo fiore sterile, per cui si hanno 2 cariossidi per spighetta.
Il frutto è una cariosside cilindrica, appuntita all’estremità portante l’embrione, pelosa e troncata all’altra estremità.
La segale è una pianta allogama, a impollinazione anemofila, nella quale un sistema di autoincompatibilità rende la fecondazione incrociata la regola.
Le varietà coltivate si possono distinguere in base al colore della cariosside, bianca, verdognola, grigia o nera; a seconda dello sviluppo delle reste; a seconda dell’epoca di semina, autunnale o primaverile (quest’ultima è eccezionale).
Clima e terreni adatti. Le ragioni della preferenza data alla segale rispetto agli altri cereali nelle zone ad agricoltura difficile e marginale (terreni di langhe e brughiere o di montagna) risiedono nelle principali caratteristiche della pianta: una rusticità eccezionale che la fa produrre più del frumento e dell’orzo in terreni acidi, sabbiosi, magri; un’ottima resistenza al freddo; minori esigenze termiche che la segale richiede per compiere il suo ciclo vegetativo è assai minore del frumento e degli altri cereali.
Un contributo alla selezione della segale è stato dato dalla poliploidia: buoni risultati si sono ottenuti con razze autotetraploidi.
Tutte le varietà esistenti sono affette dai seguenti difetti:
- Scarsa resistenza all’allettamento,
- Eccessiva precocità di fioritura che espone a turbe della fecondazione,
- Suscettibilità alla segale cornuta (Claviceps purpurea).
La segale tiene nell’avvicendamento lo stesso posto del frumento. Si incontra di frequente alternata con la patata nelle zone di montagna. Essa sopporta meglio del frumento il ristoppio e a questo è preferibile quando si mettono a coltura degli incolti.
Semina e operazioni colturali. Il seme, impiegato in quantità pari o poco superiori a quello del frumento per lo scarso potere di accestimento della segale, viene distribuito in anticipo rispetto al frumento stesso, tra la fine di agosto e la fine di ottobre, a seconda della latitudine e dell’altitudine.
Ancora molto frequente è la semina a spaglio.
La concimazione azotata va limitata a 20-40 Kg/ha stante la allettabilità della specie.
Conviene mietere in anticipo sull’epoca di piena maturazione per evitare le perdite dovute alla facile sgranatura delle spighe.
Le produzioni negli ambienti difficili sono superiori a quelle che darebbero gli altri cereali: sono comunque sempre piuttosto basse: 1,5-2,5 t/ha di granella. Il peso ad ettolitro si aggira su 70 Kg/hl.
La segale è meno soggetta a malattie e ad attacchi di insetti rispetto agli altri cereali.
Parassiti vegetali
- Segale cornuta (Claviceps purpurea): il parassita si sviluppa nell’ovario dei fiori che trasforma, con la maturazione, in un corpo duro, allungato, nero-violaceo, che è lo sclerozio del fungo. Questi sclerosi contengono diversi alcaloidi tossici per l’uomo. Il limite legale di tolleranza nei cereali è l’1 per mille di sclerosi nella massa.
- Fusariosi Fusarium nivale (Fr.) Ges.
- Ruggine bruna Puccinia dispersa Erikss. e Henn
a cura di Francesco Sodi