Famiglia: Leguminosae - Papilionaceae
Specie: Lotus corniculatus L.
Altri nomi comuni: Trifoglio giallo (da non confondere con il Trifoglio giallo delle sabbie, Veriolo, Mullaghera.
Francese: Lotier corniculé; Inglese: Bird's Foot Trefoil; Tedesco: Gemeiner Schotenklee.
Il ginestrino è pianta di origine euro asiatica presente normalmente nei pascoli e nei prati naturali europei. Il centro di origine del ginestrino è forse il bacino del Mediterraneo dove il genere Lotus è caratterizzato da grande variabilità di forme. Notizie sul valore foraggero del ginestrino si hanno fin dal 1700, ma è solamente tra la fine del ‘800 e i primi del ‘900, che esso inizia ad essere coltivato, dapprima in Inghilterra e poi, gradatamente, nel resto d’Europa.
Ginestrino - Lotus corniculatus L. (foto Joel Reynaud http://ispb.univ-lyon1.fr)
Il Ginestrino è una pianta erbacea, perenne, alta 0,4-0,7 m, ad apparato radicale fittonante e robusto, ricco di tubercoli.
Il fusto è sottile ed eretto, per lo più glabro, porta foglie trifogliate, caratteristiche perché all’inserzione del picciolo presentano due stipole identiche alle foglioline, i fiori sono gialli riuniti in capolini in numero da 2 a 7, il legume è cilindrico, bruno a maturità, facilmente deiscente, contenente 10-20 semi tondi, di color marrone.
La facile disseminazione da un lato è un inconveniente perché rende difficile la produzione commerciale del seme, dall’altro è vantaggioso perché contribuisce ad assicurare un certo rinnovamento del popolamento, e quindi la sua lunga durata.
L’impollinazione è entomofila ed è garantita da varie specie di imenotteri. Nonostante si verifichi normalmente la fecondazione incrociata ed esista un meccanismo di autoincompatibilità, è possibile l’autofecondazione. Il numero cromosomico è 2n = 24.
Il ginestrino appartiene alla sottofamiglia delle Papilionatae, tribù Loteae, genere Lotus, specie Lotus corniculatus L.
Nell’ambito della specie sono poi individuati tipi diversi:
1. tipo nano o da pascolo
2. tipo eretto a foglia stretta
3. tipo eretto a foglia larga (forma tipica).
Il ginestrino si adatta bene a condizioni di clima e di terreno anche molto diverse. Esso, infatti, resiste agli eccessi di umidità del terreno meglio della medica e nello stesso tempo è caratterizzato da notevole resistenza al secco, tanto da essere in grado di fornire, anche in condizioni non ottimali, una buona produzione estiva. I limiti termici del ginestrino sono all’incirca quelli della medica alla quale è del tutto paragonabile in quanto a resistenza al freddo. Questa caratteristica e la sua conosciuta tolleranza nei confronti di una certa acidità del terreno rendono il ginestrino specie adatta ad essere coltivata in terreni organici anche di montagna. Valori ottimali di pH si aggirano intorno a 6,5.
Il ginestrino è impiegato raramente per l’impianto di prati monoliti, più spesso lo si trova componente di miscugli per prati polititi.
La durata del prato in purezza è solitamente di 2-4 anni, ma essa può variare a seconda delle esigenze di avvicendamento.
Il ginestrino presenta sviluppo molto lento ed è sensibile alla competizione. La modalità di semina più corretta è su terreno nudo, finemente preparato, rassodato, interrando il seme appena sotto la superficie. Considerando l’elevata percentuale di semi duri che il ginestrino di solito presenta, i quantitativi di seme dovranno essere opportunamente regolati: 10-20 Kg/ha a seconda delle condizioni in cui si opera; di norma 12-15 Kg/ha per il prato monofita seminato su terreno nudo e 15-20 Kg/ha quando viene bulato nel cereale vernino.
In coltura pura nel primo anno sono possibili 1 taglio (in asciutto) o 2 (in irriguo) con resa media in s.s. per taglio di 2-3 t/ha. Negli anni successivi sono possibili 3-4 sfalci con produzioni complessive di 6-7 t/ha di s.s. negli ambienti di montagna e 10-11 t/ha in ambienti irrigui di pianura.
L’utilizzazione può essere l’affienamento, l’insilamento o il pascolo.
Nei riguardi dell’utilizzazione come pascolo è da annotare prima di tutto che, diversamente dalla medica, il ginestrino non dà luogo a fenomeni di meteorismo. In secondo luogo è opportuno tener presente che anche nel ginestrino sono presenti individui, in percentuale variabile a seconda delle popolazioni, in grado di liberare HCN. Non si è tuttavia a conoscenza di fenomeni di avvelenamento da parte degli animali in seguito al pascolamento anche intenso di seminati di ginestrino.
Il fieno, fine e aromatico, è di norma molto appetito se ottenuto con foraggio falciato appena prima della fioritura.
In Italia troviamo iscritte al Registro delle Varietà 9 tipologie di cui 8 di recente introduzione. Quella già iscritta nel 1970 “Franco”, costituita dall’Istituto sperimentale per le Colture Foraggere di Lodi, è dotata di buona resistenza al secco.
Come obiettivi del miglioramento genetico si possono indicare, in via primaria, l’aumento della capacità produttiva, l’indeiscenza del baccello, il vigore del seme e la capacità di affrancamento delle plantule.
a cura di Francesco Sodi