L'Arancio dolce (Citrus sinensis (L.) Osbeck.) è l'agrume più coltivato nel mondo. E' originario del Vietnam, dell'India e della Cina meridionale. Gli alberi hanno una chioma compatta, simmetrica e rotondeggiante e possono raggiungere gli 8-10 metri di altezza.
I rametti, su alcune cultivar, possono essere spinosi. Le foglie, ovate, lucide e cuoiose, presentano un picciolo leggermente alato.
I fiori (zagare) sono bianchi e profumati; possono essere singoli o riuniti in gruppi fino a sei per infiorescenza. La fioritura è primaverile, mentre i frutti arrivano a maturazione nell'autunno o nell'inverno successivo; in alcuni casi i frutti dell'anno precedente possono essere ancora sulla pianta durante la fioritura successiva.
I frutti dell'arancio dolce non maturano dopo la raccolta: vanno quindi lasciati sulla pianta fino al grado di maturazione desiderato.
Nelle zone tropicali i frutti rimangono verdi, e per far assumere loro la colorazione arancione vengono trattati con etilene, un gas che è anche un ormone che interviene nella loro maturazione.
Resiste abbastanza bene alla siccità, ma richiede irrigazioni abbondanti per la massima produzione.
Si innesta su arancio amaro, limone volkameriano e arancio trifogliato (specie per le piante in vaso e nelle zone con basse temperature invernali).
Fiori d'arancio - Zagare
Arancio dolce (varieta' gruppo Navel) (foto www.agraria.org)
Le varietà di arancio dolce possono essere classificate in base a vari parametri:
- epoca di maturazione: da quelle precocissime (maturano fino a metà novembre; es. Navelina, Skaggs Bonanza), a quelle molto tardive (maturano fino a tutto maggio e oltre; es. Valencia Late);
- colorazione interna dei frutti: a polpa bionda (es. Ovale, Valencia Late, Belladonna) o pigmentata (es. Moro, Tarocco, Sanguinello, Sanguinello Moscato);
- contenuto in acidi;
- presenza dell'ombelico o navel: la presenza dell'ombelico è dovuta ad un fenomeno di sincarpia cioè dalla formazione di un secondo frutto, derivante da un secondo verticillo di carpelli; es. Washington Navel, Navelina, Thompson, Navelate, Golden Buckeye.
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Afide verde degli agrumi (Aphis citricola) attacca soprattutto arancio, mandarino e clementine, provocando accartocciamenti fogliari, deperimenti vegetativi, colatura dei fiori, cascola dei frutticini appena allegati ed ostacolando lo sviluppo dei germogli. Particolarmente dannoso nei vivai su piante in allevamento, su piante reinnestate. Afide del cotone infesta soprattutto aranci, mandarini, clementine, provocando danni limitati. Afide bruno degli agrumi provoca docciatura e la deformazione delle foglie, senza accartocciamenti vistosi.
Mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata). Le specie più colpite sono l'arancio, il clementino, il mandarino. I danni sono legati alle punture di ovideposizione che sui frutti verdi provocano aree giallastre, rotondeggianti, sui quelli in fase di maturazione hanno margine verdastro e vanno soggetti a cascola.
Fillominatrice (Phyllocnistis citrella). Il periodo in cui si registrano le infestazioni maggiori sono inizio estate-autunno. Le mine causano crescita anormale, accartocciamenti , disseccamenti, caduta foglie.
Cotonello degli agrumi (Planococcus citri). Infesta soprattutto limone, arancio, mandarino. La cocciniglia vive in colonie che si localizzano nei punti di contatto tra i vari organi (frutti, foglie ecc.), nelle parti più riparate, all'ombra. Si localizza sul peduncolo dei frutti provocandone la cascola.
Acari: Ragnetto rosso tessitore (Tetranychus urticae); Panonico o Ragnetto rosso degli agrumi (Panonychus citri) Acaro rugginoso (Aculops pelekassi) Acaro dell'argentatura (Polyphagotarsonemus latus): danneggiano le foglie e i frutti.
Gommosi batterica (fungo - Phytophtora spp.). Il sintomo caratteristico è la presenza sulla base del tronco di una macchia di umido sulla corteccia che poi tende a fessurarsi con fuoriuscita di essudati gommosi. Sulla parte aerea si nota deperimento generale con clorosi diffusa, caduta delle foglie, scarsa fioritura.
Mal secco degli agrumi (fungo - Phoma tracheiphila): Limone, cedro e bergamotto sono le specie più sensibili. I primi sintomi si manifestano sulle foglie apicali che mostrano decolorazioni ed ingiallimenti soprattutto in corrispondenza delle nervature. Con il tempo si ha caduta delle foglie e disseccamento dei rametti; nel caso di infezioni della parte epigea il decorso della malattia è lento e si ha l'emissione di numerosi polloni. Se invece l'infezione prende avvio dalle radici, si ha la morte della pianta in breve tempo. Altro sintomo è costituito dalla tipica colorazione salmone che assume il legno infetto.