Il Pistacchio (Pistacia vera L.) e' orginaria di una vasta zona dell'Asia Minore, Siria e Turchestan.
Diffusa soprattutto in Iran, Turchia, Gracia e Siria. E' sta introdotta recentemente anche negli Stati Uniti e in Italia viene coltivata quasi esclusivamente in Sicilia.
Appartiene alla Famiglia delle Anarcadiaceae, genere Pistacia, che comprende le seguenti specie:
- Pistacia vera L., o pistacchio, specie a foglia caduca, coltivata per i frutti;
- Pistacia terebinthus L., o terebinto, specie a foglia caduca, usata come portinnesto del pistacchio;
- Pistacia lentiscus, o lentisco, specie sempreverde, usata come portinnesto del pistacchio.
Di altezza media intorno ai 4-5 metri, puo' superare anche gli 8-10 m. Ha una corteccia di color grigio cenere, una chioma ampia e branche pendule. Il legno e' duro e pesante, giallo intenso nelle piante giovani e rosso bruno in quelle adulte. Foglie composte, caduche, imparipennate, tomentose nelle piante giovani, glabre e coriacee in seguito. Fiorisce in aprile-maggio e presenta fiori apetali, portati da infiorescenze ascellari a pannocchia; quelli femminili sono simili a un piccolissimo frutto con stimma trifido, carenato, allargato e papilloso, mentre quelli maschili sono provvisti di brattee e di grosse antere. Il frutto e' una drupa monosperma, con mallo sottile, peduncolata, ovale. Il seme, contenuto in due valve giallo crema o biancastro, e' unico e allungato, di colore verde chiaro, ricco di olio e proteine, sostanze estrattive inazotate e vitamine. Pianta dioica e l'impollinazione viene assicurata sia da piante maschili di Pistacia vera che da piante spontanee di Pistacia terebinthus e da ibridi naturali tra P. vera e P. terebinthus.
Pistacchi (foto www.agraria.org)
Il portinnesto influenza sensibilmente la produttivita' e il vigore della pianta; viene moltiplicato per innesto a gemma vegetante sia su terebinto spontaneo, originando gli impianti "naturali", sia sui semenzali di pistacchio e terebinto e su polloni radicati di terebinto, originando gli impianti artificiali. Se innestato su terebinto e' in grado di vegetare anche in terreni poco profondi o rocciosi.
Poche sono le cultivar coltivate e valutate in funzione della produttivita' e delle caratteristiche qualitative dei frutti; ricordiamo: Bianca o Napoletana (la piu' diffusa), Cerasola o Femminella, Cappuccia, Insolia, Agostina e Natalora. Le prime due sono coltivate un po' dovunque, le altre hanno diffusione prevalentemente locale.
Molto resistente alla siccita', in Sicilia viene coltivato a un'altitudine variabile dai 300 ai 750 m Si adatta ai terreni rocciosi e calcarei e anche alle lave vulcaniche; predilige le esposizioni a sud. Buona resistenza al freddo, teme le gelate primaverili.
Nei pistaccheti naturali la densita' di impianto varia da 50 a 500 piante ad ettaro, allevate con una forma denominata "a ceppaia", molto simile al vaso policaule, mentre in quelli artificiali si ricorre a sesti in quadro di m 6-10 x 6-10 con investimenti di 100-280 piante ad ettaro, allevate a vaso piu' o meno aperto e impalcato a 80-100 cm. Gli interventi di potatura sono limitati in quanto, specie le grosse branche, cicatrizzano molto lentamente. Durante la fase produttiva si attuano interventi annuali o poliennali per eliminare i rami deperiti, secchi, malati. In alcuni casi vengono attuati anche interventi di potatura verde, quali la scacchiatura e la spollonatura (nel terebinto). Per contenere lo sviluppo delle infestanti e limitare l'evaporazione si possono eseguire alcune lavorazioni superficiali o diserbo chimico.
La raccolta dei frutti avviene in genere in settembre, a mano e, a volte, ricorrendo all'ausilio di teloni o reti. Tale operazione, che una volta si eseguiva in 2-3 riprese, si effettua oggi generalmente in un'unica soluzione.
Dopo la raccolta i frutti devono essere privati del mallo e posti ad asiugare al sole per alcuni giorni. La produzione fonita dal pistacchio e' alquanto variabile (mediamente da 7 a 10 quintali ad ettaro di frutti con guscio.
Nonostante sia una pianta rustica presenta alcune avversita' parassitarie. Tra le micosi ricordiamo: la septoriosi (Septoria pistaciae, l'alternaria (Alternaria alternata), la ruggine (Pileolaria terebinthi) e la Botyosphaeria ribis.
Tra gli insetti il piu' famoso e' il foragemme (Chaetoptelius vestitus), un coleottero. Altri sono il curculionide Coeliodes erithroleucus e il lepidottero Adrasteia humeralis. Tra quelli che attaccano i frutti il piu' importante e' il Megastigmus pistaciae.