Il noce (Juglans regia L.) è una pianta originaria dell'Asia (pendici dell'Himalaya), introdotta in Europa in epoca antichissima per i suoi frutti eduli.
Diffusa in tutto il mondo, in Italia la coltura della noce da frutto, in genere promiscua, ha una certa rilevanza solo in Campania.
Il noce può essere coltivato anche per la produzione di legno o per entrambi gli scopi. Il noce è un albero vigoroso, caratterizzato da tronco solido, alto, diritto, portamento maestoso; presenta radice robusta e fittonante.
Le foglie sono caduche, composte, alterne (formate da 5-7-9 e, più raramente, 11 foglioline).
È una pianta monoica in cui i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, lunghi 10-15 cm, con numerosi stami, che appaiono sui rami dell'anno precedente prima della comparsa delle foglie.
I fiori unisessuali femminili schiudono da gemme miste dopo quelli maschili (proterandria), sono solitari o riuniti in gruppi di 2-3, raramente 4, appaiono sui nuovi germogli dell'anno, contemporaneamente alle foglie. Il frutto è una drupa, composta dall'esocarpo (mallo) carnoso, fibroso, annerisce a maturità e libera l'endocarpo legnoso, cioè la noce vera e propria, costituita da due valve che racchiudono il gheriglio con elevato contenuto in lipidi.
Limiti pedoclimatici: sensibile ai ristagni idrici e stress idrici conseguenti a terreni sciolti; non tollera i terreni pesanti, asfittici, mentre resiste anche ad elevato tenore in calcare. Teme gli eccessi termici (caldo e freddo).
Frutti di Noce (foto www.agraria.org)
Tra le varietà di interesse generale vi sono:
- Sorrento: è la varietà più diffusa in Italia, di vigore elevato, portamento assurgente, a duplice destinazione (frutto e legno), produce frutti medi, di forma ovale, di buona qualità; la maturazione è medio-tardiva (fine settembre al Sud);
- Franquette: di vigore elevato, a duplice destinazione (frutto e legno), produce frutti grossi, di forma ovale, di ottima qualità; è consigliabile al Centro-Nord e al Sud nelle zone più fredde per il suo fabbisogno di freddo;
- Hartley: di vigore medio, ad una sola destinazione (da frutto), produce frutti grossi, di forma subovale, di buona qualità, è adatta bene sia al Nord che al Sud.
- Altre interessanti sono: Malizia, selezione di Sorrento, Feltrina, Bleggiana, Cerreto e Midland.
Il noce viene propagato sia per seme che per innesto, così come tutte le specie a frutto secco.
Tra i portinnesti si ricordano: franchi di varietà locali ed il selvatico; poco usato il J.Nigra, talvolta con fenomeni di disaffinità dopo una trentina d’anni, sensibile al virus CLRV, che induce rottura nel punto d’innesto; infine il Paradox, ibrido di prima generazione di J.hindsii x J.regia. tutti i portimmesti da seme hanno il problema della disformità.
Foglie di Noce (foto www.agraria.org)
Il noce, pur adattandosi a diversi ambienti, predilige la media collina, esposta a sud o a ovest, protetta dai venti.
La forma di allevamento è identificabile in un vaso a 3 branche per cv europee, mentre vi è un asse centrale con brindilli fruttificanti laterali per cv californiane. Negli impianti specializzati possono essere adottati sesti variabili da m 7 x 7 per cultivar poco vigorose e in terreni con bassa fertilità e non irrigui e per la prevalente produzione di frutti a m 12 x 12 qualora, oltre ai frutti, si voglia produrre legname da opera; in questo caso le piante devono essere impalcate alte (almeno 3,5 m). si raggiungono densità fra 100/200 piante/ha. L’irrigazione è comunque necessaria per la produzione: 1500-2000 m3/ha/anno con sistema localizzato. La concimazione prevede s.o. all’impianto 40-60 t/ha, molto N fino al quinto anno, 100-400 g/pianta, P e K in minore quantità, 250 kg/ha e 300 kg/ha rispettivamente, dopodiché il rapporto di concimazione è 2:1:2.
Potatura
Le piante devono essere poste a dimora a poca profondità (solo 12-15 cm di terra sopra la radice). Fin dal primo anno si devono eseguire due interventi di potatura verde: il primo quando i germogli raggiungono i 20-25 cm per scegliere quello destinato a costituire il prolungamento del fusto, eliminando i polloni e raccorciando tutti gli altri a 1-2 foglie dall’asse centrale; il secondo intervento in luglio, durante la seconda ripresa vegetativa, sempre per favorire il germoglio centrale. Deve essere previsto un tutore di legno di 2,5-3 m al quale legare il germoglio di prolungamento. Nel secondo anno si ripetono i due interventi in verde fino al raggiungimento dell’altezza ove formare l’impalcatura, circa 2,5 m da terra.
Negli anni successivi gli interventi di potatura debbono essere contenuti, è un albero che si autocontrolla; si eliminano i secchioni, i rami male inseriti e secchi, semmai qualche taglio di ritorno.
Una pianta in piena produzione è in grado di fornire 50-70 kg di frutti; nell’impianto si raggiungono i 40 qli/ha, mentre 60-80 qli/ha in U.S.A.
La raccolta dei frutti, da metà settembre a fine ottobre, è totalmente meccanizzata mediante l’uso di scuotitori, andanatrici e raccattatrici meccaniche. In Italia, di norma la raccolta viene fatta raccattando i frutti caduti naturalmente, o con l’ausilio di pertiche, su reti appositamente distese sotto gli alberi. I frutti sono ricchi di olio e zuccheri vengono impiegati anche nell'industria della cosmesi e farmaceutica.
Prima di essere posti in commercio, i frutti devono essere sottoposti a:
- smallatura, per evitare l'annerimento del guscio;
- lavaggio, per eliminare ogni residuo del mallo;
- imbiancatura con anidride solforosa;
- essiccazione graduale allo scopo di abbassare l'umidità al 4-5%;
- selezione, calibratura e confezionamento;
- è possibile la conservazione a 0°C con UR di 60-75% sicura contro l’irrancidimento.
Il legno è molto pregiato, duro, compatto, resistente e di facile lavorazione.
Per la pianta vi sono batteriosi tra cui la Maculatura batterica, Xantomonas, crittogame quali Marciume del colletto e radicale, insetti quali Carpocapsa e Rodilegno; nematodi, funghi Armillaria.
Per il frutto vi è il baco delle noci Cydia pomonella.