Cocciniglia tartaruga - Toumeyella parvicornis Cockerell
Atlante di Entomologia Agraria - Insetti utili e dannosi

Classificazione e piante ospiti

Classe: Insetti
Ordine: Rincoti o Emitteri
Superfamiglia: Coccoidea
Famiglia: Coccidae
Genere: Toumeyella
Specie: T. parvicornis Cockerell

Piante ospiti: Pino domestico e pino marittimo.

L’areale d'origine di questa specie aliena è esteso dal Canada meridionale al Messico settentrionale; negli USA è presente in ben 28 Stati (Garcia Morales et al., 2020). Prima del suo ritrovamento in Italia la specie era stata introdotta accidentalmente nell’area caraibica, a Puerto Rico, e nelle isole Turks e Caicos, dove ha portato all’estinzione quasi completa del pino autoctono P. caribaea var. bahamensis (Malumphy et al., 2012). Nel Nord America è considerata una specie poco o per niente dannosa in ambiente forestale, mentre sono noti attacchi in vivaio e in piantagioni commerciali di pino silvestre (Clarke, 2013). A fine anno 2014 la T. parvicornis è stata accertata per la prima volta anche in Europa in particolare in Campania (Italia) su Pinus pinea, nell’area urbana di Napoli (Garonna et al., 2015). Allo stato attuale la Cocciniglia tartaruga è presente nelle regioni Campania e Lazio.

Identificazione e danno

La T. parvicornis presenta uova globose, rossastre, lucide e lunghe circa 0.4 mm, che vengono deposte all’esterno dalla femmina fecondata attraverso l’orifizio anale producendo melata, che come vedremo in seguito, è uno dei danni indiretti prodotti. Le neanidi (stadi giovanili dello sviluppo postembrionale di quegli insetti, che sgusciano dall’uovo in una forma già abbastanza simile a quella dell’adulto) del primo stadio sono ovali, arancioni o rossastre e hanno sei zampe, quelle più grandi sono apode, senza zampe, ovali e convesse di colore verde chiaro, che a maturazione diventano più scure, virando al marrone con macchie nerastre. Delle femmine adulte si hanno due forme diverse, ovali e convesse quando sono ubicate sulla corteccia, allungate e meno convesse quando si nutrono sugli aghi dei pini; assumono una colorazione uniforme marrone e raggiungono al massimo una lunghezza di 4.4 mm e una larghezza di 3,9 mm. Sono in grado di secernere grosse quantità di cera in forma polverulenta, scompaiono rapidamente in caso di vento e pioggia. I maschi da piccole pupe ovali si evolvono in adulti alati in una o due settimane. Questi si mettono alla ricerca e si accoppiano con le femmine che hanno appena fatto la muta. Le dimensioni di queste femmine fecondate raddoppiano prima dello svernamento. Le femmine hanno tre stadi di neanide e uno stadio adulto, mentre i maschi hanno due stadi di neanide, seguiti dagli stadi di pupa (è uno stadio che si manifesta negli insetti che precede quello adulto).

I principali danni sono di tipo diretto con la riduzione del vigore delle piante ospiti e la relativa produzione di seme per sottrazione di linfa, inoltre si ha avvizzimento apicale con alti livelli di mortalità delle piante.
Danno di tipo indiretto è la produzione di un’abbondante quantità di melata, sostanza densa e zuccherina, che funge da substrato per la crescita di funghi agenti di fumaggine, che contribuisce a ridurre la superficie fotosintetizzante, con chioma scura dei pini e getti di nuova vegetazione con accrescimento stentato, in ultimo imbrattano e soffocano gran parte delle piante del sottobosco.

Cocciniglia tartaruga - Toumeyella parvicornis 
Cocciniglia tartaruga - Toumeyella parvicornis Cockerell

Cocciniglia tartaruga - Toumeyella parvicornis 
Cocciniglia tartaruga - Toumeyella parvicornis Cockerell (foto Regione Campania - Servizio Fitosanitario)

Lotta

Le azioni previste dai piani per il monitoraggio e contenimento della T. parvicornis nelle pinete, non prevedono trattamenti fitosanitari in tali ambiti, sono previsti trattamenti, con prodotti specifici autorizzati, esclusivamente nei vivai e solo per casi particolari riferiti a poche piante, in cui sono seriamente compromessi pini di alto valore paesaggistico e naturalistico, tutto ciò allo scopo di non ostacolare un controllo naturale della cocciniglia tartaruga come avviene nella zona di provenienza originaria.
Esistono oggi metodologie che hanno dimostrato una buona efficacia nella lotta all’insetto ed un impatto sull’ambiente nullo: si tratta di sistemi che usano la tecnica dell’endoterapia, iniettando cioè direttamente nel sistema vascolare della pianta, attraverso piccoli fori delle miscele contenenti prodotti curativi e biostimolanti, con lo scopo di sfruttare il flusso xilematico della pianta, che si occuperà di traslocare il principio attivo iniettato in tutta la chioma.

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