Cocciniglia del pino marittimo - Matsucoccus feytaudi Ducasse
Atlante di Entomologia Agraria - Insetti utili e dannosi

Classificazione e piante ospiti

Classe: Insetti
Ordine: Rincoti
Sottordine: Omotteri
Famiglia: Margarodidi
Genere: Matsucoccus
Specie: M. feytaudi Ducasse

Piante ospiti: Pino marittimo.

Identificazione e danno

La cocciniglia della corteccia del pino marittimo, Matsucoccus feytaudi, è un insetto della famiglia dei Margarodidi, scoperto per la prima volta in Francia e da lì propagatosi verso la penisola iberica, il Marocco e la riviera ligure di ponente.
Vive su Pinus pinaster, cioè sul pino marittimo, di cui colonizza la corteccia sia del tronco e dei rami, sia delle radici che spuntano dal terreno. Predilige piante già sviluppate con la corteccia spessa e con molte anfrattuosità nelle quali vengono ospitate le neanidi. Queste sottraggono linfa alla pianta ed emettono sostanze tossiche che determinano alterazioni nei tessuti della stessa. La pianta reagisce con abbondanti emissioni resinose, ingiallimenti ed arrossamenti della chioma ed una intensa caduta degli aghi.
La progressiva colonizzazione da parte del parassita determina, nel volgere di pochi anni, il deperimento e la morte dei soggetti più colpiti. Spesso, inoltre, i pini infestati dalla cocciniglia si indeboliscono e sono facilmente aggrediti da altri parassiti secondari (soprattutto Coleotteri Scolitidi e Curculionidi) che ne accelerano il deperimento e la morte.
Con Decreto del 22 novembre 1996 è stata istituita la lotta obbligatoria contro la cocciniglia del pino marittimo.

Ciclo biologico

Dalla metà di aprile a quella di maggio, dalle uova si sviluppano le “neanidi”, larve lunghe 0,3‐0,4 mm, giallastre, a forma di lente piano‐convessa, a sezione ellittica. Dapprima immobili e incapaci di nutrirsi, le neanidi si disperdono poi sugli aghi e sulla corteccia del tronco e dei rami, alla ricerca di un interstizio tra le placche corticali, in cui sistemarsi e infiggere lo stiletto boccale succhiatore.
Durante la fase mobile questi parassiti possono facilmente essere portati via dal vento; i venti più frequenti in Liguria sono quelli che spirano dai quadranti settentrionali, per cui buona parte delle neanidi finisce sicuramente in mare; sono attivi, però, anche venti da sud e brezze di mare e di terra, per cui le neanidi possono effettivamente venire trasportate su altri pinastri e diffondere l’infestazione.
Tra la metà di settembre e quella di ottobre avviene il passaggio allo stadio successivo: le neanidi della linea femminile danno forme lunghe fino a 2,2 mm, tozze, con l’aspetto di una lente piano‐convessa, statiche, di colore bruno‐violaceo; quelli della linea maschile danno individui più stretti e allungati. Le prime, a partire dalla metà di gennaio, si trasformano in femmine, i secondi, in dicembre, daranno uno stadio di “preninfa” mobile (2,5 mm di lunghezza), che diventerà ninfa fissa, imbozzolata in una secrezione cerosa; completata la metamorfosi, si ottiene il maschio.

Cocciniglia del pino marittimo Cocciniglia del pino marittimo: adulto e neanidi

Cocciniglia del pino marittimo Pineta di pino marittimo con attacchi generalizzati di Matsucocus feytaudi

Lotta

Al momento attuale contro il Matsucoccus non esiste alcun rimedio efficace.
Interventi di difesa selvicolturale consistono in operazioni selvicolturali finalizzate alla diversificazione dei soprassuoli puri di pinastro ed al mantenimento dei popolamenti nelle migliori condizioni possibili. Nel caso di infestazioni conclamate è necessario effettuare interventi di taglio fitosanitario con modalità e gestione del materiale di risulta nel rispetto del Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria (D.M. 22 novembre 1996, “Lotta obbligatoria contro l'insetto fitomizo Matsucoccus feytaudi (Ducasse)”.
Interventi di difesa chimica per il controllo delle infestazioni della Cocciniglia possono riguardare solo aree di particolare pregio paesaggistico‐ambientale dove è possibile intervenire con il ricorso alla strategia della “cattura massale dei maschi dell’insetto”, utilizzando trappole adesive innescate con il feromone sessuale al fine di contenerne il potenziale biotico.

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