La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata "Orcia" ricade nella provincia di Siena e comprende i terreni vocati alla qualita', dei comuni di Castiglione d'Orcia, Pienza, Radicofani, S. Giovanni d'Asso, San Quirico d'Orcia, Buonconvento, Trequanda; e parte del territorio dei comuni di Abbadia S. Salvatore, Chianciano, Montalcino, Sarteano, San Casciano Bagni e Torrita di Siena.
Storicamente la zona geografica è da sempre stata considerata un’area di eccellenza per la
coltivazione della vite e la produzione di vino. Essa si incunea tra due altre aree fortemente
valorizzate dal punto di vista vitivinicolo (Montepulciano e Montalcino) e con esse condivide
un percorso storico che partendo dall’epoca romana ( testimoniata da numerosi ritrovamenti
archeologici riferiti alla produzione del vino) arriva al medio-evo, e qui la testimonianza è data
da numerosi affreschi e dipinti che raffigurano scene di vita rurale nelle quali non mancano mai soggetti riferiti alla vite, alla vendemmia e alla produzione del vino. Interessanti poi sono anche
i reperti e le attrezzature agricole ed enologiche conservate al museo della mezzadria di
Buonconvento. Successivamente, sia in epoca rinascimentale che in epoca più recente, la
viticoltura ha sempre rivestito un ruolo cruciale nell’economia agricola della zona, e tutti i
poderi mezzadrili producevano vino ed erano dotati di cantine aziendali dove spesso si riusciva
a conservare il vino anche per lunghi periodi al fine di migliorarne le caratteristiche qualitative.
Alcuni toponimi dell’area, esmpio “vignoni” e “ Bagno vignoni” testimoniano la presenza di
zone particolarmente adatte alla viticoltura e alla produzione di vino di qualità. La base
ampelografica dei vigneti è quella consolidatasi negli anni che vede principalmente la presenza
del vitigno tradizionale che è il sangiovese, inoltre si annoverano altri vitigni tipici quali il
colorino, il foglia tonda, canaiolo nero, ciliegiolo, pugnitello e malvasia nera. Le forme di
allevamento, i sesti d’impianto ed i sistemi di potatura, anche per i nuovi impianti, sono quelli
tradizionali e tali da ottenere la migliore e più razionale disposizione sul terreno delle viti.
Questa impostazione consente di ottenere una razionale ed ottimale gestione della chioma anche
mediante interventi di potatura verde e diradamento delle uve, così da contenere le rese di
produzione di uva entro i limiti previsti dal presente disciplinare. Le pratiche enologiche relative
alla elaborazione dei vini sono quelle tradizionali e tipiche della zona differenziate in base alle
singole tipologie di prodotto.
Orcia Doc (foto www.consorziovinoorcia.it)
Base ampelografica
La denominazione «Orcia» senza altra indicazione è riservata al vino rosso, anche con la
menzione «riserva», ottenuto da uve provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la
seguente composizione ampelografica:
Sangiovese: minimo 60%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 40%, le uve non
aromatiche provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana, a
condizione che le uve a bacca bianca non superino il 10%.
La denominazione «Orcia» seguita dalle specificazioni rosato, bianco, Sangiovese, Sangiovese
riserva e Vinsanto è riservata ai vini ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell’ambito
aziendale, la seguente composizione ampelografica:
«Orcia» rosato:
Sangiovese: minimo 60%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 40%, le uve non
aromatiche provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana, a
condizione che le uve a bacca bianca non superino il 10%;
«Orcia» bianco:
Trebbiano toscano: minimo 50%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 50%, le uve a bacca
bianca, non aromatiche, provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della
Regione Toscana;
«Orcia» Sangiovese e «Orcia» Sangiovese riserva:
Sangiovese: minimo 90%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, da sole o congiuntamente, fino ad un massimo del
10%, le uve provenienti dalle varietà Canaiolo nero, Colorino, Ciliegiolo, Foglia tonda, Pugnitello e
Malvasia nera;
«Orcia» Vinsanto o Vin Santo:
Trebbiano toscano e Malvasia bianca lunga: da soli o congiuntamente minimo 50%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 50%, le uve a bacca
bianca provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana.
I vini a denominazione di origine controllata «Orcia» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Orcia» e «Orcia» riserva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol e 12,50% vol nella versione
riserva;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l e 22,0 g/l nella versione riserva.
«Orcia» bianco:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Orcia» rosato:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Orcia» Sangiovese e «Orcia» Sangiovese riserva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol e 12,50% vol nella versione
riserva;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l e 24,0 g/l nella versione riserva.
«Orcia» Vinsanto:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00% vol di cui almeno il 12,00% svolto;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.
È facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali modificare, con proprio decreto, i limiti minimi sopra menzionati per l’acidità totale e per l’estratto non riduttore minimo.
I vini a denominazione di origine controllata «Orcia» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Orcia» e «Orcia» riserva:
- colore: rosso rubino, tendente al granato se invecchiato;
- odore: vinoso, fruttato;
- sapore: secco, sapido, armonico.
«Orcia» bianco:
- colore: bianco paglierino talvolta con riflessi verdognoli;
- odore: fine, fruttato;
- sapore: asciutto, armonico.
«Orcia» rosato:
- colore: dal rosa tenue al rosa cerasuolo;
- odore: fine fruttato;
- sapore: secco, armonioso, fresco.
«Orcia» Sangiovese e «Orcia» Sangiovese riserva:
- colore: rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento;
- odore: vinoso, talvolta con note fruttate di ciliegia e viola;
- sapore: asciutto, corposo, armonico.
«Orcia» Vinsanto:
- colore: dal giallo paglierino al dorato, all’ambrato intenso;
- odore: intenso, etereo, aroma caratteristico;
- sapore: dal secco al dolce, armonico, vellutato, morbido.
In relazione all’eventuale conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rivelare lieve sentore di legno.
Variano a seconda della tipologia di vino.