La denominazione di origine controllata «Maremma toscana» è riservata ai vini che
rispondono alle condizioni ed ai requisiti previsti dal presente disciplinare di produzione
per le seguenti tipologie:
«Maremma toscana» bianco, anche spumante, passito e Vendemmia tardiva
«Maremma toscana» rosso, anche passito e novello
«Maremma toscana» rosato
«Maremma toscana» Vin Santo
«Maremma toscana» Ansonica, anche spumante, passito e Vendemmia tardiva
«Maremma toscana» Chardonnay, anche passito e Vendemmia tardiva
«Maremma toscana» Sauvignon, anche passito e Vendemmia tardiva
«Maremma toscana» Trebbiano, anche Vendemmia tardiva
«Maremma toscana» Vermentino, anche spumante, passito e Vendemmia tardiva
«Maremma toscana» Viognier, anche Vendemmia tardiva
«Maremma toscana» Alicante
«Maremma toscana» Cabernet, anche passito
«Maremma toscana» Cabernet Sauvignon, anche passito
«Maremma toscana» Canaiolo
«Maremma toscana» Ciliegiolo, anche passito
«Maremma toscana» Merlot
«Maremma toscana» Sangiovese, anche passito
«Maremma toscana» Syrah
La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata «Maremma toscana», comprende l’intero territorio amministrativo della provincia di Grosseto.
I fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno
contribuito a ottenere i vini della «Maremma toscana», sono di fondamentale rilievo. In
questa area, infatti, esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al
periodo Etrusco – le antiche città etrusche di Vetulonia, Roselle e Sovana, rispettivamente
nella parte centro-settentrionale, centrale e meridionale della provincia, le aree nei pressi del
lago dell’Accesa a nord, di Ghiaccio Forte, di Marsiliana lungo l’Albegna, di Cosa e la villa
di “Settefinestre” presso Capalbio che rappresenta un esempio di villa romana dedita
all’attività viticola a sud, sono solo alcuni esempi di insediamenti più o meno rilevanti –
come testimoniano alcuni reperti. In particolare, presso Marsiliana lungo il corso del fiume
Albegna (Ager Cosanus), è stato rinvenuto un numero consistente di vasellame e pithoi
(recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai
torchi), unitamente a fornaci per la produzione di anfore vinarie, probabilmente poiché il
luogo corrispondeva a un vero e proprio centro di raccolta per i vini che provenivano dalle
aree più interne (colline di Manciano e Scansano), trasportati lungo il corso del fiume.
Inoltre, in alcune aree della provincia e sul territorio dell’isola del Giglio, sono stati
rinvenuti numerosi palmenti in pietra, specie di vasche cilindriche scavate direttamente sulla
roccia talvolta ai piedi di un vigneto, utilizzate da etruschi e, più tardi, romani, per la
pigiatura e lo sgrondo delle uve. Ma anche alcune pitture sul vasellame di origine etrusca,
raffigurando la vite “domesticata”, possono essere interpretate come una conferma della
familiarità della coltura della vite tra la gente di questo popolo. La dominazione romana
accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero
insuperate fino al medioevo; in questo periodo storico, la vite acquistò particolare
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importanza come pianta colonizzatrice, tanto che governanti e feudatari riconobbero la
necessità di concedere terre adatte per questa coltura, che ebbe particolare protezione con
apposite norme statutarie.
In occasione delle lottizzazioni dei terreni feudali e comunali, furono infatti indicati
esplicitamente, “concessioni di terre in zone a vocazione viticola”.
Importante, inoltre, fu il ruolo dei monaci benedettini, soprattutto per il recupero e il
mantenimento della coltivazione della vite, che si consolidò intorno alle mura dei centri
abitati medioevali. Nei secoli che vanno dal 1300 al 1600, come testimoniano numerosi
statuti comunali (Comunità del Cotone, comuni di Massa Marittima e Monterotondo, ecc.),
si ebbe un ulteriore sviluppo alla diffusione della viticoltura, grazie anche al merito delle
grandi famiglie nobili presenti sul territorio, come gli Aldobrandeschi, gli Sforza o gli
Orsini. Durante lo Stato dei Presidi fu nota anche la coltivazione del vitigno Ansonica in
molte aree della Maremma meridionale e insulare, così come rilevante divenne, durante la
grandiosa opera di bonifica intrapresa nel 1700 dai granduca di Lorena, la diffusione della
coltivazione della vite e dell’olivo nelle aree risanate della Maremma, situazione che si
protrasse per tutto l’Ottocento e che consentì di sviluppare l’attività vitivinicola, in modo
capillare, su tutto il territorio provinciale.
Le zone della provincia di Grosseto che hanno avuto in ogni tempo maggiore possibilità di
affermazione nel campo economico e sociale sono quelle che hanno potuto legare la loro
fortuna anche alla diffusione della vite.
Studiosi di ogni tempo riconobbero i pregi delle uve di questo territorio e l’eccellenza dei
vini prodotti.
L’enotecnico Luigi Vivarelli, parlando di sistemi di allevamento della vite, scrive: “nel
nostro mandamento è raro il caso di trovare la vite disposta ai lati dei campi, ma invece vi
predomina la vigna specializzata e quindi la consociazione è pratica quasi sconosciuta…..
Sarebbe utile piano piano, sostituire il filo di ferro alle canne giacchè esso permette una
notevole economia…… La forma di potatura più in uso presso i nostri viticoltori, mi pare
sia quella a cornetti con 5 o 6 occhi; non è certo un metodo sbagliato, ma ho l’opinione che
si potrebbe con maggior vantaggio introdurre la potatura Guyot”.
Il dott. Alfonso Ademollo, in una relazione all’inchiesta parlamentare Jacini, tenendo conto
della vocazione viticola della Maremma, nel 1884 affermava che tutte le varietà “vegetano
bene nel nostro suolo ed a noi non mancano le uve da spremere e da mangiare……”.
L’Ademollo, nel fornire interessanti informazioni sulla situazione viticola della provincia,
così scriveva: “La vite ha sempre allignato, fino dalle epoche più remote, nella provincia di
Grosseto. Le varietà di vite da noi conosciute e coltivate sono molte, poichè si può asserire
che tutte le varietà di sì prezioso sarmento, anche le esotiche, vegetano bene nel nostro
suolo……Le principali varietà della vite che si coltivano nella zona piana e collinosa, sono
le anzonache bianche e rosse, le riminesi, i moscatelli, le alicanti, le aleatiche, le malvasie,
li zibibbi, il biancone, il sangioveto, le cannaiole, i procanici, le lambrusche e le altre
varietà di uve bianche e rosse… Le vigne pure da qualche tempo si sono estese ed hanno
migliorato nel proprio prodotto, ma tuttavia anche per questo lato la provincia di Grosseto
sarebbe capace di più, poichè la vite cresce benissimo e porge preziosi e squisiti grappoli in
ogni parte della provincia, perchè non abbiamo veramente nè caldi nè freddi eccessivi,
perché la posizione geografica della provincia è compresa fra i 30 e 50° di latitudine e
perchè dovunque trovasi terreni leggeri, permeabili, aridi nelle parti elevate, dovute a
sabbie, a rocce decomposte, a detriti vulcanici e sassaie”.
Da ciò la categorica affermazione: “La provincia di Grosseto, per cinque sesti ha terreno
adatto alla viticoltura”. Parlando dei pregi e dei difetti del vino prodotto nella zona lo stesso
Ademollo così si esprimeva: “II vino, questo benefico liquido che ha tanta importanza nella
pubblica e privata economia, come nella pubblica e privata salute, viene prodotto dai nostri
viticoltori con sempre crescente progresso e accuratezza in ogni parte della provincia di
Grosseto, sia nella zona piana, che in quella montuosa, e per la bontà e quantità in alcuni
Comuni è di una rendita importante ai proprietari……”.
Sempre in natura di notizie storiche, interessanti sono le tecniche di coltivazione adottate
nelle rasole all’uso scansanese descritte dall’agronomo L. Vannuccini.
Nel ventesimo secolo, caratterizzato da due eventi bellici e da un ventennio di dittatura
politica, la situazione viticola provinciale ha seguito le sorti dell’agricoltura in genere, il cui
obiettivo principale era quello di conseguire un’economia di consumo e la piena
occupazione della mano d’opera.
In tale periodo, la viticoltura era condizionata dalla polverizzazione delle proprietà diretto
coltivatrici e dalle diffuse forme di conduzione mezzadrile, che rappresentavano delle
limitazioni alla espansione della specializzazione viticola. Nonostante ciò, nella prima metà
del secolo scorso, la superficie vitata non subisce in Maremma profonde modificazioni.
Nei decenni successivi, invece, si moltiplicano le iniziative di molti proprietari, intese a
sviluppare una viticoltura più razionale, favorite anche dall’attuazione dei programmi di
incentivazione statale per una ripresa agricola, dall’applicazione della riforma agraria e dalla
capacità dei viticoltori maremmani, guidati dai tecnici dell’Ispettorato Agrario e delle
Associazioni preposte, che hanno creduto nella spiccata vocazione vitivinicola della
provincia. L’azione svolta dai tecnici è stata coerente ai principi di una moderna agricoltura,
in quanto diretta a sostenere la viticoltura classica nelle zone che ne consentivano il
rinnovamento, mediante la specializzazione e la meccanizzazione più ampia e l’introduzione
di nuove cultivar nei territori collinari più facili. Sono stati perciò messi a punto gli aspetti
tecnici per la produzione delle uve da vino, con l’obiettivo di conseguire un adeguato
equilibrio fra rendimenti unitari e qualità.
L’espansione viticola, non accompagnata dal perfezionamento della tecnica di vinificazione
e quindi dal miglioramento della qualità dei vini prodotti, creava notevoli problemi di
organizzazione e diffusione dei vini stessi, ma problematica era anche la difformità della
tecnica di trasformazione e la disponibilità di solo modeste partite frazionate, di qualità
variabile, anche se pregiate.
Un contributo decisivo alla risoluzione di questi problemi è stato dato dalla realizzazione
negli anni Sessanta delle Cantine Sociali dislocate nei centri di maggiore concentrazione
viticola e da Cantine agricole aziendali industrializzate. È questa, per la Maremma, una
circostanza importante per la nascita dell’industria enologica, che ha permesso di presentare
sul mercato vini uniformi, con caratteristiche costanti, migliorati nella qualità e
standardizzati nella presentazione.
Sono molteplici, quindi, le motivazioni che portarono alla richiesta di riconoscimento
dell’indicazione geografica (I.G.) “Maremma Toscana” Bianco e Rosso con decreto
ministeriale 22 marzo 1988, sostituita successivamente, col decreto ministeriale 9 ottobre
1995, con l’indicazione geografica tipica (IGT) “Maremma Toscana”. Alla fine degli anni ’90, tuttavia, si fece più forte la consapevolezza che il territorio della Maremma grossetana
poteva aspirare al riconoscimento della denominazione di origine controllata per i vini
prodotti nella zona, rafforzata anche dalla nascita del “Distretto rurale” per l’intero territorio
provinciale (L.R. 21/2004), il primo riconosciuto in Toscana. La normativa regionale
definisce i distretti rurali “Sistemi produttivi locali caratterizzati da una identità storica e
territoriale omogenea, derivante dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali,
nonchè dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le
tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali”. Il “Distretto”, nato con l’obiettivo di
realizzare un “Sistema territoriale di qualità” in modo da concorrere alla crescita e allo
sviluppo economico e sociale del territorio, assumendo come principi fondamentali la
sostenibilità e l’innovazione, ha consentito di avviare un percorso di valorizzazione delle
produzioni locali di qualità e delle biodiversità della Maremma. In questo contesto, la filiera
vitivinicola rappresenta sicuramente uno dei punti di forza nel legame prodotto-territorio e la
sua valorizzazione comprende diversi fattori intrinsecamente legati tra loro, che vanno dalla
qualità del prodotto ai valori storici, culturali e ambientali.
Il riconoscimento per questa nuova denominazione viene attribuito, dopo un lungo percorso,
col decreto ministeriale del 30 settembre 2011 per i vini bianchi, rossi e rosati della «Maremma Toscana» incentrati, nelle tipologie “di base”, sulle uve dei vitigni Sangiovese,
Ciliegiolo, Trebbiano toscano, Vermentino e Malvasia bianca lunga, prodotti anche nelle
versioni Spumante (solo bianchi), Novello (solo rossi), Vin Santo, Passito e Vendemmia
tardiva, ma presentati anche in tipologie varietali con la presenza minima dell’85% del
vitigno, ed in particolare, tra i vini ottenuti da varietà tradizionali, Ansonica, Trebbiano,
Vermentino, Alicante, Canaiolo, Ciliegiolo e Sangiovese, ai quali si aggiungono varietà
internazionali, presenti soprattutto nei nuovi impianti, come Chardonnay, Sauvignon,
Viognier, Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah.
Maremma Toscana Doc
Base ampelografica
I vini a denominazione di origine controllata «Maremma toscana» devono essere
ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente
composizione ampelografica:
«Maremma toscana» bianco, «Maremma toscana» spumante, «Maremma toscana»
passito bianco e «Maremma toscana» Vendemmia tardiva:
Trebbiano Toscano e Vermentino, da soli o congiuntamente, minimo il 40%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, fino ad un massimo del 60%, le uve
a bacca bianca provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della
Regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
«Maremma toscana» Vin Santo:
Trebbiano toscano e Malvasia: da soli o congiuntamente, fino al 100%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, fino ad un massimo del 60%, le uve
a bacca bianca provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della
Regione Toscana.
«Maremma toscana» rosso, «Maremma toscana» passito rosso e «Maremma toscana»
novello: Sangiovese, minimo il 40%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, fino ad un massimo del 60%, le uve
a bacca rossa provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della
Regione Toscana.
«Maremma toscana» rosato:
Sangiovese e Ciliegiolo, da soli o congiuntamente, minimo il 40%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, fino ad un massimo del 60%, le uve
a bacca rossa provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della
Regione Toscana.
«Maremma toscana» Ansonica, «Maremma toscana» Ansonica spumante:
Ansonica: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
«Maremma toscana» Chardonnay:
Chardonnay: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
«Maremma toscana» Sauvignon:
Sauvignon: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
«Maremma toscana» Trebbiano:
Trebbiano toscano: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
«Maremma toscana» Vermentino, «Maremma toscana» Vermentino spumante:
Vermentino: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
«Maremma toscana» Viognier:
Viognier: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino le uve provenienti da altri
vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione nella Regione Toscana, fino a
un massimo del 15%, con l’esclusione del Moscato bianco.
«Maremma toscana» Alicante:
Alicante: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
«Maremma toscana» Cabernet:
Cabernet Sauvignon e/o Cabernet franc: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
«Maremma toscana» Cabernet Sauvignon:
Cabernet Sauvignon: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
«Maremma toscana» Canaiolo:
Canaiolo nero: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
«Maremma toscana» Ciliegiolo:
Ciliegiolo: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
«Maremma toscana» Merlot:
Merlot: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
«Maremma toscana» Sangiovese:
Sangiovese: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
«Maremma toscana» Syrah:
Syrah: minimo 85%;
possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino, fino a un massimo del 15%, le
uve provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
I vini a denominazione di origine controllata «Maremma toscana» passito con la
specificazione di un vitigno di cui all’articolo 1, devono essere ottenuti, per almeno l’85%,
dalle uve provenienti in ambito aziendale da una delle seguenti varietà: Ansonica, Vermentino, Chardonnay, Sauvignon, Ciliegiolo, Cabernet (da Cabernet franc e/o Cabernet
Sauvignon), Cabernet Sauvignon e Sangiovese.
Possono concorrere alla produzione di detti vini, fino a un massimo del 15%, le uve
provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
I vini a denominazione di origine controllata «Maremma toscana» Vendemmia tardiva
con la specificazione di un vitigno di cui all’articolo 1, devono essere ottenuti, per
almeno l’85%, dalle uve provenienti in ambito aziendale da una delle seguenti varietà:
Ansonica, Chardonnay, Sauvignon, Trebbiano, Vermentino e Viognier.
Possono concorrere alla produzione di detti vini, fino a un massimo del 15%, le uve
provenienti da altri vitigni, a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione
nell’ambito della Regione Toscana.
I vini a denominazione di origine controllata «Maremma Toscana» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Maremma toscana» bianco:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
«Maremma toscana» rosso:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Maremma toscana» rosato:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» novello:
- zuccheri riduttori residui massimo: 8,00 g/l;
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Maremma toscana» spumante:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
«Maremma toscana» Ansonica:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» Ansonica spumante:
- sapore: da dosaggio zero a extra dry, morbido ed armonico;
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» Chardonnay:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» Sauvignon:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» Trebbiano:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» Vermentino:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» Vermentino spumante:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» Viognier:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Maremma toscana» Alicante:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
«Maremma toscana» Ciliegiolo:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
«Maremma toscana» Cabernet:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
«Maremma toscana» Cabernet Sauvignon:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
«Maremma toscana» Canaiolo:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
«Maremma toscana» Merlot:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
«Maremma toscana» Sangiovese:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
«Maremma toscana» Syrah:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
«Maremma toscana» Vendemmia tardiva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Ansonica Vendemmia tardiva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Chardonnay Vendemmia tardiva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Sauvignon Vendemmia tardiva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Trebbiano Vendemmia tardiva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Vermentino Vendemmia tardiva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Viognier Vendemmia tardiva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» passito bianco:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Ansonica passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Vermentino passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Chardonnay passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Sauvignon passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l;
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» passito rosso:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Ciliegiolo passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Cabernet passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Cabernet Sauvignon passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Sangiovese passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
- acidità volatile massima: 25 meq/l.
«Maremma toscana» Vin Santo:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00% vol di cui almeno 12,00% vol.
svolti;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l;
- acidità volatile massima: 30 meq/l.
È facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali modificare, con proprio decreto, i limiti minimi sopra menzionati per l’acidità totale e per l’estratto non riduttore minimo.
I vini a denominazione di origine controllata «Maremma Toscana» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Maremma toscana» bianco:
- colore: giallo paglierino più o meno intenso;
- odore: fine e delicato;
- sapore: secco o abboccato e armonico.
«Maremma toscana» rosso:
- colore: rosso rubino con riflessi violacei;
- odore: vinoso;
- sapore: secco o abboccato, armonico ed equilibrato.
«Maremma toscana» rosato:
- colore: rosato con riflessi rosso rubino;
- odore: vinoso, delicato, con intense note fruttate;
- sapore: secco o abboccato, armonioso, leggermente acidulo.
«Maremma toscana» novello:
- colore: rosso rubino;
- odore: vinoso, fruttato;
- sapore: asciutto, leggermente acidulo, sapido.
«Maremma toscana» spumante:
- spuma: fine e persistente;
- colore: paglierino più o meno intenso;
- perlage: fine e persistente;
- odore: fine, fruttato, persistente;
- sapore: da dosaggio zero a extra dry, armonico, netto.
«Maremma toscana» Ansonica:
- colore: giallo paglierino più o meno intenso;
- odore: caratteristico, leggermente fruttato;
- sapore: asciutto, morbido e armonico.
«Maremma toscana» Ansonica spumante:
- spuma: fine e persistente;
- colore: giallo paglierino più o meno intenso;
- odore: caratteristico, leggermente fruttato;
- sapore: da dosaggio zero a extra dry, morbido ed armonico.
«Maremma toscana» Chardonnay:
- colore: giallo paglierino più o meno intenso;
- odore: fine, delicato, caratteristico;
- sapore: asciutto e armonico.
«Maremma toscana» Sauvignon:
- colore: giallo paglierino;
- odore: delicato, gradevole, caratteristico;
- sapore: secco e armonico.
«Maremma toscana» Trebbiano:
- colore: giallo paglierino più o meno intenso;
- odore: fine e delicato;
- sapore: secco e armonico.
«Maremma toscana» Vermentino:
- colore: paglierino brillante, a volte con riflessi verdognoli;
- odore: delicato, caratteristico;
- sapore: secco, morbido, vellutato.
«Maremma toscana» Vermentino spumante:
- spuma: fine e persistente;
- colore: paglierino brillante, a volte con riflessi verdognoli;
- odore: delicato, caratteristico;
- sapore: da dosaggio zero a extra dry.
«Maremma toscana» Viognier:
- colore: giallo paglierino brillante;
- odore: delicato, fresco, con nette sensazioni di fruttate;
- sapore: asciutto, morbido, vellutato, armonico.
«Maremma toscana» Alicante:
- colore: rosso rubino più o meno intenso;
- odore: gradevole, caratteristico;
- sapore: secco, sapido ed equilibrato.
«Maremma toscana» Ciliegiolo:
- colore: rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento;
- odore: vinoso, delicato;
- sapore: asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo.
«Maremma toscana» Cabernet:
- colore: rosso intenso con riflessi violacei, tendenti al granato con l’invecchiamento;
- odore: vinoso con note speziate;
- sapore: corposo, sapido, asciutto, giustamente tannico.
«Maremma toscana» Cabernet Sauvignon:
- colore: rosso intenso con riflessi violacei, tendenti al granato con l’invecchiamento;
- odore: vinoso con note speziate;
- sapore: corposo, sapido, asciutto, giustamente tannico.
«Maremma toscana» Canaiolo:
- colore: rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento;
- odore: vinoso;
- sapore: secco e armonico.
«Maremma toscana» Merlot:
- colore: rosso con riflessi violacei, tendente al granato con l’invecchiamento;
- odore: tipico con note fruttate;
- sapore: secco, ampio e vellutato.
«Maremma toscana» Sangiovese:
- colore: rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento;
- odore: vinoso, talvolta con note fruttate di ciliegia e viola;
- sapore: asciutto, corposo, armonico.
«Maremma toscana» Syrah:
- colore: da rosso rubino a rosso granato;
- odore: intenso, speziato, con sentore di piccoli frutti;
- sapore: secco, armonico, pieno.
«Maremma toscana» Vendemmia tardiva:
- colore: da giallo paglierino intenso a giallo oro, più o meno intenso;
- odore: delicato, intenso, talvolta speziato;
- sapore: amabile o dolce, pieno, armonico.
«Maremma toscana» Ansonica Vendemmia tardiva:
- colore: da giallo paglierino intenso a giallo oro, più o meno intenso;
- odore: delicato, intenso, talvolta speziato;
- sapore: amabile o dolce, pieno, armonico.
«Maremma toscana» Chardonnay Vendemmia tardiva:
- colore: da giallo paglierino intenso a giallo oro, più o meno intenso;
- odore: delicato, intenso, talvolta speziato;
- sapore: amabile o dolce, pieno, armonico.
«Maremma toscana» Sauvignon Vendemmia tardiva:
- colore: da giallo paglierino intenso a giallo oro, più o meno intenso;
- odore: delicato, intenso, talvolta speziato;
- sapore: amabile o dolce, pieno, armonico.
«Maremma toscana» Trebbiano Vendemmia tardiva:
- colore: da giallo paglierino intenso a giallo oro, più o meno intenso;
- odore: delicato, intenso, talvolta speziato;
- sapore: amabile o dolce, pieno, armonico.
«Maremma toscana» Vermentino Vendemmia tardiva:
- colore: da giallo paglierino intenso a giallo oro, più o meno intenso;
- odore: delicato, intenso, talvolta speziato;
- sapore: amabile o dolce, pieno, armonico.
«Maremma toscana» Viognier Vendemmia tardiva:
- colore: da giallo paglierino intenso a giallo oro, più o meno intenso;
- odore: delicato, intenso, talvolta speziato;
- sapore: amabile o dolce, pieno, armonico.
«Maremma toscana» passito bianco:
- colore: da giallo dorato all’ambrato più o meno intenso;
- odore: intenso, ricco, di frutta matura;
- sapore: da secco a dolce, rotondo e vellutato.
«Maremma toscana» Ansonica passito:
- colore: da giallo dorato all'ambrato più o meno intenso;
- odore: intenso, ricco, di frutta matura;
- sapore: da secco a dolce, rotondo e vellutato.
«Maremma toscana» Vermentino passito:
- colore: da giallo dorato all'ambrato più meno intenso;
- odore: intenso, ricco, di frutta matura;
- sapore: da secco a dolce, rotondo e vellutato.
«Maremma toscana» Chardonnay passito:
- colore: da giallo dorato all'ambrato più o meno intenso;
- odore: intenso, ricco, di frutta matura;
- sapore: da secco a dolce, rotondo e vellutato.
«Maremma toscana» Sauvignon passito:
- colore: da giallo dorato all’ambrato più o meno intenso;
- odore: intenso, ricco, di frutta matura;
- sapore: da secco a dolce, rotondo e vellutato.
«Maremma toscana» passito rosso:
- colore: rosso rubino intenso;
- odore: ampio, intenso, vinoso;
- sapore: da secco a dolce, rotondo, ricco di corpo, vellutato.
«Maremma toscana» Ciliegiolo passito:
- colore: rosso rubino intenso;
- odore: ampio, intenso, vinoso;
- sapore: da secco a dolce, rotondo, ricco di corpo, vellutato.
«Maremma toscana» Cabernet passito:
- colore: rosso rubino intenso;
- odore: ampio, intenso, vinoso;
- sapore: da secco a dolce, rotondo, ricco di corpo, vellutato.
«Maremma toscana» Cabernet Sauvignon passito:
- colore: rosso rubino intenso;
- odore: ampio, intenso, vinoso;
- sapore: da secco a dolce, rotondo, ricco di corpo, vellutato.
«Maremma toscana» Sangiovese passito:
- colore: rosso rubino intenso;
- odore: ampio, intenso, vinoso;
- sapore: da secco a dolce, rotondo, ricco di corpo, vellutato.
«Maremma toscana» Vin Santo:
- colore: dal paglierino, all’ambrato, al bruno;
- odore: etereo, caldo, caratteristico;
- sapore: da secco a dolce, armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo
amabile.
In relazione all’eventuale conservazione in recipienti di legno il sapore dei vini può rivelare lieve sentore di legno.
Variano a seconda della tipologia di vino.