Zona di produzione: tutto il territorio del comune di Montalcino (Siena).
Il territorio del Comune di Montalcino, borgo senese la cui Rocca svetta a 564 m di quota sulla valle dell'Orcia, è costituito da un insieme di dolci colline ed è delimitato a nord ed a ovest dall'Ombrone, a sud dall'Orcia e ad est dal torrente Asso. Fin dal Medioevo questo borgo svolse un ruolo di primo piano nelle vicende politiche della Toscana. Dal Duecento al Cinquecento, infatti, Montalcino fu al centro delle bellicose dispute territoriali fra Siena e Firenze, dato che divenne l'ultimo baluardo della libertà senese a fronte dell'avanzata di Firenze.
Fra i tanti motivi che lo resero un'interessante terra di conquista bisogna proprio ricordare la vocazione enologica: i vini locali, sia rossi che bianchi, erano apprezzati già nel lontano Medioevo. Non esistono fonti storiche esaurienti che consentano di stabilire con precisione l'anno di nascita di questo nobile vino, ma le notizie ad oggi note consentono di tracciare un primo percorso storico sicuramente documentato che vedono il Brunello di Montalcino come discendente diretto del "vermiglio", largamente prodotto nei vigneti terrazzati delle colline di Montalcino e minuziosamente descritto nelle "cronache" delle battaglie combattute fra fiorentini e senesi fra il 1200 ed il 1500. Per la verità, nel 1320 Brunello non era ancora un vino, bensì un torrente che scendeva verso l'Abbazia di Sant'Antimo attraverso una collina boscosa e ormai difficilmente identificabile.
Ancora ai primi dell'Ottocento il termine "brunello" non era usato per indicare un vino, ma un'uva rossa, "sangiovese grosso", diffusa sul colle di Montalcino.
Quest'uva era ottenuta da viti poco rigogliose con acini molto piccoli e sembra proprio che lo scarso vigore vegetativo di queste piante fosse il principale problema dei produttori locali. Per quanto riguarda i vini rossi montalcinesi questi venivano prodotti miscelando differenti varietà di uve; ma, contemporaneamente agli studi sulle piante e alle ricerche sul loro vitigno, i più attenti e colti agricoltori del luogo condussero le prime sperimentazioni per produrre vino ottenuto da uve di un solo tipo. Nella seconda metà dell'Ottocento ebbe luogo un'importante svolta enologica a opera di Clemente Santi ed, in seguito, del nipote Ferruccio Biondi (che aggiunse al proprio cognome quello del nonno materno, diventando Biondi-Santi). Questi, operando una selezione clonale di uve sangiovese, realizzarono un vino ottenuto dalla vinificazione di un solo vitigno: nel 1865 ebbe luogo la prima vinificazione in purezza di cui si ha notizia. Invecchiato per un certo periodo in botti di legno ne scaturì un vino corposo, caldo, armonico, vellutato, nettamente superiore alla media: il vino fu battezzato con lo stesso nome dell'uva utilizzata per produrlo, Brunello. Non fu facile capire se la strada imboccata fosse quella giusta e occorsero molte verifiche; alla fine i consensi superarono le perplessità e altri produttori montalcinesi presero la stessa direzione. Il Brunello riscosse successo in tutte le mostre a cui partecipò, e fu apprezzato anche per la sua longevità. La bottiglia più antica giunta a noi è datata 1888, ed è naturalmente conservata dalla famiglia Biondi-Santi.
La consacrazione definitiva del Brunello a vino di livello internazionale è avvenuta negli ultimi decenni del Novecento, sia per il miglioramento generalizzato dello standard qualitativo, sia per l'immagine derivatagli dai sempre più frequenti contatti, anche a livello promozionale, con gli operatori di tutto il mondo. Nel 1980 il Brunello di Montalcino ha ottenuto il riconoscimento della DOCG.
(Disciplinare di produzione)
Brunello di Montalcino DOCG - Consorzio e Comune di Montalcino
Castello Banfi - Montalcino
Vitigno: esclusivamente Sangiovese Grosso (Brunello di Montalcino).
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,5% vol.
- Acidità totale minima: 5,0 g/l.
- Estratto secco netto minimo: 24,0 g/l.
Invecchiamento: cinque anni obbligatori, di cui due anni di affinamento in botti di rovere e quattro mesi di affinamento in bottiglia.
Qualifiche: Riserva, con sei anni di invecchiamento obbligatorio, di cui due anni di affinamento in botti di rovere e sei mesi di affinamento in bottiglia.
Colore: rosso rubino intenso tendente al granato. Con l'invecchiamento assume sfumature bordeaux con unghia aranciata.
Odore: ampio, elegante e di grande armonia, con profumi nitidi, eterei, profondi e potenti per il supporto del grado alcolico.
Sapore: asciutto, caldo, robusto, carnoso, con perfetto equilibrio delle componenti e persistente sentore di vaniglia e di spezie.
Il Brunello di Montalcino in bottiglia può durare, se di buona annata, anche un secolo (altrimenti ... poco meno), migliorando continuamente le sue qualità. E' un grande vino per arrosti di carni rosse, cacciagione e carne alla griglia. Va servito a 20° - 22° di temperatura, sturando la bottiglia almeno 24 ore prima di mescere.
Per l'abbinamento si dovranno escludere i pesci, non solo quelli delicati, ma anche le varietà più saporite, che vengono talvolta accompagnate da vini rossi, ma giovani e freschi. Da escludere anche gli arrosti di carne bianca perché richiedono vini più leggeri per essere valorizzati.