L'Amarone della Valpolicella, oggi unanimemente considerato come il più pregiato dei vini veronesi e come uno dei più importanti rossi italiani, apprezzato dai più esigenti consumatori di tutto il mondo, nasce dall'evoluzione del Recioto, vino tra i più antichi della nostra storia vitivinicola. Nel quarto secolo dopo Cristo, Cassiodoro, ministro di Teodorico, re dei Visigoti, descrive in una lettera un vino ottenuto con una speciale tecnica d'appassimento delle uve, chiamato allora Acinatico, prodotto in quel territorio denominato Valpolicella (nome che secondo alcuni deriverebbe dal latino "Vallis-polis-cellae" e potrebbe significare "Valli dalle molte cantine").
L'Acinatico è senza dubbio l'antenato del Recioto e dell'Amarone. Un tempo in Valpolicella era prodotto solo il Recioto, un vino vellutato e dolce (il cui nome deriva dal termine dialettale "recia", in altre parole orecchia, perché in origine era utilizzata solo la parte più alta e meglio esposta del grappolo), ma con il passare del tempo ed il mutare delle stagioni, le uve, sebbene lavorate nella stessa maniera, diedero progressivamente vita, a seguito della fermentazione, ad un vino notevolmente più secco rispetto all'originario. Se all'inizio questa trasformazione poteva rappresentare un problema, questo Recioto completamente secco, e quindi amaro, piuttosto che dolce, s'impose facilmente e venne sempre più apprezzato e richiesto. Nacque così, prendendo il nome dalla sua caratteristica vena amarognola, l'Amarone, i cui primi esemplari presero acl essere imbottigliati solo nei primi anni del Novecento per un uso familiare o destinati agli amici.
La commercializzazione vera e propria ebbe però inizio solo nel dopoguerra e nel 1968 arrivò il riconoscimento della Denominazione d'origine controllata (DOC).
(Disciplinare di produzione)
Amarone della Valpolicella DOCG (www.consorziovalpolicella.it)
Grappolo di Corvina Veronese (foto http://www.oenogrape.com)
Composizione
ampelografica :
- Corvina Veronese (Cruina o Corvina) dal 45% al 95 %; è tuttavia ammesso in tale ambito la
presenza del Corvinone nella misura massima del 50%, in sostituzione di una pari percentuale di
Corvina;
- Rondinella dal 5 % al 30 % .
Possono concorrere alla produzione di detti vini, fino ad un massimo del 25% totale le uve
provenienti dai vitigni:
- a bacca rossa non aromatici, ammessi alla coltivazione per la provincia di Verona di cui al
Registro nazionale delle varietà di viti approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre
2004) e successivi aggiornamenti (allegato 1), nella misura massima del 15%, con un limite
massimo del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato;
- classificati autoctoni italiani ai sensi della legge n. 82/06, art. 2, a bacca rossa, ammessi alla
coltivazione per la Provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti approvato
con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi aggiornamenti (allegato 1),
per il rimanente quantitativo del 10% totale.
Il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella”, anche
con i riferimenti “classico” e “Valpantena” e con la specificazione “riserva”, all’atto
dell’immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
- titolo alcolometrico volumico effettivo minimo : 14% vol.
- zuccheri riduttori residui massimo: 12 g/l in presenza di un titolo alcolometrico effettivo di 14%
vol.; sono consentiti ulteriori 0,1 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 % vol. di titolo alcolometrico
effettivo oltre i 14 % vol. e fino ai 16 % vol., e 0,15 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 % vol. di
titolo alcolometrico effettivo oltre 16% vol.
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 28,0 g/l e 32,0 g/l nella versione “riserva”.
Il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella”, anche
con i riferimenti “classico” e “Valpantena” e con la specificazione “riserva”, all’atto
dell’immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
- colore: rosso carico tendente eventualmente al granato con l’invecchiamento;
- odore: caratteristico, accentuato;
- sapore: pieno, vellutato, caldo.
Si abbina a piatti di carne come brasati, stracotti, spezzatini, arrosti, soprattutto di selvaggina. Temperatura di servizio ideale dai 18° ai 20°C.