Le uve destinate alla produzione del vino a denominazione di origine controllata «Prosecco» devono essere prodotte nella zona che comprende le province di: Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza.
I primi documenti in cui si cita un vino Prosecco risalgono alla fine del ‘600 e descrivono un vino bianco,
delicato, che ha origine sul carso triestino e in particolare nel territorio di Prosecco, evidenziato tutt’ora con
la possibilità di adottare la menzione ”Trieste”.
In seguito nel ‘700 e ‘800, la produzione di questo vino si è spostata e sviluppata prevalentemente nell’area
collinare veneto friulana, come citato dal “Roccolo” nel 1754 “Di Monteberico questo perfetto Prosecco …”
e confermato, poi, nel 1869 nella “Collezione Ampelografia provinciale Trevigiana”, in cui si cita: “fra le
migliori uve bianche per le qualità aromatiche adatte alla produzione di vino dal fine profilo sensoriale”.
In questi territori pedemontani ed in particolare nelle colline trevigiane, il Prosecco trova il suo terroir
d’elezione, dove la conformazione e i terreni declivi della fascia collinare, i suoli e il clima, permettono di
valorizzare le peculiarità del vitigno. Grazie alla fama della DOC “Prosecco di Conegliano Valdobbiadene”,
riconosciuta dal Ministero nazionale nel 1969, la coltivazione delle uve idonee a produrre spumanti e
frizzanti ha cominciato a interessare anche i territori pianeggianti, diffondendosi prima nella provincia di
Treviso, evidenziata con la possibilità di adottare la menzione “Treviso”, e successivamente in altre province
del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
Negli anni ’70 la crescente domanda e la rinomanza della qualità del Prosecco ha reso necessario tutelare il
nome del prodotto, a difesa sia dei produttori che dei consumatori; il Prosecco è stato pertanto inserito
nell’elenco dei “Vini da tavola a Indicazione Geografica”, in attuazione del D.M. 31/12/1977. L’ulteriore
miglioramento della qualità negli ultimi decenni e la necessità di una maggiore tutela del nome a livello
internazionale, hanno portato nel 2009 ad ottenere il riconoscimento della Denominazione di Origine
Controllata “Prosecco” (D.M. 17/07/2009).
Il viticoltore deve adottare la giusta tecnica colturale per l’allevamento di una varietà così vigorosa come la
Glera, che prevede, oltre all’orientamento verticale dei germogli e alla soppressione di quelli in
sovrannumero, anche interventi di cimatura e legatura, al fine di ottenere un particolare microclima in
prossimità del grappolo che consenta la corretta maturazione del potenziale aromatico della bacca, limitando
il carico produttivo per ceppo.
Il successo del Prosecco è dovuto essenzialmente alla capacità degli operatori di sviluppare, a partire dai
primi anni del 1900, idonee tecniche di rifermentazione naturale, prima in bottiglia, poi in autoclave, come è
citato in testi del 1937 “Prosecco (…) messo in botte si vende all’inizio della primavera destinandolo alla
bottiglia ove riesce spumante”.
Nell’ultimo secolo si è sviluppato nell’area di produzione una rete di alte professionalità tecnico-scientifiche
finalizzata a perfezionare il metodo di produzione ed elaborazione del Prosecco consentendo di esaltare le
caratteristiche che lo rendono riconoscibile e apprezzato dai consumatori nazionali ed internazionali.
Determinante è stata la capacità degli operatori nello sperimentare e migliorare le tecnologie di vinificazione
e di spumantizzazione del Prosecco attraverso le quali gli enologi riescono a preservare gli aromi dell’uva
nel profilo aromatico del vino.
La capacità professionali degli operatori di esaltare al meglio le peculiarità del Prosecco, ha consentito a
questo vino di ottenere numerosi premi a livello nazionale ed internazionale e di essere presente sulle
migliori guide internazionali eno-gastronomiche.
Prosecco Doc
Base ampelografica
Il vino a denominazione di origine controllata «Prosecco» deve essere ottenuto da uve provenienti da
vigneti costituiti dal vitigno Glera; possono concorrere, in ambito aziendale, da soli o congiuntamente fino ad
un massimo del 15%, i seguenti vitigni: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga,
Chardonnay,Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco), idonei alla coltivazione per la zona
di produzione delle uve di cui all'art. 3 del presente disciplinare.
I vini a denominazione di origine controllata «Prosecco» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Prosecco»:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
«Prosecco» spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
«Prosecco» frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
I vini a denominazione di origine controllata «Prosecco» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Prosecco»:
colore: giallo paglierino;
odore: fine, caratteristico, tipico delle uve di provenienza;
sapore: secco o amabile, fresco e caratteristico.
«Prosecco» spumante:
colore: giallo paglierino più o meno intenso, brillante, con spuma persistente;
odore: fine, caratteristico, tipico delle uve di provenienza;
sapore: da brut a demi-sec, fresco e caratteristico.
«Prosecco» frizzante:
colore: giallo paglierino più o meno intenso, brillante, con evidente sviluppo di bollicine;
odore: fine, caratteristico, tipico delle uve di provenienza;
sapore: secco o amabile, fresco e caratteristico.
Nella tipologia prodotta tradizionalmente per fermentazione in bottiglia, è possibile la presenza di una
velatura. In tal caso è obbligatorio riportare in etichetta la dicitura rifermentazione in bottiglia». Le
caratteristiche dell'odore e del sapore per detto vino e l'acidità' totale minima sono le seguenti:
odore: gradevole e caratteristico con possibili sentori di crosta di pane e lievito;
sapore: secco, frizzante, fruttato con possibili sentori di crosta di pane e lievito;
acidità totale minima: 4,0 g/l.
Perfetto come aperitivo, accompagna antipasti, primi piatti e secondi di pesce. Temperatura di servizio 8-10°C.