La zona di produzione dei vini «Gambellara» comprende in tutto o in parte i territori dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo.
L’inizio della coltivazione della vite nella zona del Gambellara è lontana ed incerta. Già prima
dell’avvento dell’Impero Romano essa era probabilmente conosciuta per opera degli Atesini e
degli Etruschi che ne furono promotori e diffusori. Certamente i Romani, che dell’uva usavano il
succo come dolcificante in luogo ed assieme al miele, ma che dalla stessa amavano soprattutto
trarre il vino, non lasciarono cadere la coltivazione, che probabilmente incrementarono.
Tale supposizione è confermata dal ritrovamento in Montebello Vicentino dei resti di una villa
Romana del I o II secolo con vinaia e abbondanti vinaccioli, il che vuol dire che molto prima del
1000 la coltura della vite era conosciuta e diffusa nella zona.
Alla fine del primo millennio sotto la direzione dei monaci Benedettini, la viticoltura di
Gambellara ebbe un notevole impulso, abbandonando le primitive tecniche apprese dall'Impero
Romano. Nel corso dei secoli l'arte di produrre vino andò affinandosi raggiungendo l'elevata
qualità attuale, apprezzata in tutto il mondo.
Testi del 1882 riportano sui vini Gambellara “particolare menzione poi devesi fare della
viticoltura del comune di Gambellara, ove da tempo immemorabile essa si pratica con risultati
tanto soddisfacenti da averne dato fame e rinomanza a quei luoghi”.
Nel 1947 spinti dalla volontà di migliorare la qualità dei propri vini, 26 viticoltori della zona
fondarono la Cantina di Gambellara. La prima vendemmia diede una produzione di qualche
migliaio di ettolitri di vino; visti gli ottimi risultati qualitativi raggiunti, vi fu una rapida
espansione della superficie viticola che da 40 ettari passò, nel corso di pochi anni, agli attuali 650
ettari, di proprietà di 350 viticoltori.
L’area attualmente interessata al vigneto si stende su terreni per lo più collinari, buona parte dei
quali costituiscono la cosiddetta zona ‘classica’, di più antica tradizione produttiva.
Nel 1970 la zona del Gambellara diventa zona DOC grazie alla volontà di darsi delle regole che
portano a un innalzamento della qualità dei vini e dalla voglia di dare una precisa
caratterizzazione dei vini prodotti.
Questo riconoscimento favorisce l’espandersi della fama della zona del Gambellara, soprattutto in
Inghilterra e in America, grazie alla freschezza, mineralità e sapidità che questi vini sanno
esprimere.
Gambellara Doc
Base ampelografica
I vini a denominazione di origine controllata «Gambellara», devono essere ottenuti esclusivamente
mediante vinificazione delle uve abbiano la seguente composizione
ampelografica:
«Gambellara» (anche in versione superiore):
- Garganega minimo 80%;
- Pinot Bianco, Chardonnay e Trebbiano di Soave (nostrano) presenti nei vigneti fino ad un
massimo del 20%.
«Gambellara» Classico:
- Garganega minimo 80%;
- Pinot Bianco, Chardonnay e Trebbiano di Soave (nostrano) presenti nei vigneti fino ad un
massimo del 20%.
«Gambellara» Classico Vin Santo:
- Garganega minimo 80%;
- Pinot Bianco, Chardonnay e Trebbiano di Soave (nostrano) presenti nei vigneti fino ad un
massimo del 20%.
«Gambellara» Spumante:
- Garganega minimo 80%;
- Pinot Bianco, Chardonnay, Trebbiano di Soave (nostrano) e Durella presenti nei vigneti fino ad
un massimo del 20%.
I vini a denominazione di origine controllata «Gambellara» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Gambellara»:
- acidita' totale minima: 4,5 g/l;
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol, 11,50% vol per il «Gambellara»
classico, 12,00% vol per il «Gambellara» superiore;
- estratto non riduttore minimo: 15 g/l, 18 g/l per il classico, 19 g/l per il superiore.
«Gambellara» spumante:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
- acidità totale minima: 5,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 15 g/l.
«Gambellara» Classico Vin Santo:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16% vol;
- acidita' totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 26 g/l.
In relazione all’eventuale conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rilevare lieve
sentore di legno.
E' in facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di modificare con proprio
decreto, per i vini di cui al presente disciplinare, i limiti minimi sopra indicati per l'acidità totale e
l'estratto non riduttore minimo.
I vini a denominazione di origine controllata «Gambellara» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Gambellara»:
- colore: da paglierino a dorato chiaro;
- odore: leggermente vinoso, con profumo accentuato, caratteristico;
- sapore: asciutto o talvolta abboccato, delicatamente amarognolo, di medio corpo, armonico,
vellutato, con eventuale percezione di legno.
«Gambellara» spumante:
- spuma: fine e persistente
- colore: giallo paglierino brillante più o meno intenso
- odore: gradevole, caratteristico;
- sapore: fresco, fine, da extrabrut a dry.
«Gambellara» Classico Vin Santo:
- colore: giallo ambrato più o meno carico;
- odore: profumo intenso, tipico, eventuali sfumature di vaniglia;
- sapore: dolce, armonico, vellutato, tipico, con eventuale percezione di legno.
In relazione all’eventuale conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di legno.
Il Gambellara si abbina ad antipasti di mare, frittate e secondi a base di pesce; temperatura di servizio 10°C.
Il Gambellara Classico Vin Santo si abbina bene a dolci, gelati, zabaione e biscotti di tutti i tipi. Temperatura di servizio 10°C.
Il Gambellara Spumante è un vino da dessert; va servito a 8°C.