La zona di produzione dei vini a denominazione di origine controllata «Bianco di Custoza» o «Custoza» comprende in tutto o in parte i territori dei comuni di Sommacampagna, Villafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, Peschiera del Garda, Lazise, Castelnuovo del Garda, Pastrengo, Bussolengo e Sona.
I primi cenni di domesticazione della vite nell’attuale zona di produzione della doc Custoza sono
documentati dal ritrovamento di vinaccioli di Vitis Silvestris del periodo palafitticolo nella zona di
Pacengo e Peschiera. Nella zona, le prime testimonianze della coltivazione della vite risalgono
all’epoca romana (nell’area sono stati ritrovati tra l’altro vari reperti riferiti all’uso del vino nei riti
religiosi ed alla conservazione e al trasporto del vino), ma è soprattutto a partire dal IX secolo e poi
per tutta l’epoca medievale che si rileva un'abbondante documentazione sulla coltivazione della vite
nella zona compresa in particolare tra Pastrengo e Sommacampagna.
È nella seconda metà del XIX secolo che la produzione vinicola della zona incomincia ad essere
identificata esplicitamente con il nome di Custoza, che fa riferimento ad una frazione del comune di
Sommacampagna celebre per due battaglie che vi si combatterono durante le guerre del
Risorgimento italiano. Nel 1939 uno studio condotto dalla Stazione Sperimentale di Viticoltura ed
Enologia di Conegliano individua e differenzia le migliori zone vinicole della porzione occidentale
della provincia di Verona, identificando fra queste l’area di Sona-Custoza.
L'8 febbraio 1971, con l'approvazione di un Decreto presidenziale, si istituì la doc Bianco di
Custoza, fra le prime denominazioni di origine di vini bianchi in Italia; nel 2005 venne approvata la
nuova menzione semplificata “Custoza”.
Il Consorzio di tutela del Custoza venne istituito nel 1972. La zona di produzione è percorsa dalla
Strada del vino Custoza doc, che permette agli appassionati, italiani e stranieri, di conoscere la
produzione e le qualità della denominazione, valorizzata dagli abbinamenti con i prodotti tipici del
territorio. La qualità del vino Custoza è riconosciuta alle aziende produttrici con l’assegnazione di
numerosi premi, tra i quali i “tre bicchieri” a vari vini in diverse edizioni della guida Vini d’Italia
del Gambero Rosso.
Bianco di Custoza o Custoza Doc
Base ampelografica
Il vino a denominazione di origine controllata «Bianco di Custoza» o «Custoza» deve essere
ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione
ampelografica:
- Trebbiano toscano: 10 - 45
- Garganega: 20 - 40
- Trebbianello (biotipo locale del Tocai friulano/Tai): 5 - 30
- Bianca Fernanda (clone locale del Cortese): 0 - 30
- Malvasia, Riesling Italico, Pinot bianco, Chardonnay e Manzoni Bianco da soli o congiuntamente: 0 - 30
I vini a denominazione di origine controllata «Bianco di Custoza» o «Custoza» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Bianco di Custoza» o «Custoza»:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol.;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16,5 g/l;
- zuccheri riduttori residui: massimo 7 g/l.
«Bianco di Custoza» o «Custoza» superiore:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50 % vol.;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 20 g/l;
- zuccheri riduttori residui: 7 g/l.
«Bianco di Custoza» o «Custoza» spumante:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,5% vol.;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 15 g/l.
«Bianco di Custoza» o «Custoza» passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15% vol. di cui almeno il 12% vol. effettivo;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22 g/l.
É in facoltà del Ministro delle politiche agricole e forestali modificare con proprio decreto i limiti sopra indicati dell'acidità totale e dell'estratto non riduttore minimo.
I vini a denominazione di origine controllata «Bianco di Custoza» o «Custoza» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Bianco di Custoza» o «Custoza»:
- colore: giallo paglierino;
- odore: fruttato, profumato, leggermente aromatico;
- sapore: sapido, morbido, delicato, di giusto corpo, piacevolmente amarognolo.
«Bianco di Custoza» o «Custoza» superiore:
- colore: paglierino con tendenza al giallo dorato con l'invecchiamento;
- odore: gradevole, caratteristico lievemente aromatico;
- sapore: morbido, armonico, corposo con eventuale leggera percezione di legno.
«Bianco di Custoza» o «Custoza» spumante:
- spuma: fine persistente;
- colore: paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi dorati;
- profumo: fragrante con sentore di fruttato, leggermente aromatico quando spumantizzato, con il
metodo Martinotti; fine e composto, caratteristico della fermentazione in bottiglia, quando é
spumantizzato con il metodo classico;
- sapore: da brut a dry.
«Bianco di Custoza» o «Custoza» passito:
- colore: giallo dorato;
- odore: intenso e fruttato;
- sapore: amabile o dolce, vellutato, armonico, di corpo leggermente aromatico, con eventuale
leggera percezione di legno.
Variano a seconda della tipologia di vino.