Riferimento bibliografico:
“Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa
Gli Ortotteri sono un vasto ordine di insetti (oltre 15.000 specie) diffusi, soprattutto, nelle regioni tropicali, ma numerosi anche nelle zone temperate.
L'ordine viene normalmente diviso nei due grandi sottordini degli Ensiferi e dei Celiferi.
Gli Ortotteri hanno il capo generalmente ipognato che porta due grandi occhi composti e, di solito, due o tre ocelli. L'apparato boccale è masticatore, dotato di robuste mandibole. Le ali sono generalmente presenti, tuttavia vi sono specie con ali ridotte o assenti. Il primo paio di ali è sclerificato (tegmine), da cui il nome Ortotteri (orthos = rigido, diritto). Le ali posteriori sono membranose e ampie; queste, durante il riposo, sono piegate e protette sotto le tegmine; ad eccezione delle Locuste che si spostano compiendo lunghi balzi planati, gli Ortotteri non sono buoni volatori. Le zampe del terzo paio sono, generalmente, saltatorie: infatti queste presentano dei femori, ben sviluppati, quale adattamento dell'organo al salto; alcune specie, invece, posseggono zampe fossorie, costituite dalle zampe anteriori opportunamente modificate in pale atte a scavare (es.: Grillotalpa). L'addome termina con due cerci, di lunghezza variabile, e porta gonapofisi ben sviluppate; nelle femmine, in particolare, è presente un ovopositore, di forma variabile a seconda delle specie, che serve per ovideporre dentro i tessuti vegetali o nel terreno. Le uova deposte nel terreno sono riunite in speciali contenitori, detti ooteche, costruiti con il secreto emesso dall'apparato genitale che indurisce rapidamente, mescolato con frammenti di terreno. La riproduzione è normalmente anfigonica; tuttavia esistono, raramente, casi di partenogenesi. Gli Ortotteri sono insetti eterometaboli paurometaboli; le forme attere sono pseudoametabole. Dall'uovo fuoriesce una preneanide che subito muta e si trasforma in una vera neanide; gli stadi giovanili sono in numero variabile, da specie a specie, e sono più numerosi nel sottordine degli Ensiferi, rispetto a quello dei Celiferi. Le specie del nostro Paese compiono, generalmente, una generazione all'anno; in autunno, gli adulti muoiono e l'inverno è superato allo stadio di uovo. Nelle specie il cui ciclo vitale si completa in due anni, l'inverno è trascorso allo stadio giovanile. Il regime alimentare è prevalentemente fitofago, anche se alcune specie sono zoofaghe (generalmente entomofaghe) ed altre onnivore. Gli Ortotteri emettono caratteristici suoni mediante un "apparato stridulante"; i suoni vengono prodotti dallo sfregamento tra le nervature delle tegmine (Ensiferi) o per sfregamento delle tegmine contro i femori posteriori (Celiferi). La percezione dei suoni avviene attraverso rudimentali organi uditivi, costituiti da fini membrane situate nelle tibie delle zampe anteriori (Ensiferi) oppure nel primo segmento addominale (Celiferi). Negli Ensiferi, la stridulazione è caratteristica dei maschi; in alcune specie di Celiferi può essere presente anche nelle femmine.
Grillotalpa Gryllotalpa Gryllotalpa L. (foto www.biolib.cz)
Le caratteristiche generali degli Ensiferi sono:
- ovopositore lungo, a spada o a sciabola (arcuato);
- antenne molto lunghe e sottili;
- apparato stridulante formato dalle tegmine;
- organo uditivo posto sulle tibie delle zampe anteriori.
In alcune specie gli organi stridulanti sono assenti.
Famiglia Grillotalpidi
Comprende il comune Gryllotalpa gryllotalpa (L.) che di recente è stato classificato in più specie. Il Grillotalpa misura circa 30-40 mm; possiede tegmine corte e ali posteriori lunghe che sporgono, come filamenti, da quelle anteriori. Possiede due lunghi cerci e non ha ovopositore esterno. Il Grillotalpa vive nel terreno, con il quale si mimetizza per il colore brunastro del tegumento; predilige suoli sciolti, fertili ed umidi (orti, giardini, coltivazioni protette), nei quali scava gallerie distruggendo, con le potenti zampe fossorie armate di denti, tutto ciò che incontra (radici e altri organi sotterranei delle piante). La sua nutrizione è prevalentemente zoofaga (piccoli Artropodi, insetti, larve, vermi, ecc.) tuttavia completa la sua dieta anche con parti ipogee delle piante.
Famiglia Grillidi
Gli insetti appartenenti a questa famiglia hanno un aspetto tozzo, con ali anteriori spesso più corte rispetto a quelle degli altri Ortotteri. Le zampe hanno tarsi con tre articoli; l'addome porta cerci ben sviluppati e, generalmente, un lungo ovopositore. Le uova sono deposte nel terreno, nella maggior parte dei casi isolate. I Grillidi sono onnivori, ma prevalentemente fitofagi (foglie, frutti, semi, radici); tuttavia i danni arrecati non sono quasi mai gravi, anche per la vita solitaria che conducono. La loro attività è tipicamente notturna, mentre di giorno rimangono nascosti in ripari.
Famiglia Tettigonidi
Gli insetti appartenenti a questa famiglia portano caratteristiche antenne lunghe e sottili, corti cerci e tarsi di 4 articoli. Le femmine portano un ovopositore molto lungo a forma di spada. I Tettigonidi si nutrono sia di parti vegetali che di insetti e, a volte, mostrano anche cannibalismo. Alcune specie sono state segnalate per i danni fatti, soprattutto, alla vite; in modo particolare sono state segnalate: la comune grande cavalletta Ephippiger ephippiger (Fieb.) di colore che varia dal verde al bruno e la Phaneroptera nana nana (Fieb.). Inoltre la specie Tettigonia viridissima L. arreca danni alla vite, al tabacco, al frumento ed alle leguminose da foraggio.
Le caratteristiche generali dei Celiferi sono:
- antenne corte;
- ovopositore breve;
- apparato stridulante formato dalle tegmine e dai femori posteriori;
- organo uditivo posto nel primo segmento addominale.
Famiglia Acrididi
Gli Acrididi sono la famiglia più numerosa e diffusa che comprende le comuni cavallette e le terribili locuste migratrici; sono insetti fitofagi e, tra gli Ortotteri, sono sicuramente i più dannosi alle coltivazioni.
Alcune specie di Acrididi sono caratterizzate da una fase solitaria ed una fase gregaria: gli insetti, in queste due fasi, mostrano caratteristiche morfologiche, funzionali e comportamentali molto diverse. Durante la fase gregaria, che è mantenuta anche dalla produzione di ferormoni di aggregazione, gli insetti si spostano in massa per colonizzare nuove regioni, alla ricerca di nutrimento e di aree idonee alla riproduzione. La fase gregaria si forma quando le condizioni ecologiche, della zona in cui sono le locuste, divengono avverse per la sopravvivenza della specie; il fenomeno è particolarmente accentuato nella Locusta o Cavalletta del deserto (Schistocerca gregaria For.). Questa è la cavalletta delle temibili invasioni dell'Africa e dell'Asia; a volte, sospinta da correnti favorevoli, giunge anche in Italia, nelle regioni meridionali. Manifestano comportamento gregario anche altre specie di Acrididi, e specialmente:
- Locusta migratoria (L.); diffusa, con diverse sottospecie, in Africa, Asia ed anche Europa. In Italia è presente la sottospecie Locusta migratoria cinerascens F.; questa cavalletta può raggiungere anche 50 mm di lunghezza, generalmente vive in forma solitaria, tuttavia in passato, specialmente in Campania, si sono registrate esplosioni numeriche con relative gravi conseguenze alle coltivazioni cerealicole.
In Italia le cavallette più comuni sono il Calliptamus italicus (L.) e il Dociostaurus maroccanus (Thunb.).
Acrida ungarica mediterranea Dirsh, 1949 (foto Sebastien Bedani)