Classe: Insetti
Ordine: Lepidotteri
Sottordine: Eteroneuri
Famiglia: Cossidi
Genere: Cossus
Specie: C. cossus L.
Riferimento bibliografico:
“Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa
Piante ospiti: Pomacee, Drupacee, altri fruttiferi, forestali, ornamentali e di interesse paesaggistico.
Il Cossus cossus è un insetto particolarmente polifago; le larve sono xilofaghe e producono danni molto gravi ad un grande numero di specie coltivate. Gli adulti sono farfalle di grandi dimensioni (70-100 mm di apertura alare) con le ali anteriori di colore grigiobruno striate finemente di scuro. Le larve sono rosate o rosso scure sul dorso, a seconda dell'età, con zone ventrali giallastro-ocracee e capo scuro; la lunghezza delle larve è di circa 80-100 mm, a maturità. Le uova, che sono di colore nocciola-brunastro o rossastro, hanno un diametro di circa 1-1,5 mm e sono deposte negli anfratti della scorza, generalmente alla base delle piante. Il danno consiste nell'attività trofica delle larve che scavano profonde gallerie nel tronco e nelle branche; questi organi si indeboliscono sia dal punto di vista meccanico sia perché inizia un lento e progressivo deperimento generale della pianta. Inoltre le profonde ferite, dovute allo scavo delle gallerie, sono un ottimo punto di ingresso e di insediamento di funghi patogeni, agenti di cancro e di carie, o di altri parassiti (Sesidi). Per le piante da legno (es.: Noce e Pioppo) il danno è molto più grave che per le altre piante. L'insetto si può comportare sia da fitofago primario, sui fruttiferi, che da secondario, sulle piante ornamentali e di interesse paesaggistico attaccando, specialmente, le piante già deboli o che presentano altri problemi patologici.
Il Cossus cossus è un insetto che compie il suo ciclo di sviluppo in due o tre anni; esso quindi svolge una generazione ogni 2 o 3 anni. Gli adulti compaiono a fine primavera dalla terza decade di maggio fino ad agosto, con un ampio intervallo di sfarfallamento; il picco di presenze si ha nel mese di luglio.
Gli adulti si accoppiano e le femmine depongono le uova, a gruppi, soprattutto alla base delle piante o all'impalcatura delle grosse branche. Le larve neonate, che sono gregarie, scavano, dopo circa 10-12 giorni, delle piccole gallerie sub-circolari, distruggendo la zona cambiale. Se queste gallerie vengono scavate in piante giovani o in branche relativamente piccole è facile notare, nella zona colpita, delle protuberanze o rigonfiamenti tipici, dovuti alla reazione dei tessuti. Inoltre se le piante hanno corteccia chiara si può notare, anche a distanza, la fuoriuscita di un denso fluido mucillaginoso nerastro che è costituito da linfa alterata e mescolata ai cataboliti dell'attività larvale ed alle rosure. Le larve del 1° anno trascorrono in queste gallerie il primo inverno. Nella primavera successiva le larve riprendono l'attività scavando gallerie singole più profonde e di diametro maggiore; queste gallerie hanno generalmente direzione verticale sia verso l'alto che verso le radici, in alcuni casi presentano direzioni oblique o iniziali nicchie trasversali. Queste gallerie vengono mantenute pulite eliminando all'esterno le rosure e gli escrementi sotto forma di una poltiglia rosso-brunastra (con intenso odore di cuoio alterato) che rappresenta un evidente segnale della presenza del Cossus. Generalmente tutto il 2° anno è trascorso allo stadio larvale, scavando gallerie nel legno. Lo sfarfallamento si avrà nell'estate del 3° anno, dopo un incrisalidamento avvenuto negli strati più esterni della galleria o nel terreno alla base della pianta colpita. In alcune situazioni (per ovideposizioni tardive o climi più freddi) il Cossus può sfarfallare nella primavera/estate del 4° anno solare compiendo 1 generazione ogni 3 anni.
Adulto di Rodilegno rosso - Cossus cossus L. (foto http://home.scarlet.be/entomart)
Larva di Rodilegno rosso - Cossus cossus L. (foto Pavel Krasensky)
La lotta contro il Cossus si è evoluta negli ultimi anni in seguito alle nuove tecnologie di lotta guidata ed integrata; tuttavia ancora oggi è un insieme di pratiche diverse che vengono applicate, di volta in volta, a seconda dei casi.
Lotta guidata
I trattamenti specifici nel periodo dell'ovideposizione non sempre danno risultati soddisfacenti, in considerazione dell'ampio intervallo di sfarfallamento; per sopperire a questo inconveniente è possibile attuare il monitoraggio ambientale, mediante l'uso di trappole sessuali.
Le trappole vanno installate circa nella prima metà del mese di maggio.
In questo caso il trattamento va eseguito sugli organi legnosi nel periodo di massima cattura; i prodotti da utilizzare sono gli insetticidi fosforganici eventualmente miscelati con Oli bianchi, per migliorare la persistenza e la penetrazione.
Lotta alla infestazione in atto
Questa lotta viene eseguita con attacchi già in atto e con evidenti segni delle gallerie; consiste nell'eliminazione delle larve con mezzi meccanici (fili di ferro che risalgono la galleria fino al raggiungimento della larva) o con mezzi chimici, insufflando nelle gallerie insetticidi allo stato di aerosol, saturando le gallerie stesse, e chiudendole con stucco. Questi metodi non sempre hanno il successo sperato sia per la difficoltà di raggiungere le larve sia perché, comunque, il danno è già avvenuto. La loro applicazione è spesso limitata a piante ornamentali.
Lotta biologica e biotecnologica
Negli ultimi anni sono state messe a punto delle nuove metodologie di lotta biologica e biotecnologica che consistono nell'utilizzazione di microrganismi, la prima, e di feromoni per le trappole di cattura massale, la seconda. La cattura massale viene attuata catturando, in apposite trappole innescate con feromoni sessuali, i maschi che non fecondando le femmine fanno loro ovideporre uova non fecondate: in questo modo si sterilizza gradualmente la popolazione. Le trappole vanno messe ad una densità di circa 5-10 o 10-20 per ettaro secondo l'ambiente ed il tipo di piante. Per quanto concerne la lotta microbiologica sono da registrare i buoni risultati ottenuti impiegando i Nematodi Neoaplectana (Steinernema) carpocapsae e feltiae; questi, spruzzati con appositi strumenti nelle gallerie o semplicemente messi in battufoli di bambagia ai margini delle stesse, sono in grado di ricercare attivamente le larve xilofaghe ed aggredirle (anche se su Cossus sono meno attivi). In via sperimentale si stanno provando dei funghi entomopatogeni, come la Beauveria bassiana; questa è molto attiva, anche per parassitizzazioni naturali, nei confronti del rodilegno. Tra i nemici naturali possiamo ricordare i Ditteri Larvevoridi (gen. Phorocera) ed alcuni Imenotteri parassitoidi.