Classe: Insetti
Ordine: Ortotteri
Sottordine: Ensiferi
Famiglia: Grillotalpidi
Genere: Gryllotalpa
Specie: G. gryllotalpa L.
Riferimento bibliografico:
“Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa
Piante ospiti: Colture ortive, Floricole, Vivai, ecc.
Il Grillotalpa è un insetto molto polifago e comune, infesta soprattutto gli orti, i giardini, i vivai e le colture protette, specie se i suoli sono umidi e sciolti. Gli adulti sono lunghi 30-40 mm, sono di colore bruno nerastro e sono caratterizzati da un protorace pronunciato e da due evidenti e robuste zampe fossorie denticolate con le quali scavano numerose gallerie nel terreno, danneggiando le radici delle piante che vengono tranciate. La dannosità dell'insetto è quindi più che altro legata all'attività sopradescritta che alla sua attività trofica, infatti il Grillotalpa è prevalentemente zoofago anche se completa la dieta con parti vegetali ipogee.
L'insetto sverna allo stadio giovanile nel terreno in profondità, il ciclo si completa in 2 anni con la comparsa degli adulti nel mese di aprile-maggio; questi ovidepongono in ooteche tondeggianti scavate nel terreno a 10-20 cm di profondità preferendo le zone incolte, non "disturbate" e con terreno più compatto (es. capezzagne).
Le neanidi nascono in estate, dopo 2-3 settimane dall'ovideposizione; inizialmente vengono accudite dalla madre, poi, dopo qualche giorno, iniziano ad abbandonare il nido e a diventare indipendenti scavando gallerie proprie e iniziando l'attività trofica diretta; queste neanidi svernano in profondità nel terreno diventando adulte nell'estate successiva (2° anno solare), ma raggiungendo la maturità sessuale solo nella tarda primavera dei 3° anno solare (1 gen. in due anni).
Grillotalpa Gryllotalpa Gryllotalpa L. (foto www.biolib.cz)
Grillotalpa Gryllotalpa Gryllotalpa L. (foto www.ecosystema.ru)
La lotta al Grillotalpa viene effettuata sia agronomicamente cercando di distruggere le ooteche mediante lavorazioni, sia chimicamente mediante l'utilizzo di esche avvelenate; tali esche si posizionano soprattutto nel momento di uscita degli adulti per l'accoppiamento.