Classe: Insetti
Ordine: Lepidotteri
Sottordine: Eteroneuri
Famiglia: Nottuidi
Genere: Agrotis (= Scotia)
Specie: A. ipsilon Hfn.
Riferimento bibliografico:
“Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa
Piante ospiti: Bietola, Mais, Colture ortive.
L'Agrotis ipsilon è una farfalla di medie dimensioni (circa 50 mm di apertura alare), con ali anteriori di colore brunastro; la livrea è arricchita da un caratteristico disegno nerastro a forma di freccia o di Y posto sulle ali.
Le larve, che sono lunghe circa 40-50 mm, sono di colore grigiastro scuro, punteggiate di nero e con una fascia più chiara sul dorso.
Il danno è determinato dagli stadi larvali, nello stesso modo visto per la Scotia segetum; anche in questo caso si manifestano piccole erosioni delle foglie, da parte delle giovani larve e, successivamente, si manifestano danni più profondi sul colletto ed agli organi ipogei, da parte delle larve più sviluppate.
L'Agrotis ipsilon, a differenza dell'Agrotis segetum, è una nottua soggetta a fasi migratorie stagionali; queste migrazioni sono compiute dagli adulti che si spostano da zone secche ed aride a zone più umide, determinando delle concentrazioni dannose alle coltivazioni. Questa nottua sverna come larva o come crisalide.
In primavera le larve possono avere una breve attività trofica e quindi si incrisalidano; gli adulti sfarfallano a fine marzo-inizi aprile.
In certi casi possono arrivare gli adulti migranti dai paesi più caldi del Sud Mediterraneo. Gli adulti ovidepongono nel terreno oppure alla base delle piante ospiti; da queste uova origina la 1a generazione larvale, attiva da fine primavera-inizio estate. Da queste larve, concluso il ciclo di sviluppo, prende origine la 2a generazione di adulti che sfarfallano in giugno-luglio.
Le larve di questa seconda generazione sono attive in piena estate. A queste due generazioni può seguire, a seconda degli ambienti e delle condizioni climatiche, una 3a ed una 4a generazione; inoltre alcuni adulti possono migrare in altre zone.
La Scotia ipsilon, pertanto, compie mediamente 2 generazioni all'anno che in determinati climi possono divenire 4.
Adulto di Nottua dei seminati - Agrotis (= Scotia) ipsilon Hfn. (foto www.ento.csiro.au)
Larve di Nottua dei seminati - Agrotis (= Scotia) ipsilon Hfn. (foto www.inra.fr)
La lotta contro la Scotia segetum è di tipo chimico e segue i criteri della lotta guidata ed integrata; gli interventi devono essere eseguiti, in modo tempestivo, sulle larvette di circa 2 cm.
La tecnica di lotta prevede il monitoraggio che può essere effettuato sia con trappole che con rilevamenti diretti.
Uso delle trappole sessuali
Il monitoraggio della popolazione con le trappole sessuali può essere effettuato utilizzando sia tipiche trappole da monitoraggio che quelle da cattura massiva (a imbuto).
Le trappole vanno installate a fine marzo, generalmente ai bordi del campo.
Non esiste una precisa soglia di intervento sia per la ubiquitarietà che per la grande polifagia del fitofago; tuttavia seguire gli sfarfallamenti e gli eventuali picchi di presenza, costituisce un importante parametro per il tempestivo rilievo dei primi massicci attacchi.
Rilevamento diretto
Il rilevamento diretto consiste nel controllo attento della coltivazione, specialmente nelle prime fasi di sviluppo e nei periodi di volo, per segnalare i primi attacchi sulle piantine.
La soglia indicata di intervento corrisponde alla presenza di 1-2 larve di 3a o 4a età o 1-2 piante con danni rilevabili per metro quadro (fino allo stadio di 8-10 foglie). La lotta può essere fatta sia con i trattamenti sulla vegetazione che con esche avvelenate, a seconda del tipo di larve presenti.
La lotta in pieno campo si esegue sulle larve giovani che non superano i 2 cm di lunghezza, con insetticidi.
Questi prodotti, per avere una migliore efficacia del trattamento, possono essere miscelati con prodotti zuccherini (melassa o saccarosio). Il trattamento deve essere eseguito all'imbrunire, con terreno umido e con molto liquido veicolante, per far percolare l'insetticida anche al colletto.
Le esche avvelenate si utilizzano contro le larve già sviluppate e già interrate; queste esche vengono preparate con melassa o zucchero e residui vegetali o crusche. Le esche vanno distribuite di sera, con terreno umido e poste a settori e non a tutto campo.