Classe: Insetti
Ordine: Lepidotteri
Sottordine: Eteroneuri
Famiglia: Arctidi
Genere: Hyphantria
Specie: H. cunea (Drury)
Riferimento bibliografico:
“Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa
Piante ospiti: Acero, Gelso, Tiglio, Pioppo, Salice, Olmo, altre latifoglie forestali e di interesse paesaggistico, Pomacee, Drupacee, Vite, Noce ed altre.
L'Hyphantria cunea è un Lepidottero defogliatore, molto polifago, di origine americana; in Europa è arrivato negli anni '40, in Ungheria ed in Germania da cui si è diffuso a tutti gli altri Paesi. In Italia le prime segnalazioni sono della fine degli anni '70, particolarmente inizi anni '80, nelle province di Reggio Emilia, Parma, Mantova dove si è manifestato con una certa virulenza; successivamente si è diffuso alle regioni limitrofe. Gli adulti sono farfalle (circa 25-38 mm di apertura alare) con ali di colore bianco o bianco punteggiato di nero (le punteggiature sono disposte in fasce trasversali regolari); sono due forme diverse della stessa specie anche se, da osservazioni fatte, è emerso che la maggior parte delle farfalle punteggiate sono dei maschi (A. Montermini - G. Oliva - 1984). Il corpo della farfalla è peloso e di colore biancocrema. Le uova sono di colore verde-chiaro e vengono deposte a gruppi nella pagina fogliare inferiore. Le larve giovani (11 e 21 età) sono di colore giallastro con una doppia fila di punti nerastri lungo il corpo. Le larve mature (lunghe fino a 30-35 mm) sono pelose, di colore brunastro e con file longitudinali di tubercoli nerastri; da questi si originano ciuffi di peli chiari o scuri, a seconda da dove si dipartono (più scuri i peli dorsali). Ai lati del corpo vi sono due fasce longitudinali giallastre.
Il danno è determinato dagli stadi larvali che si nutrono delle foglie, provocando intense defogliazioni.
Le larve giovani provocano erosioni superficiali che intaccano il mesofillo, lasciando intatte le nervature e, a volte, l'epidermide superiore, scheletrizzando le foglie. Con la maturità le larve divengono sempre più voraci e divorano tutta la foglia, nervatura principale compresa.
Il danno è spesso devastante per la natura gregaria delle larve; esse sono in grado, in piena estate, di defogliare completamente le piante colpite, provocando un forte stress alle piante stesse. Queste sono costrette a ricacciare e a rigermogliare in momenti di forte carenza idrica e caldo eccessivo quando, normalmente, dovrebbero essere in stasi vegetativa. L'attacco grave, di conseguenza, comporta un indebolimento ed un deperimento progressivo, specialmente se gli attacchi sono ripetuti negli anni.
L'Hyphantria cunea sverna allo stadio di crisalide, negli anfratti della scorza o alla base delle piante ospiti, tra la vegetazione secca, oppure in altri ricoveri. In primavera (fine aprile-metà maggio) dalle crisalidi svernanti sfarfallano gli adulti di 1° volo; immediatamente si ha l'accoppiamento e l'ovideposizione, nelle pagine inferiori delle foglie.
Le larve di prima generazione nascono verso i primi giorni di giugno; esse restano attive fino ai primi giorni di luglio, provocando i danni descritti. Durante questa fase di attività le larve si costruiscono, sulla chioma, dei grossi nidi con fili sericei che rivestono germogli e rametti; esse si riparano nei nidi durante il giorno. I nidi vengono abbandonati quando le foglie contenute sono state divorate.
Queste larve originano gli adulti di 2° volo; questi sfarfallano dalla seconda decade di luglio fino ai primi giorni di agosto.
Questi adulti originano la seconda generazione larvale che è più pericolosa della prima; queste larve sono attive dalla fine di luglio fino alla fine di settembre, con un massimo di attività in agosto. Queste larve si incrisalidano (da settembre ai primi di ottobre) e svernano. La Hyphantria cunea svolge 2 generazioni all'anno.
Larva di Ifantria americana - Hyphantria cunea (Drury) (foto M.R. Hyker)
Adulto di Ifantria americana - Hyphantria cunea (Drury) (foto www.cbif.gc.ca)
La lotta contro Hyphantria cunea è di tipo chimico, di tipo biologico e biotecnologico; infine sono da ricordare anche alcune pratiche di natura meccanica.
Lotta meccanica
La lotta meccanica consiste nella distruzione dei nidi per abbassare il potenziale infestante.
Questo tipo di lotta si applica specialmente su piante di interesse paesaggistico, nei parchi urbani, nei giardini dove i trattamenti chimici non sono sempre possibili sia per ragioni igieniche che per motivi tecnici (grandi esemplari in cui non è facile raggiungere la chioma più alta).
Lotta chimica
La lotta chimica diretta deve tenere in debita considerazione sia il tipo di pianta infestata che il contesto in cui essa si trova (coltivata in frutteto, coltivazione legnosa (Pioppo), pianta di vivaio, esemplari in parchi, giardini o viali del verde urbano privato o pubblico).
In ogni caso il principio attivo da utilizzare deve essere registrato per la specie vegetale da trattare e deve essere accertata la possibilità tecnica dell'esecuzione del trattamento.
L'Hyphantria si combatte quando è allo stadio larvale, meglio se si riesce ad intervenire contro le giovani larve, quando ancora il danno è limitato e le larve sono più sensibili.
I prodotti da utilizzare, sempre in funzione della registrazione, sono dei larvicidi.
Lotta biologica e biotecnologica
La lotta biologica e quella biotecnologica, pur essendo ancora in fase di sperimentazione, presentano alcune possibilità esecutive che si sono dimostrate di sicuro effetto sulle larve di Hyphantria. Su alcune specie vegetali (Pioppo, Melo, Vite, ornamentali ed alcune forestali) ed in determinate condizioni operative è possibile applicare tecniche di lotta microbiologica con l'uso di formulati a base di Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki. Il successo di queste metodologie è legato al rispetto delle condizioni di uso del preparato; infatti i prodotti a base di Bacillus thuringiensis devono:
- essere distribuiti omogeneamente, bagnando la chioma completamente;
- il trattamento deve essere eseguito alla sera, perché la tossina è fotolabile ai raggi UV;
- il trattamento deve essere fatto su larve giovani,meglio se di prima età, perché più sensibili e con effetto più rapido.
Oltre al Bacillus thuringiensis si stanno sperimentando preparati microbiologici tra cui miscele di Bacillus thuringiensis con preparati a base di funghi; in particolare con il fungo Metarhizium anisopliae che ha evidenziato, in prove sperimentali, una discreta attività sulle larve di Hyphantria (52,4% di mortalità in prove condotte dal Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia, 1986). In alcuni paesi europei (Cecoslovacchia ed altri) si stanno conducendo sperimentazioni per il controllo dei defogliatori con un Protozoo: Thelohania hyphantriae.
Tra i nemici naturali dell'Ifantria possiamo ricordare:
- Rincoti Antocoridi, tra cui in particolare il genere Orius, attivi predatori delle uova;
- Chrysopa carnea, i cui stadi larvali sono predatori di uova;
- Pimpla instigator, Imenottero Icneumonide, e l'Eulofide Tetrastichus goidanichi, parassitoidi delle crisalidi.
In ogni caso i veri nemici naturali presenti nei Paesi di origine ancora non si sono bene acclimatati nei nostri ambienti; pertanto il controllo naturale è costituito solo da ausiliari che non sempre riescono a frenare le infestazioni.
Buoni risultati sono stati ottenuti anche impiegando dei regolatori di sviluppo chitino-inibitori, sulle uova o sulle giovani larve (se il tipo di pianta infestata da trattare è compatibile con la registrazione dei prodotti). Negli ultimi anni (dal 1992) si è notato un comportamento insolito delle larve di Ifantria, in alcuni casi esse erano lente e poco vitali, con una mortalità elevata nelle popolazioni. Dalle osservazioni e dalle analisi compiute si è rilevata la presenza, in queste larve, di un Baculovirus o Virus della Granulosi (HcGV) responsabile delle sintomatologie descritte. Si suppone sia un virus di un'altra specie di Lepidottero già presente nell'ambiente e che attacchi larve sottoposte a stress o ambientali o per effetto di trattamenti (anche a base di Bacillus thuringiensis); in ogni caso questa "malattia" dell'Ifantria è da seguire con interesse per i possibili futuri risvolti applicativi. Infine dobbiamo segnalare che è stato messo a punto il ferormone dell'lfantria, importante supporto alla lotta chimica e biotecnologica, soprattutto per l'utilizzo nelle trappole sessuali di monitoraggio per il censimento delle popolazioni e per seguirne l'andamento dei voli e le conseguenti ovideposizioni.