La denominazione di origine controllata "Terracina" o "Moscato di Terracina" è riservata ai vini che
rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le
tipologie:
"Terracina" o "Moscato di Terracina" secco;
"Terracina" o "Moscato di Terracina" amabile;
"Terracina" o "Moscato di Terracina" passito;
"Terracina" o "Moscato di Terracina" spumante (secco o dolce).
La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione d'origine controllata "Terracina" o "Moscato di Terracina" ricade nella provincia di Latina e comprende tutto il territorio amministrativo dei comuni di Monte San Biagio, Terracina e Sonnino.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “Terracina” o “Moscato di Terracina”.
All’epoca dei Romani il Cecubo si produceva principalmente nell’agro di Amyclae (antichissima
colonia greca distrutta in tempi remoti, che era sita sul mare tra Terracina e Gaeta) e la coltivazione
si estendeva nella pianura di Fundis (Fondi), Anxur (Terracina) e sui colli Cecubi che si elevano tra
Sperlonga, Itri e Fondi. Orazio Flacco riporta nelle Odi che il vino Cecubo si produceva tra
Amyclae e Fundis e sui colli Cecubi: Vitruvio Pollione loda il vino cecubo che si produceva tra
Terracina e Fondi; Plinio conferma che nella zona di Amyclae lo si coltivava maritato al pioppo e
Columella riporta che veniva coltivato oltre che a Fondi, anche a Gaeta e Formia.
L’agricoltura ed in particolare la viticoltura dell’areale di Terracina iniziò a declinare già ai tempi
Plinio, spostandosi progressivamente verso le zone limitrofe più a sud (Gaeta, Formia); la
formazione del latifondo e la diminuzione della popolazione colonica completarono la decadenza
della viticoltura che per secoli si ridusse su superfici limitate anche a causa dei disboscamenti
selvaggi che provocarono la formazione di zone acquitrinose e paludose e l’insorgere della malaria.
Le aree coltivabili rimasero nella fascia pedemontana o lungo la duna fossile, verso il litorale
tirrenico (le aree più rilevate del territorio): gli interventi dell’uomo sempre più limitati fecero
estendere la palude senza soluzione di continuità, longitudinalmente, nelle zone più depresse,
dall’abitato di Cisterna fin quasi a Terracina.
Gli Statuta Antichissimae Civitatis Terracinae, approvati nel 1504 da Papa Giulio II e stampati su
pergamena nel 1549, regolamentano anche l’agricoltura e la viticoltura.
Risalgono al Rinascimento i primi lavori di bonifica della palude pontina ad opera del papa Leone
X che furono proseguiti da Sisto V e da Pio VI sul finire del Settecento: ciò permise di rendere
coltivabili molti terreni contribuendo alla rinascita dell’agricoltura.
Nell’Ottocento inizia il recupero della viticoltura tanto che il Passy in Agricoltura e quistioni
economiche: che la riguardano, (1860) Vol. 2 scrive “Si usano insieme negli Stati Romani due
metodi di coltura affatto diversa: l'una, generalmente in uso nei dintorni di Roma e nelle paludi
Pontine, consiste a sostenere il tralcio per mezzo di canne che si fanno espressamente crescere in
grandissimo numero..”.
La bonifica definitiva della palude risale agli anni trenta del secolo scorso, con il totale recupero dei
terreni e ha permesso un nuovo sviluppo dell’agricoltura e della viticoltura.
Grazie alle loro peculiarità, numerosi sono i riconoscimenti ottenuti dai vini a DOC Terracina o
Moscato di Terracina sia in ambito locale, nazionale che internazionale; ben figurano inoltre sulle
principali guide nazionali. Anche nei concorsi sia nazionali, sia internazionali i vini hanno ricevuto e
continuano a ottenere numerosi riconoscimenti.
Grappolo di Moscato di Terracina (foto www.brunelloshavemorefun.com)
Base ampelografica
I vini a denominazione di origine controllata "Terracina" o "Moscato di Terracina", escluso la tipologia "spumante" devono essere ottenuti dalle uve prodotte
dai vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
"Moscato di Terracina": minimo 85%.
Possono concorrere, da soli o congiuntamente, vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione per la
regione Lazio, per un massimo del 15%.
Per la tipologia "spumante" la base ampelografica deve essere costituita dal 100% di "Moscato di
Terracina".
I vini a denominazione di origina controllata "Terracina" o "Moscato di Terracina" devono rispondere, all'atto dell'immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:
"Terracina" o "Moscato di Terracina" secco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol, di cui almeno 11,00% vol effettivo;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l;
zuccheri riduttori residui: da 0 a 4,0 g/l.
"Terracina" o "Moscato di Terracina" amabile:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol, di cui almeno 11,00% vol, effettivo;
acidità totale minima 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo 20,0 g/l;
zuccheri riduttori residui: da 12,0 a 45,0 g/l.
"Terracina" o "Moscato di Terracina" passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno il 12,00% vol effettivo;
acidità totale minima 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 25,0 g/l;
zuccheri riduttori residui: minimo 50,0 g/l.
"Terracina" o "Moscato di Terracina" spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol di cui svolto compreso nei limiti del
9,00% vol per la versione "dolce" e del 10,50% vol, per la versione "secco";
acidità totale minima: 5,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
E' facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di modificare i sopraindicati limiti di acidità totale minima e estratto non riduttore minimo.
I vini a denominazione di origina controllata "Terracina" o "Moscato di Terracina" devono rispondere, all'atto dell'immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:
"Terracina" o "Moscato di Terracina" secco:
colore: dal paglierino al lievemente dorato;
odore: fragrante, caratteristico;
sapore: asciutto, aromatico tipico del vitigno.
"Terracina" o "Moscato di Terracina" amabile:
colore: dal paglierino al lievemente dorato;
odore: intenso e caratteristico;
sapore: piacevolmente amabile, gradevole e caratteristico.
"Terracina" o "Moscato di Terracina" passito:
colore: giallo dorato con riflessi ambrati;
odore: caratteristico;
sapore: dolce, gradevole, vellutato.
"Terracina" o "Moscato di Terracina" spumante:
spuma: fine e persistente;
limpidezza: brillante;
colore: giallo paglierino tenue;
odore: fragrante, caratteristico;
sapore: aromatico, armonico e fresco.
Variano a seconda della tipologia di vino.