Le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine “Barbera d’Alba” devono
essere prodotte nella zona di origine costituita dall’intero territorio dei comuni di:
Alba, Albaretto della Torre, Barbaresco, Barolo, Borgomale, Camo, Canale, Castagnito,
Castellinaldo, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Corneliano d’Alba, Cossano Belbo,
Diano d’Alba, Govone, Grinzane Cavour, Guarene, Magliano Alfieri, Mango, Monforte d’Alba,
Montelupo Albese, Monticello d’Alba, Neive, Neviglie, Novello, Perletto, Piobesi d’Alba, Priocca,
Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, S. Vittoria d’Alba, S. Stefano Belbo, Serralunga
d’Alba, Sinio, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno, Vezza d’Alba; e in parte dal territorio dei comuni di
Baldissero d’Alba, Bra, Cortemilia, Cherasco, La Morra, Monchiero, Montà d’Alba, Montaldo
Roero, Monteu Roero, Narzole, Pocapaglia, S. Stefano Roero e Sommariva Perno, in provincia di
Cuneo.
Il Barbera d'Alba nasce nelle langhe, termine che secondo alcuni studiosi deriverebbe da "Langues"
che non sono altro che delle lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili, modulati
dal mutare delle stagioni. Dal punto di vista geologico, le Langhe hanno origine nell'Era Terziaria o
Cenozoica, iniziata quasi 70 milioni di anni fa. La marna tufacea bianca caratterizza il comprensorio
di produzione, sulle colline alte a dominare il fiume Tanaro. Il terreno di cui è composto il territorio
nella sua massima parte appartiene a quella formazione geologica che si chiama "terreno
tortoriano", uno dei 14 strati dai quali è formata la pila dei terreni sedimentari che compongono il
bacino terziario del Piemonte. Il terreno Tortoniano è caratterizzato da marne e sabbie straterellate.
Queste marne sono di un colore grigio-bluastro, non molto resistenti e danno luogo a colline
biancheggiati piuttosto basse e rotondeggianti, sono molto favorevoli alla coltivazione della vite. Il
vitigno Barbera attesta in maniera esemplare la fortuna del territorio di Langa e Roero: produrre
grandi vini da invecchiamento ed al contempo regalare emozioni nei vini più giovani. Viene
coltivato prevalentemente sui versanti Sud – Ovest, con forma di allevamento a spalliera con
potatura guyot.
Barbera d'Alba Doc (foto www.langhevini.it)
Base ampelografica
La denominazione di origine controllata “Barbera d’Alba” è riservata ai vini rossi ottenuti dalle
uve provenienti dai vigneti aventi, in ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
- Barbera dall’ 85% al 100%
- Nebbiolo da 0 a 15 %.
Il vino a denominazione di origine controllata “Barbera d’Alba”, all’atto dell’immissione al
consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00 % vol;
con menzione “vigna”: 12,00 % vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.
Il vino a denominazione di origine controllata “Barbera d’Alba” Superiore, all’atto
dell’immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50 % vol;
con menzione “vigna”: 12,50 % vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo : 23,0 g/l.
E’ facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali modificare i limiti minimi sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore minimo con proprio decreto.
Il vino a denominazione di origine controllata “Barbera d’Alba”, all’atto dell’immissione al
consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
colore: rosso rubino;
odore: fruttato e caratteristico;
sapore: asciutto, sapido, armonico.
Il vino a denominazione di origine controllata “Barbera d’Alba” Superiore, all’atto
dell’immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
colore: rosso rubino;
odore: fruttato e caratteristico con eventuali sentori di legno;
sapore: asciutto, sapido, armonico.
Si abbina ottimamente con antipasti caldi della cucina piemontese, agnolotti al ragù, tortellini in brodo e risotto alla milanese. Tra i secondi, predilige i piatti di carni bianche e rosse, lesse e bollite, l'arrosto di vitello e di agnello, la lonza di maiale arrosto; si può usare su stracotti, umidi di manzo e stufati, e con il cotechino insieme alle lenticchie. Ideale anche con i formaggi delle Langhe di media stagionatura. Temeratura di servizio: 16° - 18°C.