Famiglia: Iridaceae
Genere: Iris
Nome comune: Iris, Giaggiolo, Iride di Firenze, Fior di San Marco
Tipologia: Perenni, Rizomatose o Bulbose
Propagazione: divisione, seme
Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco "iris" e significa "arcobaleno" per le sfumature di colore dei fiori.
Il genere comprende circa 300 specie di piante rizomatose e bulbose, considerate appartenenti alla sottoclasse delle Monocotiledoni. Le specie, disponibili in numerosi ibridi e varietà, presentano di solito un ventaglio di foglie ensiformi (a forma di sciabola con apice acuminato, superficie appiattita e margini taglienti), lucide od opache, di varie tonalità di verde. La maggior parte delle specie fiorisce alla fine della primavera o all'inizio dell'estate. I fiori sono composti da tre elementi: il perigonio, gli stimmi petaloidei e gli stami. Il primo è formato da tre segmenti esterni stretti alla base, allargati all'estremità e ripiegati all'indietro e da tre segmenti interni eretti; entrambi i sei segmenti sono saldati alla base. I tre stimmi petaloidei nastriformi sono localizzati tra le due serie di segmenti del perigonio. Gli stami, sempre in numero di tre, si trovano, invece, all'interno dei segmenti esterni del perigonio.
A Firenze esiste dal 1954 uno straordinario Giardino di Iris (poco sotto il piazzale Michelangelo), visitabile gratuitamente nel mese di maggio, il mese della sua fioritura. In questo periodo si possono ammirare più di 1500 varietà di iris provenienti da ogni parte del mondo tra cui le rarissime specie acquatiche di iris giapponesi e Louisiana.
Coltivazione dell’Iris nel Chianti
Il prezioso effluvio dell’iris non proviene dai petali del suo fiore bensì dal rizoma.
Anni fa, percorrendo le colline del Chianti e del Valdarno nel mese di maggio, si poteva assistere alla meravigliosa fioritura dell’Iris fiorentina o della sua variante minore, l’Iris pallida, la cui coltivazione per la raccolta dei rizomi da impiegare in farmacopea e in profumeria (soprattutto quella di Gras in Francia) rappresentava, ancora all’inizio del secolo scorso, una delle risorse agricole più interessanti per la Toscana.Oggi stanno di nuovo sorgendo progetti agricoli di recupero di questa antica attività ed eccellenza tutta locale.
Iris fiorentina (foto www.maltawildplants.com)
Rizomi di Iris (foto http://aplnj.com)
La coltivazione delle Iris non presenta grandi difficoltà. Trattandosi di un genere molto vasto esistono naturalmente le più sensibili e le meno sensibili ai geli, a seconda dei luoghi di origine. Ma in buona parte dell'italia non necessitano neppure di una protezione di foglie e di torba. A esclusione dell'I. pseudacorus, della kaempferi, della laevigata, della fulva e della menniesi, che conviene coltivare in terreno paludoso, meglio se in qualche centimetro di acqua, e dell'I. foetidissima, che deve essere coltivata in luoghi ombreggiati e freschi, le altre vanno trattate più o meno tutte al medesimo modo. Le posizioni ombreggiate permettono ai fiori di durare più a lungo. Tutti i terreni sono adatti, ma sono da preferire quelli argillosi-calcarei, freschi piuttosto che secchi, e in posizione ben aerata. Lo spazio da tenere tra pianta e pianta è, secondo le specie, tra i 20 e i 40 cm. Tutte le I. si moltiplicano per divisione dei rizomi o dei bulbi. La divisione si attua in agosto-settembre ogni 3-4 anni: ma anche se si lasciano indisturbati più a lungo, non si avranno danni. Si ricorre alle semina soltanto se si vuole ibridare, ma è un processo molto lungo. I rizomi non vanno interrati troppo, altrimenti si avranno molte foglie e pochi fiori. I fiori durano dai 3 ai 6 giorni e pertanto vanno tagliati nel momento in cui stanno per schiudersi.
Iris japonica (foto apple2000)
Iris susiana (foto http://passagenproject.com)
Baccelli aperti con semi di Iris foetidissima (foto http://davisla.files.wordpress.com)
Iris germanica varietà Pinnacle (foto http://wiki.irises.org)
Iris perenni erbacee e rizomatose
- Iris foetidissima L.: specie originaria dell'Europa occidentale, è indigena nell'Italia centrale e meridionale e qua e là inselvatichita nell'Italia settentrionale. Ha belle foglie e fiori blu lilla. In autunno i baccelli che succedono al fiore maturano e si aprono mettendo in mostra un grande numero di grossi semi arancio scarlatto. Il nome specifico si riferisce all'odore che emana, simile a quello della carne cotta. La radice contiene sostanze medicinali e si usa come antispastico e come purgante. Esiste anche una varieta variegata con foglie a righe verticali bianco crema e verdi.
- Iris germanica L.: specie originaria dell'Europa medidionale. Ha fiori popora lilla, profumati. La specie si incontra raramente nei giardini, ma le sue varietà sono numerosissime e molto popolari. Caratteristica di questo fiore è la "barba" che orna l'orlo esterno dei petali penduli, solitamente detti "ali"; i petali eretti si chiamano "vessilli". Spesso i due tipi di petali hanno colori diversi. Le radici hanno forma di banana. Quando si piantano devono essere coperte dal terreno per soli due terzi,. Preferiscono il sole pieno. Sono di facile coltivazione e devono essere ripiantate ogni 3-4 anni, dato che si sviluppano molto. Se si disturbano in primavera o in autunno si danneggia la fioritura. I colori delle varietà di I.germanica sono praticamente infiniti.
- Iris fiorentina L.: specie originaria dell'Europa. Cresce nei muri e sulle rupi. I fiori sono bianchi soffusi di color lavanda pallido.
- Iris pallida Lam.: specie originaria del Tirolo e della Dalmazia, ha fiori deliziosamente profumati, color lavanda chiaro, simili a quelli dell'I. germanica. La varietà argentea ha foglie a strisce argentate e la aurea foglie dorate.
- Iris japonica L. (sin. I. fimbriata): specie originaria del Giappone e della Cina; non resiste ai geli in zone molte fredde. i fiori sono molto eleganti, di colore azzurro lavanda o lilla, con frange.
Iris bulbose
- Iris xiphioides Ehrh. (sin. I.anglica): specie originaria dei pirenei, è chiamata Iris d'Inghilterra e coltivata ampiamente dai floricoltori per la vendita del fiore reciso. Di facile coltivazione, può essere piantata in autunno e lasciata poi sempre in terra. i bulbi possono essere tolti dal terreno dopo la fioritura, come si usa fare con i tulipani. Ha fiori molto grandi, di cm 12 di diametro, su steli eretti che ne portano 2-3 e che si aprono l'uno dopo l'altro. La gamma dei colori è vasta.
- Iris xiphium L.: diffusa nell'Europa meridionale e nel Nord Africa, è indigena da noi nella Ligurtia occidentale, sul Monte Conero e in Sardegna. Il colore è variabile e va dal porpora pallido al porpora scuro con una striatura gialla appariscente al centro di ogni petalo. E' una specie molto sfruttata per la vendita nei negozi dei fioristi.
- Iris susiana L.: originaria del Sudafrica, è una I. affascinante per il colore raro in un fiore. I fiori larghi 10-15 cm di colore grigio chiaro con una macchia nera su ciascun segmento esterno e macchie e venature porpora-nerastre sulla superficie di tutto il fiore.
Diversi parassiti possono danneggiare le Iris. I nematodi provocano gravi danni ai bulbi e ai rizomi, con conseguenti deformazioni delle foglie e rallentamento della crescita.
Le specie bulbose possono essere danneggiate dalle larve della mosca del narciso, che depone le uova nel colletto delle piante; in seguito le larve invadono tutto il bulbo, la pianta ìcresce a stento e generalmente non produce frutti. Anche le limacce possono danneggiare le Iris.
Danni più o meno gravi possono essere causate da virus, marciumi dei rizomi, ruggine dal mal dello sclerozio.