Famiglia: Iridaceae
Genere: Gladiolus
Nome comune: Gladiolo, Monachetta
Tipologia: Perenni, Bulbose
Propagazione: divisione dei bulbi
Etimologia: il nome del genere deriva dal latino "gladiolus" = piccola spada e indica le foglie spadiformi.
Il genere comprende quasi 300 specie diffuse tra l'Europa centrale, il bacino del Mediterraneo e l'Africa tropicale e meridionale. Di esse, più di un centinaio provengono dalla regione del Capo. Tuttavia non sono le forme pure che vengono coltivate, ma gli ibridi che sono numerosissimi e coprono praticamente tutta la gamma dei colori fondamentali e delle sfumature: bianco, giallo, arancio, rosso, violetto, bicolori. I Gladioli sono piante alte da 60 cm a 1,2 m; le foglie, verde scuro, sono sottili e appuntite all'estremità; il robusto fusto fiorifero porta un'infiorescenza apicale a spiga, unilaterale. Ogni fiore è composto da 6 tepali: 1 centrale più alto, 3 più bassi ripiegati all'indietro e 2 laterali, situati dietro agli altri. Si coltivano per produrre fiori da taglio, ma si utilizzano anche per la decorazione dei giardini: la collocazione migliore è quella a ridosso dei muri che si vogliono rallegrare con una macchia di colore, nell'ultimo piano delle aiuole per formare uno sfondo colorato e fiorito, nelle bordure che si piantano attorno ai cespugli e agli arbusti per mascherarne i fusti un po' sguarniti.
Gladiolus cardinalis (foto www.strangewonderfulthings.com)
Gladiolus byzantinus (foto www.plantsystematics.org)
I gladioli crescono bene nei terreni leggeri, piuttosto sabbiosi ma freschi, in posizioni soleggiate protette da venti (gli ibridi sono alti e può essere necessario sostenerli con tutori). i bulbi si mettono a dimora da metà marzo a metà aprile. La fioritura è di breve durata e non è abbondante: ogni bulbo produce un solo fusto fiorifero. I bulbi vanno interrati a 10 cm di profondità; se si destinano alla produzione di fiori da taglio si piantano in file distanti tra loro 30-40 cm; nelle bordure si piantano in gruppi, distanziandoli di 10-15 cm.
Si inizia ad annaffiare le piante 5-6 settimane doopo l'interramento dei bulbi; nei periodi più caldi le annaffiature devono essere abbondanti. I gladioli che si intende utilizzare come fiori da taglio si recidono non appena sboccia il primo fiore dell'infiorescenza; in giardino, si tagliano le infiorescenze quando sono appassite, ma si lasciano i bulbi nel terreno finché le foglie non sono completamente ingiallite (in genere in ottobre). A questo punto, si possono tagliare i fusti fioriferi 1 cm sopra il bulbo. Quindi si estirpano i bulbi, badando a non danneggiarli, e si fanno asciugare per una decina di giorni; si mettono infine in cassette che vanno tenute al riparo dal freddo. Durante l'inverno si controllano i bulbi per scartare quelli malati o danneggiati.
I gladioli si possono moltiplicare per mezzo dei bulbilli e per seme. I bulbilli si formano alla base del bulbo e hanno la dimensione di un pisello; si staccano dai bulbi quando si estirpano questi ultimi dal terreno, cioè in autunno, . Durante l'inverno si conservano nello stesso modo dei bulbi adulti e in marzo si piantano all'aperto, in solchetti profondi 5-8 cm, tra due strati di sabbia. Le piantine che ne nascono vanno annaffiate regolarmente. In autunno, quando le foglie sono ingiallite, si dissottereranno i bulbilli e si conservano nel moso consueto fino al successivo mese di marzo, in cui si ripiantano all'aperto. Le piante nate dai bulbilli fioriscono dopo 2-3 anni.
Le semina, che si effettua in febbraio-marzo, è un metodo di moltiplicazione generalmente utilizzato solo dai vivaisti per la creazione di nuove varietà, in quanto le piante nate da seme sono solitamente diverse per forma e per colore dalle piante-madri.
Bulbi di Gladiolo (foto www.agraria.org)
- Gladiolus segetum Ker-Gawl.: frequente in tutti i luoghi coltivati della nostra penisola e presente in tutto il bacino del Mediterraneo. Si distingue dal G. communis per i semi appendicolati in basso, ma non alati. I fiori sono di colore rosa porpora.
- Gladiolus communis L.: diffuso dalla Spagna alla Grecia, compresa l'Italia. E' molto simile al G. segetum, ma ha le brattee più corte del fiore e i petali quasi uguali tra loro; solo il superiore centrale è poco più grande dei petali laterali.
- Gladiolus byzantinus Mill.: specie originarie delle regioni mediterranee, vive nelle zone a clima temperato e non tollera il freddo. Ogni stelo porta da 6 a 10 fiori di un bellissimo color cremisi tendente al magenta. I petali sono più o meno uguali e non separati. Ne esiste anche una forma, rara, a fiori bianchi.
- Gladiolus cardinalis Curt.: originario del Sudafrica, è una delle specie da cui derivano le moderne forme ibride da giardino. Ha grandi fiori cremisi di cm 8 di diametro, su steli incurvati. Nelle zone a clima temperato può essere piantato e lasciato poi in permanenza nel terreno. Non tollera il gelo; cresce bene in mezz'ombra.
- Gladiolus grandis Thunb.: specie originaria del Sudafrica. I fiori alla sera hanno un intenso profumo di garofano. Durante il giorno il colore è marrone ruggine mentre all'imbrunire mutano il loro colore in un pallido azzurro e il mattino seguente tornano bruno rossiccio. Il mutamento del colore avviene nel giro di un'ora circa.
Gladiolous - Ibridi: sono questi i gladioli piàù coltivati nei giardini e quelli che vengono coltivati come per i fiori recisi. Nessuno di essi tollera il gelo ma, a parte questo, sono di coltivazione piuttosto facile. Le varietà sono numerosissime. L'altezza può variare da cm 45 a m 1,5; la fioritura dura generalmente un mese: per prolungarla converrà interrare i bulbi in epoche successive, da marzo a giugno, in modo da avere così fioriture da giugno a ottobre.
Gladioli ibridi (foto www.agriproduceindia.com)
Il tripide del garofano (Thaeniotrips simplex) può provocare danni gravissimi ai gladioli. Durante l'inverno sverna nei bulbi, che diventano scuri e appiccicosi. Più tardi si sposta sui fusti, sulle foglie (macchie argentee) e su fiori (macchie). Se l'infestazione è massiccia, la pianta non riesce neanche a fiorire e muore.
La fusariosi del gladiolo è provocata da un fungo (Fusarium oxysporium). Immagazzinando bulbi infetti, questi possono contagiare tutti i bulbi conservati.
La scabbia del gladiolo è provocata da un batterio, lo Pseudomonas marginata.
La septoriosi è provocata da un fungo, del genere Septoria.
I gladioli possono essere colpiti anche da diversi virus. I virus vengono trasmessi da afidi, cicadelle, nematodi o per contatto tra piante sane e malate, o anche con gli attrezzi da lavoro.