Famiglia: Ranuncolaceae
Genere: Aconitum
Tipologia: Perenni, Rizomatose
Propagazione: divisione, seme
Etimologia: il nome del genere pare derivi dal greco "aκoνtιον"= "dardo o giavellotto", la pianta veniva impiegata per avvelenare le punte delle frecce, o da "dal greco "akóne" = "pezzo di pietra", perchè la pianta vegeta in luoghi rocciosi.
Il genere è diffuso soprattutto nelle zone più fresche, umide e montane dell'emisfero boreale e conta circa 350 specie. Tutte le specie di Aconitum contengono l'alcaloide Aconitina, uno dei veleni più energici che si conoscano: bastano pochi milligrammi per procurare la morte. Esso agisce eccitando, poi paralizzando i centri nervosi, tanto che la morte avviene per paralisi respiratoria e cardiaca. Data la sua altissima tossicità, il suo posto in medicina oggi molto ridotto.
Aconitum napellus (foto www.visualphotos.com)
Aconitum anthora (foto http://sedum.uw.hu)
Aconitum lycoctonum (foto http://www.botanikus.de)
Pianta facile da coltivare. Predilige terreni umidi e freschi, ricchi di humus e in mezz'ombra.
L'A. japonicum, l'A autumnale, l'A. lycoctonum e l'A. anthora richiedono terra di brughiera e posizione ancora più ombreggiata. La moltiplicazione avviene di preferenza per divisione dei rizomi, in autunno o anche a fine inverno-inizi primavera.
L'A. napellus, l'A. paniculatum e l'A. lycoctonum si moltiplicano anche per seme: si semina da aprile-maggio a luglio, in vasi o in piantinaio, in terra di brughiera mista a sabbia, in posizione semiombreggiata. Spesso la germinazione avviene la primavera successiva. quando le piante si saranno sviluppate a sufficienza si ripicchetteranno in piantinaio o addirittura in dimora, meglio in primavera o in autunno. Le piante non raggiungono lo sviluppo completo la prima stagione e dovranno essere lasciate indisturbate per diversi anni. Nelle zone con inverni più rigidi, meglio qualche copertura.
- Aconitum napellus L.: specie diffusa nelle Alpi, nei Carpazi e in altri gruppi montuosi europei. Cresce nei boschi, nei pascoli e prati montani. Presenta un rizoma tuberoso, nerastro, a volte simile alla rapa. Il fusto è eretto, alto fino a 1 metro e oltre, e termina in un racemo semplice, denso, raramente rado, che soltanto in piante molto rigogliose forma ramificazioni laterali. Le foglie sono lucide, alterne, digitate. I fiori sono blu intenso, composti da 5 sepali petaloidi tra i quali il superiore, a forma di cappuccio incurvato a falce, sembra un casco frigio; anche i 6 petali sono irregolari, i 2 superiori si prolungano inferiormente in un cornetto, i 4 inferiori sono ridotti a piccole linguette semplici. Ne esiste una varietà album quasi bianca; una varietà bicolor e una versicolor.
- Aconitum anthora L.: specie presente nelle Alpi, fino a circa 2000 metri di quota. Presenta radici tuberose e fusiformi, nerastre. I fusti sono semplici e poco ramificati. Le foglie sono alterne, profondamente incise in segmenti lineari. I fiori sono giallo pallido, in grappoli fitti. Ne esiste una varietà giallo dorato e diverse altre.
- Aconitum lycoctonum L.: specie diffusa in Europa e in Asia orientale. Presente sulle Alpi e sugli Appennini. Si trova nei boschi. E' chiamata comunemente Strozzalupo o Lupaia. I fiori sono gialli.
- Aconitum japonicum L.:
specie originaria del Giappone. Ha fusti generalmente semplici, robusti, rigidi, foglie alterne, leggermente spesse, più chiare nella pagina inferiore. I fiori sono grandi, raccolti in un racemo fitto, raramente ramificato, di un blu cupo o azzurrino; i petali superiori sono a tubo largo, ventruto; lo sperone è spesso, inclinato, quasi arrotolato. Necessita di terra di brighiera. Il periodo di fioritura si protrae fino a inverno inoltrato.
- Aconitum carmichaelii 'Arendsii': ama il terreno umifero e fresco come esposizione preferisce sole-mezzombra il fiore è blu-violetto; il suo periodo di fioritura è settembre - ottobre; raggiunge un'altezza massima di 120 cm - 150 cm.
Aconitum carmichaelii 'Arendsii' (foto www.agraria.org)
Sono piante rustiche. Le giovani piante possono essere danneggiate da limacce e si possono avere marciumi radicali in seguito a ristagni idrici.