RAZZA CON REGISTRO ANAGRAFICO
L'origine del suino Nero Calabrese risulta incerta. Due sono le ipotesi attuali: una la farebbe derivare dal ceppo iberico, l'altra invece lo accomunerebbe al ceppo romanico.
Avrebbe comunque una stretta parentela con il suino Casertano, poichè documenti dell'inizio del secolo scorso individuano una sua derivazione dalla popolazione suina pugliese che origina a sua volta dalla Casertana.
Un tempo era presente in vaste zone della Calabria ed era distinta in diverse "varietà" locali (Reggitana, Cosentino, Orielese, Lagonegrese, Catanzarese Casalinga e altri). Tutti questi animali avevano in comune la produzione di carne magra ideale per la produzione dei tipici insaccati della zona. Solo l'esistenza di pochi capi in una struttura dell'ARSSA, presso Acri (CS), ne ha impedito la totale scomparsa.
A metà degli anni Venti la popolazione suina calabrese era rappresentata da 131.736 capi. Soprattutto a partire dagli anni settanta ha subito una forte contrazione. Attualmente la consistenza attuale è molto ridotta, ma in espansione grazie ad iniziative di tutela e di valorizzazione delle produzioni. I soggetti iscritti al registro anagrafico alla fine del 2007 erano 499 (15 verri, 76 scrofe e 408 allievi) distribuiti in 10 allevamenti.
Fornisce tagli magri, mentre i prosciutti e le spalle sono di buona pezzatura.
Come molte razze "colorate autoctone" le caratteristiche principali sono la capacità di valorizzare alimenti poveri, la rusticità, adattabilità al pascolo, il vigore sessuale per il verro e l'attitudine materna per la scrofa. Si adatta benissimo all'allevamento all'aperto allo stato brado o semibrado, cibandosi di ghiande, castagne, tuberi e radici che trova nelle aree boschive in cui viene allevato.
L'Apulo-Calabrese è stata inserita nel registro anagrafico delle razze suine italiane, curato dall'Associazione Nazionale Allevatori Suini (ANAS).
I maschi castrati, ad un anno di vita, arrivano al peso di circa 150 kg, mentre il peso delle femmine alla stessa età si aggira sui 120 kg. L'accrescimento è lento e probabilmente è stata questa la causa principale che ha spinto gli allevatori a preferire altre razze più precoci e con un indice di conversione alimentare migliore.
La carne di ottima qualità viene solitamente trasformata in prodotti tipici della salumeria calabrese, quali capacollo, lardo, pancetta, prosciutto, salsiccia e soppressata.
E' un suino di tipo robusto, di taglia medio-piccola con scheletro forte.
Mantello e cute - Cute e setole sono di colore nero; le setole sono robuste e più lunghe nella regione dorso-lombare. Alcuni soggetti possono presentare macchie bianche alle estremità degli arti (balzane), che non devono però estendersi oltre il garretto posteriormente o oltre il pastorale anteriormente.
Testa - La testa è di medio sviluppo, con profilo fronto-nasale rettilineo, mandibola piuttosto stretta, grugno lungo e sottile; le orecchie grandi sono pendenti in avanti e in basso.
Collo - Il collo è allungato, mediamente sviluppato.
Tronco - Il tronco è moderatamente lungo e stretto; il torace poco profondo, ventre stretto e pendente, linea dorso-lombare rettilinea, groppa inclinata.
Arti - Gli arti sono di media lunghezza, robusti, con articolazioni asciutte.
Caratteri sessuali - Nel maschio, si notano testicoli ben pronunciati. La femmina è caratterizzata da mammelle in numero non inferiore a 10, con capezzoli normali ben pronunciati e pervii.
da Atlante delle razze autoctone - Daniele Bigi, Alessio Zanon - Edagricole
Atlante delle razze autoctone Bovini, equini, ovicaprini, suini allevati in Italia Daniele Bigi, Alessio Zanon - Edagricole - novembre 2008 Questo libro si propone di contribuire a diffondere ed accrescere la consapevolezza del ruolo insostituibile svolto dall'allevamento delle razze autoctone in Italia nel mantenimento della biodiversità agraria, degli equilibri ecologici, delle tradizioni, delle economie di nicchia basate sui prodotti tipici da esse derivati. Acquista online >>> |
Scrofa di razza Calabrese (foto Consdabi)